domenica 20 febbraio 2011

Harry&Hermione


Capitolo sei: La Camera Dei Segreti

Hermione e Ron non chiesero ad Harry dove stavano andando, perchè immaginavano che lui sapesse quello che stava facenodo, però tutti e due erano preoccupati, sia per lui che per loro stessi. Sapevano che lui non si sarebbe fermato davanti a niente, ma loro non avevano lo stesso coraggio e forza di volontà. La più preoccupata era Hermione, la quale temeva che l'impulsività del suo ragazzo lo portasse a farsi male. I pensieri di Ron, dal canto suo erano tutti per Hermione: lui non sapeva che i due (Harry ed Hermione) si erano dichiarati, ed era molto preoccupato per lei. “Se Harry fa in modo che le venga fatto del male lo ammazzo con le mie mani” diceva tra sè e sè.

Harry dal canto suo era nervoso, stava portando Ron ed Hermione nella Camera dei Segreti, ma non sapeva se avesse effettivamente trovato quello che cercava, e poteva essere una trappola... Il senso di colpa iniziava a prendere il sopravvento: “E se stessi rischiando troppo? Se stessi portando tutti i miei amici a combattere e a morire? Non mi perdonerei mai se accadesse qualcosa a qualcuno di loro per colpa mia... ma ormai è tardi... ormai ci sono cose in movimento che non possono essere disfatte... devo continuare, e se il mio piano funziona nessuno si farà del male...”. Arrivarono così al bagno di Mirtilla Malcontenta che, vedendo Harry, sussultò e chiese: “Harry, cosa fai qui?”
Sulle prime Harry pensò di non dirle niente, ma poi gli venne in mente un'idea.
“Mirtilla, tu puoi scendere nelle cucine?”
“Certo, perchè?”
“Devi dire a Dobby di venire qui... puoi farlo?”
“Si, subito” e sparì.
“Harry, che cosa hai in mente? E perchè siamo qui?” chiese Hermione, non sapendo che in quel bagno c'era l'entrata della camera dei segreti. Ron invece aveva capito tutto.
“Harry, se vuoi fare quello che penso sei un genio... “
“Si Ron... nella camera dei segreti ci sono le zanne del basilisco, ma io penso che Voldemort abbia nascosto qui uno dei suoi Horcrux... il Basilisco non c'è più, ma noi siamo gli unici a sapere che questo è l'ingresso della camera dei segreti, e io sono l'unico che sa aprirla... E oltretutto per Voldemort questa Camera ha un significato speciale.”
“Ma Harry, Voldemort sa che tu puoi aprirla... non credi che l'abbia spostato?” chiese Hermione,
“No Hermione, perchè la Camera è stata aperta dopo che lui ha creato e nascosto gli Horcrux, e lui da quel momento non è più entrato, l'avrei visto... e nessun altro sa dei suoi Horcrux.
Hermione rimase sbalordita dalla risposta, e convenne che aveva ragione.

Dopo un attimo, Dobby si materializzò nel bagno.
“Dobby è contento di rivedere Harry Potter!!” squittì Dobby, che si lanciò ad abbracciare il giovane mago.
“E ci sono anche i suoi migliori amici, che onore!” disse inchinandosi.
Hermione sorrise, imitata da Ron, e inchinandosi a sua volta disse: “Anche noi siamo felici di vederti Dobby!”
“Anch'io sono contento di vederti dobby, ma ora ho bisogno di un favore da te... puoi chiedere alla professoressa McGranitt se posso incontrarla nel suo ufficio tra circa mezz'ora? Dille che è urgente, e mi raccomando non farti vedere nè sentire da nessun altro... io ti aspetto qui.”
“Certo Harry Potter Signore... Dobby torna subito Signore.” e, con un profondo inchino, sparì.
I tre ragazzi aspettarono in silenzio, e dopo due minuti Dobby tornò.
“La professoressa dice che sarà lieta di vederti, e che la parola d'ordine è Silente.”
“Grazie Dobby” disse Harry sorridendo.
“È un onore per me servirla Signore, ma ora Dobby deve tornare in cucina.” rispose l'elfo domestico che, dopo un'altro profondo inchino e un sorriso, si smaterializzò.

“Bene, ora entriamo” disse Harry, che subito si volse verso il centro del bagno, dove erano posizionati i rubinetti e, in serpentese, disse loro di aprirsi. Per Harry e Ron fu esattamente come il secondo anno, mentre Hermione rimase titubante quando seppe che doveva buttarsi nel buio tunnel che si era aperto davanti a loro.
Ron si buttò per primo. Dal basso si sentì la sua voce che diceva: “Tutto a posto”.
Hermione guardò Harry come per prendere forza. Lui annuì e le sorrise, incoraggiante, così lei si tuffò, subito seguita dal suo ragazzo.

Quando furono tutti sul fondo del tunnel, Harry avanzò senza esitare e disse ai suoi due amici di seguirlo. Raggiunsero così la “sala” dove Harry aveva afrontato Tom Riddle cinque anni prima. Ron ed Hermione non c'erano stati, e si guardarono intorno disgustati e anche un po' spaventati, convinti che da un momento all' altro qualcosa o qualcuno potesse attaccarli.
“Non dovete temere.. il basilisco non c'è più, e non credo che sia entrato qualcun'altro... avrebbe dovuto parlare serpentese...”
Un po' più tranquilli, Ron ed Hermione seguirono Harry, con le bacchette comunque all'erta. Il ragazzo sembrava cercare qualcosa e infatti, dopo un'attimo esclamò: “Ne ho trovata una, gurdate, le zanne del basilisco con il loro veleno, sono rimaste intatte!! Ora possiamo distruggere il medaglione!!


Harry prese così l'Horcrux dallo zaino, e si preparò a distruggerlo, ma Ron gli si parò davanti.
“Lo faccio io Harry... quell'Horcrux è il principale motivo per cui vi ho abbandonato in quella tenda... Averlo adosso mi faceva diventare nervoso ed inquieto, e non riuscivo più a ragionare... è per questo che ho urlato così quella sera... anche se alcune delle cose che ho detto le pensavo davvero... Tu fai solo in modo di aprirlo ed io lo distruggerò... in questo modo spero di sdebitarmi...
“Ok Ron, come vuoi... ma appena lo apro colpisci... non aspettare, perchè potrebbe aggredirci...”
Dopodichè, in serpentese, ordinò al medaglione di aprirsi.

Appena il medaglione si aprì, tutti e tre furono sbalzati all'indetro da un boato tremendo. La zanna di Basilisco che Ron aveva in mano volò a metri di distanza, e nessuno dei tre riuscì ad alzarsi per recuperarla: erano inchiodati dalla paura.
Il pezzo di anima di Voldemort che era racchiuso nel medaglione era molto più potente di quello del diario, e si preparò ad attaccare... Con enorme sorpresa e terrore di Harry, l'essere non si avventò su di lui o su Ron come si era aspettato, ma su Hermione.
La giovane strega sembrava terrorizzata, mentre Harry e Ron, per effetto delle torture dell'Horcrux, videro le più grandi paure di Hermione:
“NO, non è possibile...” gemeva la ragazza.
“OH si, tutto quello che stai vedendo succederà di sicuro... sono le tue più grandi paure, non è verò? Ci tieni ai tuoi genitori vero? E a tutti i tuoi amici? E soprattutto al ragazzo che ami? Li vedrai tutti morire davanti a te... e sarò io a ucciderli... e poi toccherà a te...” diceva in un sussurro crudele la voce dell'Oscuro Signore...

Hermione urlava e gemeva terrorizzata alla vista dei suoi genitori, Ron e Harry morti, e non aveva la forza per reagire a quella tortura crudele... ad un certo punto soppraffatta dal dolore, svenne. Ron fu il primo a riprendersi, e sentì la rabbia impossessarsi di lui: non avrebbe permesso a nessuno di fare del male a Hermione. Pensando ciò si alzò, cercando la zanna di Basilisco, ma Harry lo anticipò.
Aveva visto la sua Hermione torturata disperata e priva di sensi e quella fu per lui una visione insopportabile, le sue urla lo trapassavano come un dolore fisico. Una furia cieca lo pervase, si rialzò in un attimo e corse a prendere la zanna, l'unica cosa che avrebe potuto porre fine alla tortura di Hermione.

L'Horcrux, troppo preso dalla tortura di Hermione per accorgersi che i due ragazzi erano in piedi e pronti a combattere, si accorse troppo tardi che la sua fine era vicina ma, quando fine Harry avanzare con l'arma della sua distruzione tentò di avventarsi su di lui, che però sorrise, beffardo: “Tu non puoi farmi niente Riddle, non puoi torturarmi perchè io non ho paura di te... io sono più forte di te...” disse lui con voce fredda e distante, che sorprese tutti compreso l'Horcrux. Ron lo osservò stupefatto, comprendendo solo ora quanto coraggio ci fosse nel suo migliore amico, e perchè fosse lui la persona che doveva sconfiggere Voldemort.
“Ma ora mi hai fatto infuriare: hai osato torturare la mia ragazza e la pagherai... ti distruggerò soltanto per esserti avvicinato a lei... Tu non farai mai più del male ne a lei ne a nessuno dei miei amici!!!” Urlò poi il giovane Potter, con tutta la rabbia che aveva dentro, trafiggendo senza pietà l'Horcrux che, con un ultimo urlo crudele si dissolse.
Non appena si dissolse Harry corse da Hermione, che aveva ripreso i sensi ed era in preda ad una terribile an goscia, scossa dai singhiozzi e con il bel viso rigato dalle lacrime e contorto per il terrore.

“Hermione, Hermione sono qui... l'Horcrux é stato distrutto, se n'è andato... è tutto finito...”
disse Harry, prendendo la ragazza tra le sue braccia, cercando di darle conforto e di farle capire che non doveva temere.
“Vai via Harry, lasciami sola!” disse lei che sembrava fuori di sè.
Harry capì e, seppur a malincuore si allontanò da lei, senza sapere cosa fare per calmarla.
Si sentiva inutile, e pervaso da una rabbia incontrollabile: si era promesso che non le sarebbe successo nulla, che non avrebbe sofferto per colpa sua e invece, ancora una volta, vide chiaramente come tutte le persone che gli stavano accanto finivano per morire o soffrire a causa sua. Avrebbe voluto andarsene subito da lì, ma non poteva lasciare Hermione in quello stato. Così, sopraffatto da un senso di impotenza e frustrazione, si appiattì contro una parete e lasciò cadere le lacrime amare che aveva negli occhi

Ron guardava la scena tenendosi a distanza. Il suo sguardò passò dalla sua migliore amica che piangeva e gemeva sul pavimento freddo di quella stanza, al suo migliore amico che sedeva arrabbiato e impotente contro la parete, e capì che durante la sua assenza i due si erano dichiarati. Questo non lo rese felice, ma in fondo, si disse, doveva aspettarselo... Dopotutto lui non poteva competere con Harry per coraggio, istinto e anche per fascino e lui sapeva che queste erano doti che Hermione aprrezava e valorizzava in un ragazzo.
Poi si vergognò di quello che stava facendo:
“Miseriaccia” si disse “Io sono qui a fare il geloso mentre la mia migliore amica è appena stata torturata e piange sconvolta? Non è da me!!”

Si avvicinò al suo migliore amico, mettendogli una mano sulla spalla. Harry alzò gli occhi umidi e vide che lui aveva capito tutto, e che accettava la cosa e gliene fu immensamente grato.
“Harry, ci penso io.... tu sei sconvolto.... non puoi consolare nessuno in quello stato... cerca di calmarti... ci penso io...”
“Non preoccuparti” agguinse, sorridendo allo sguardo dell'amico “Mica te la rubo.... ha scelto te, ma io rimango pur sempre il suo migliore amico no?” Harry gli sorrise debolmente di rimando.

Così Ron si avvicinò ad Hermione. Gli piangeva il cuore a vederla in quello stato.
Si inginocchiò accanto a lei e, delicatamente le mise una mano sulla spalla.
Lei a quel contatto capì che non era Harry, ma Ron che cercava di consolarla.
“Hermione” le disse, dolcemente ma con fermezza “Guardami”
Lei, a quella richiesta così tranquilla, alzò gli occhi velati di lacrime su di lui. Si guardarono per un istante e lei capì, da come la guardava, che il suo sentimento verso di lei era cambiato: non c'era più desiderio nei suoi occhi. In quel momento c'era solo preoccupazione e paura, pura per lei, per quello che aveva appena passato, e in quel momento capì che poteva sfogarsi con lui senza paura, come con un fratello.
“Ho tanta paura Ron... paura che quello che abbiamo appena visto possa succedere... mi sento così stupida... abbiamo preso tutte le misure necessarie... ma sono terrorizzata al pensiero di perdere i miei genitori... o te... o Harry!!” gemette Hermione, singhiozzando sulla spalla di Ron.
“Non sei stupida Hermione... non lo sei mai stata. Sei la migliore strega che io conosca, e anche la più intelligente... senza di te non saremmo nemmeno qui... E poi ti confesserò un segreto: anch'io ho paura tutti i giorni per la mia famiglia, per te, per Harry... ma non dobbiamo permettere alla paura di sopraffarci... noi siamo gli unici che possono mettere fine a tutto questo, e non possiamo farcela senza il tuo aiuto...”
Aveva cercato di usare un tono allegro, per sdrammatizzare e per far capire ad Hermione che il pericolo era passato, e infatti la vide tranquillizzarsi un po'.
“E poi” aggiunse “ Credi che Harry permetterà che qualcuno ti faccia del male? O che faccia del male a chi tieni? Io non penso... e non lo permetterò neanch'io” le disse sorridendo. Hermione sorrise a Ron, e gli disse un debole “Grazie”.
“Sono qui per questo” le disse abbracciandola e dandole un bacio sulla guancia.
“Ora vai da Harry... credo che sia molto traumatizzato pre quello che ti è successo... Ha bisogno di te”. Lei lo guardò incredula, ma lui le sorrise e si allontanò, per poter lasciare Harry ed Hermione da soli.

Harry dal sua angolo vide Hermione rasserenarsi e, anche se era un po' geloso del fatto che ci era riuscito Ron e non lui a farla calmare, non potè fare a meno di essere grato a Ron:
“Avevo proprio bisogno del ritorno di Ron, e anche Hermione... lui ha quel senso dell'umorismo che ci tiene uniti e che ci fa sempre tornare il buonumore” si disse.

Poi vide Ron allontanarsi ed Hermione alzarsi e venire verso di lui, che si alzò.
Quando fu davanti a lui, Hermione lo abbracciò forte, e gli disse:
“Scusami se ti ho allontanato prima, ma non riuscivo a guardare i tuoi occhi e leggere la tua paura per me, mi avrebbe fatto soffrire di più... sono stata una sciocca”.
“Non fa niente Hermione” disse lui stringendola a se.
“Non avrei comunque saputo come aiutarti. Mi sono sentito impotente sapendo che tu stavi soffrendo e non potendo fare niente per poterti confortare... Ma soprattutto mi sentivo male, perchè avevo promesso a me stesso che tu non avresti dovuto soffrire per causa mia, e quando ti ho vista gemere e piangere prima mi si è spezzato il cuore e mi sono soltanto sentito inutile e infuriato... E per un attimo ho temuto di poterti perdere”.
Lei gli sorrise dolcemente, guardando quegli occhi smeraldo, in cui si perdeva ogni volta, così preoccupati per lei, dicendogli:
“Penso di sapere cosa hai provato... ma ti prometto che niente e nessuno potrà mai separarci... sarò sempre al tuo fianco...”
“Lo so, tu mi capisci sempre, e non c'è niente che posso nasconderti... ma ti faccio anch'io una promessa: non lascerò mai più che qualcuno ti faccia del male, o che ti faccia soffrire.”
Detto questo la baciò teneramente. Lei rispose al bacio, e tutto il terrore e l'angoscia che aveva provato prima sparì del tutto.

Si separarono in fretta, consci del fatto che Ron era nelle vicinanze e che si sarebbe sentito a disagio.
Harry iniziò a cercare traccie di un'altro Horcrux.
“C'è un'altro Horcrux qui... riesco a percepirlo... c'è una forza malvagia in azione, che tenta di prendere il sopravvento... non la sentite?”
“No amico, non sento niente” rispose Ron, stupito.
“Neanch'io Harry” sussurrò Hermione, perplessa ma guardinga.
“È come se la stanza stessa voglia che usciamo, come se l'Horcrux ci stesse respingendo perchè non vuole essere trovato...” mentre parlava vide un bagliore, si avvicinò e restò senza fiato.
“Hermione, Ron... venite a vedere!!” esclamò Harry, tutto d'un fiato.
I due amici si avvicinarono a lui, e allora la videro: era una piccola coppa d'oro, con il blasone di tassorosso inciso sopra.
“Come credete che possa prenderla? Dubito di poterla toccare a mani nude... ricordate la mano di Silente?”
“Hai ragione Harry, non credo che ce la farai a toccarlo, ma forse non devi farlo... le zanne di basilisco sono abbastanza lunghe per evitare un contatto diretto con la coppa no?” Disse Hermione.
“Già, è vero... ma questa volta ho paura... insomma, guardate cosa è successo poco fa... non voglio che succeda di nuovo...”.
“Non succederà Harry” disse Ron, serio: “L'Horcrux prima è riuscito a combattere perchè abbiamo dovuto aprirlo per distruggerlo, mentre questa volta non sarà necessario...”
Harry ed Hermione rimasero colpiti dalla risposta di Ron, ma convennero che aveva ragione.
“Questa volta lo farai tu Ron... non ne hai ancora...”
Ma mentre pronunciava quelle parole, sentì la cicatrice bruciare come non aveva mai fatto prima, e pensò che la sua testa si fosse spaccata in due.
Poi sentì una voce nella sua testa:
“Non puoi farlo! Non ti lascerò distruggere un'altro pezzo della mia anima!”
Harry non sapeva da dove arrivava la voce che udiva, ma sentì dentro di sè un senso di malvagità che non aveva mai provato prima...
“Io sono più forte di te... non puoi resistermi... sono una parte di te” continuò quella voce fredda, acuta e crudele che riconobbe come quella di Voldemort.

E mentre quella voce lo torturava, rivide le immagini di tutti gli orrori che aveva passato nella sua vita: la morte dei suoi genitori, tutte le volte che aveva dovuto afrrontare Voldemort da quando era arrivato ad Hogwarts, la morte di Cedric, di Sirius, di Silente...
Poi, improvvisamente, tutto cessò, e lui si ritrovò sulla dura pietra della Camera dei Segreti, sudato e sconvolto, con la cicatrice che ancora bruciava e la testa dolorante.
Vedeva tutto sfocato, perchè cadendo aveva perso gli occhiali, ma percepì accanto a se due figure che, in un lampo di comprensione capì essere Hermione e Ron.
“Cosa mi è successo?” chiese debolmente, mentre Hermione gli dava gli occhiali e lui li indossava, mettendo a fuoco la sua ragazza ed il suo migliore amico.

“Non lo sappiamo Harry, ma ci hai fatto preoccupare un casino... urlavi e gemevi, e noi non riuscivamo a capire perchè... poi abbiamo visto che ti toccavi la cicatrice e abbiamo pensato che fosse Voldemort a torturarti così...” disse Hermione, che era semplicemente sconvolta.
“È finito tutto quando ho trafitto l'Horcrux, Harry” agguinse Ron, anche lui seriamente preoccupato.
“Harry” disse Hermione, in un sussurro terrorizzato: “Harry... non pensi che Lui sappia che stiamo distruggendo gli Horcrux vero? Credi che ci abbia scoperti?”

“No Hermione” rispose Harry, che si stava riprendendo e che stava iniziando a ricordare cosa fosse successo.
Trasse un profondo respiro e continuò: “Penso che la cosa sia ancora più grave: ho sentito come una voce nella mia testa, che mi diceva che non mi avrebbe lasciato più dirtuggere altri Horcrux... Voldemort quando usava la legilimanzia non mi ha mai parlato direttamente, io vedevo i suoi pensieri e lui i miei, ma non potevamo parlare... è stato come quando mi ha posseduto al ministero due anni fa... è stato come se un pezzo di lui fosse dentro di me...” finì, alzano gli occhi sui due ragazzi. Erano entrambi devastati.

“Ma cosa significa Harry? Insomma se lui può possederti significa che ora sa dove sei...” gemette Hermione, spaventata.
“No Hermione... credo ci sia un'altra spiegazione, ma prima di darvela devo esserne sicuro, e se è come penso io... avremo un grosso problema da risolvere” concluse Harry.
“Ma...” iniziò Ron, ma Harry lo interruppe: “Andiamo, usciamo da questo posto, devo vedere la McGranitt... e magari riuscirò a parlare con il ritratto di Silente.” Non ci aveva mai pensato prima, e questa prospettiva era piuttosto confortante: finalmente avrebbe avuto delle risposte.
Ron ed Hermione non risposero, ma Ron fece strada per uscire e Hermione uscendo, prese per mano Harry, facendogli capire che qualunque cosa sarebbe successa sarebbe stata accanto a lui. Usarono il Wingardium Leviosa per risalire il tunnel dal quale erano arrivati.

mercoledì 16 febbraio 2011

Harry&Hermione


Capitolo 5: Di nuovo insieme

Appena usciti da Grimmauld Place, i genitori di Harry rifletterono sul da farsi: sapevano che Sirius era morto, così come Silente e Alastor... Sapevano anche che Frank e Alice Paciock erano al San Mungo, e dunque non era consigliabile il loro aiuto... Codaliscia li aveva traditi... E gli altri membri dell'ordine erano a loro sconosciuti... Le uniche due persone con cui potevano prendere contatti erano Remus Lupin o Artur Weasley.
Tuttavia si chiesero come avrebbero fatto a mettersi in contatto con loro, visto che li credevano morti e che, oltretutto erano sicuramente sotto protezione, visto lo stato di guerra aperta.
Decisero allora di andare alla Tana, visto che loro sapevano dov'era e confidando che i  possibili incantesimi di protezione dell'Ordine non respingessero anche loro. Così si presero per mano e si smaterializzarono da lì per guingere in prossimità della vecchia casa dei Weasley.
Furono felici di scoprire che avevano ragione a pensare che gli incantesimi difensivi non potevano fermarli, e così si avvicinarono alla porta.
Non avevano fatto in tempo a bussare che sentirono qualcuno alle loro spalle che li chiamava.
“Hei, chi siete come avete fatto a superare i nostri incantesimi protettivi?” chiese la voce spaventata di Molly Weasley. Ma quando loro si voltarono, lei li riconobbe, e rimase per qualche istante immobile a bocca aperta.
“Ma...ma...come è possibile?” balbettò Molly.
“So che è incredibile Molly, ma per favore non spaventarti... ci fai entrare in casa così ti spieghiamo tutto?” Disse dolcemente Lily.
Molly corse da loro e li abbracciò entrambi, prima di farli entrare in casa.
“Volete qualcosa? Vi faccio un thè... magari dei biscotti... sedetevi, sedetevi... ancora non ci credo...” e, senza aggiungere altro andò in cucina a preparare il thè, mentre i Potter si sedevano.
Molly era ancora troppo incredula per parlare così, dopo che ebbe portato il thè in tavola ascoltò, quasi senza commentare, il racconto di come James e Lily erano miracolosamente tornati dal Mondo dei Morti.

Finito il racconto, Molly li guardò meravigliata e disse soltanto: “È meraviglioso riavervi qui... ma come ha reagito Harry?”
“Non credo che sia ancora del tutto consapevole che noi siamo di nuovo qui” disse James
“Ma era al settimo cielo, e credo che ora sia molto più determinato nel fare ciò che deve fare.” aggiunse Lily.
“Come sta? È da quando sono spariti al matrimonio di Bill che non lo vedo così come non vedo Ron e Hermione... vi prego ditemi quello che sapete!!”
“Beh, Harry ed Hermione stanno bene... e stanno insieme.” Iniziò James.
“E Ron? Non sapete niente di lui?” chiese preoccupata Molly.
“No Molly, ci dispiace... sappiamo solo che Ron li ha abbandonati... probabilmente per gelosia... e che Harry ed Hermione lo stanno cercando mentre noi parliamo...Ma loro sono sicuri che stia bene” Terminò Lily.
“COSA!!! Cosa ha fatto Ron!!! Li ha abbandonati!? Soltanto perchè loro si amano!?Non è il Ron che conosco... lui non abbandonerebbe mai gli amici.... e se gli succedesse qualcosa?” esclamò irata la signora Weasley.
“Molly sono sicura che Ron sta bene... da quello che mi hanno raccontato Harry ed Hermione è un tipo tosto... se la caverà sicuramente... magari è tornato a scuola...” disse Lily per tranquillizzarla.
“Si, forse hai ragione... ma appena lo vedo gliene dico quattro...” rispose Molly, un po' più calma.

“Molly ascolta, so che probabilmente avete riunito l'ordine... vogliamo tornare a farne parte... e vogliamo aiutare Harry a sconfiggere Tu-sai-chi...Harry ci ha detto quello che Silente gli ha chiesto di fare, e dobbiamo aiutarlo... Potremmo riunire tutti a Grimmauld Place, per organizzarci... che ne dici?” Chiese James.

“Si, va bene... saranno tutti ansiosi di rivedervi... quelli che vi conoscono ovviamente... li chiamo io tutti... ci riuniamo tra un'ora ok?” Rispose Molly.
“Perfetto” esclamò James “A sta sera allora... è stato bello rivederti” aggiunse con un sorriso.
“Anche per me cari” disse la signora Weasley prima di salutarli.

James e Lily lasciarono la Tana felici, tornando in Grimmauld Place.
Qui Jame riflettè su una cosa che lo tormentava dalla sera prima: la morte di Silente. Più ci pensava e più trovava strano che un grande mago come Silente potesse farsi uccidere per una maledizione.
La sua espressione tesa a preoccupata non sfuggì a Lily che, apprensiva, si avvicinò a lui e chiese:
“Cosa c'è che non va James?”
“Sto di nuovo pensando alla morte di Silente e, di nuovo, più ci penso e più mi pare strano... secondo me è ancora da qualche parte, e sta aiutando anche lui Harry, ma di nascosto...
Un episodio in particolare mi fa pensare: la “fuga” da casa di Harry... solo una mente geniale avrebbe potuto architettare un piano astuto come quello di creare sette Harry, per garantirgli l'incolumità...
“Ma James... come può Silente essere ancora vivo dopo essere stato scagliato ai piedi della torre di Astronomia con un Avada Kedavra e senza bacchetta?”
“Non lo so... è assurdo lo so, ma è un chiodo fisso: io credo che Silente sia ancora in vita, nascosto per non far capire a Voldemort che è ancora in circolazione...”
“Comunque” aggiunse “Per ora metterò da parte questi miei pensieri... è ora di pensare a come trovare gli Horcrux... e prepararci alla vista degli altri membri dell'Ordine... Ah Lily, per favore, non fare parola con loro di quello che ti ho detto ok?”
“D'accordo James... ora prepariamoci, stanno per arrivare gli altri...”

Lily aveva ragione. Dopo neanche cinque minuti, il primo membro dell'Ordine fece il suo ingresso nella loro sede: abiti stracciati, capelli grigi e l'ariaun po' sciupata. Remus Lupin si avvicinò ai suoi due vecchi amici con l'aria incredula sul volto.
“James... Lily... come fate voi ad essere qui?” chiese, stupito e meravigliato.
Loro si avvicinarono, lo abbracciarono e James gli disse: “Siamo felici di rivederti Remus. A quanto pare Molly non ti ha detto che ci avresti trovati qui... ma è una storia lunga da raccontare, per cui aspetteremo l'arrivo degli altri...”
Lupin rimase senza parole. Non dovettero tuttavia aspettare molto per l'arrivo degli altri, i quali arrivarono in massa dopo un attimo. Tutti fissavano stupiti James e Lily: chi incredulo, chi meravigliato e chi, quelli che non li conoscevano ma sapevano del loro passato, semplicemente curiosi e sorpresi di trovarli lì.

James e Lily erano un po' imbarazzati a sentirsi addosso tutti quegli sguardi, anche se dovevano aspettarselo. Salutarono con un gesto chi conoscevano e poi Lily prese coraggio e disse:
“Beh è meglio che ci sediamo tutti, così possiamo scambiarci le informazioni più facilmente”
Senza una parola tutti si sedettero, osservando ancora stupiti i genitori di Harry.
Così James, presa la parola, raccontò loro la storia che aveva già raccontato a Molly. Tutti rimasero impressionati da quello che aveva fatto Harry e dal motivo per cui i suoi genitori fossero “tornati in vita” e, con altrettanto interesse chiesero informazioni sul trio, ottenendo le stesse risposte che avevano già dato a Molly.
“Ma c'è di più e, ora che siamo qui tutti, possiamo spiegarvelo...” aggiunse James.
“Sapete che Silente ha lasciato ad Harry una missione da compiere” continuò, e tutti annuirono.
“Bene, noi sappiamo di che cosa si tratta” disse Lily.
E, in breve, raccontarono tutto quello che Harry aveva detto loro sugli Horcrux e su quello che bisognava fare per distruggere Voldemort. Tutti ne rimasero turbati, perchè capirono l'enormità dell'impresa.
“Harry ed Hermione ci hanno detto che Silente ha già distrutto un Horcrux, e che Harry stesso ne ha distrutto un'altro. Inoltre insieme ne hanno trovato un terzo, che intendevano distruggere ma, secondo i calcoli ne mancano ancora tre...Secondo Silente uno degli Horcrux è il serpente di Voi-Sapete-Chi, per cui gli Horcrux da trovare sono due...”
Passarono il resto della riunione a scambiarsi informazioni e a cercare di capire dove Voldemort avesse potuto nascondere gli Horcrux.

Harry&Hermione


Capitolo 4: La stanza delle necessità

Harry ed Hermione non si vedevano ormai da un mese e mezzo. I membri dell'Ordine sapevano che anche Ron era partito con loro, ma era giunta voce che lui si fosse separato dal trio. Le speranze del mondo magico pesavano tutte sulle spalle di un giovane diciassettenne e della sua ragazza.

Mentre Harry ed Hermione dormivano beatamente l'una nelle braccia dell'altro, Ron cercava disperatamente un modo per soffocare il suo dolore.
“Miseriaccia, mi sono comportato come un imbecille senza cervello... Perchè me ne sono andato in quel modo? Avevo giurato di seguire Harry e di aiutarlo fino alla fine di questa maledetta guerra. Invece sono fuggito per gelosia... Devo assolutamente ritrovare i miei due amici, e chiedere loro scusa... Harry non ci avrebbe mai abbandonati, lo so, avrebbe sofferto in silenzio, accontentandosi di vedere Hermione felice... Devo rimediare al mio errore...” si disse, sdraiato sul letto della villa di Bill e Fleur, che l'avevano ospitato.
L'indomani, disse tutto a Bill, che lo lasciò andare, dicedogli soltanto: “Fai attenzione”.

Intanto, a Grimmauld Place, Lily e James furono i primi a svegliarsi e, scendendo le scale per andare in cucina, videro i due ragazzi che dormivano abbracciati. I due si sorrisero, perchè ricordavano momenti simili passati da giovani.
Ma Harry si era svegliato, avendo sentito i suoi genitori scendere le scale. Guardò per un'istante Hermione che dormiva ancora tra le sue braccia e sorrise.
“È così dolce, non posso svegliarla” si disse. Lentamente, facendo attenzione a non svegliarla, si alzò dal divano, appoggiando delicatamente la testa di lei su uno dei cuscini e le rimboccò le coperte. Ebbe un piccolo sussulto quando lei pronunciò il suo nome, ma guardandola capì che stava sognando. La osservò ancora per un istante, sorridendo, dopodichè seguì i suoi genitori in cucina.

“Ciao Tesoro” lo salutò sua madre
“Dormito bene?” aggiunse in tono ironico, sorridendogli.
“Ciao mamma, ciao papà... Si, ho dormito benissimo, la miglior dormita che ho fatto da mesi” rispose il mago, guardando la madre quasi con aria di sfida.
“Ciao figliolo” fu il saluto di James.
“Cosa ne pensate? Voglio dire... di Hermione?” chiese Harry, esitante: era la prima volta che parlava di argomenti del genere con i suoi genitori, e non sapeva bene come comportarsi. Tutt'e due sorrisero, ma fu James a rispondere.
“Harry, Hermione è una ragazza in gamba... È brava, intelligente, simpatica e anche bella. Secondo me è la ragazza giusta per te... Mi ricorda tanto tua madre da giovane...”
“Ha ragione Harry, ma vorrei aggiungere che non devi avere paura di parlare con noi di queste cose... Capisco che sei un po' a disagio, ma noi non ci intrometteremo in queste cose, sei grande ormai e maggiorenne, e sei perfettamente in grado di decidere da solo... Noi siamo qui per consigliarti e aiutarti. E poi si vede chiaramente che siete fatti l'uno per l'altra... come lo eravamo io e James alla tua età” disse Lily.

“Ora Harry, noi faremo una piccola colazione, e poi andremo in cerca dei membri dell'Ordine... so che Silente non ha parlato con nessuno degli Horcrux, ma penso che ora che non c'è più dobbiamo cambiare strategia... con tutto l'Ordine assieme a voi, possiamo sconfiggere Voldemort. Potremmo non vederci per un po', per cui fate attenzione... se posso consigliarvi direi che fareste bene a tornare qui almeno ogni due notti per essere più sicuri...”

“Va bene papà... staremo attenti... non vi preoccupate per noi... anche voi state in guardia.”
Detto questo, i due Potter mangiarono in fretta, salutarono il figlio, raccomandandogli di salutare Hermione da parte loro, e uscirono.

Dopo che furono andati, Harry preparò una sorpresa a Hermione.
Mezz'oretta dopo, la ragazza si svegliò e pensava: “Come ho dormito bene stanotte, sarà che dormire tra le braccia di Harry mi fa star bene, ma era una vita che non dormivo così!”.
Poi però notò che Harry non c'era, e iniziò a preoccuparsi.
“Se l'ha fatto di nuovo questa volta lo vado a cercare e lo ammazzo con le mie mani!” pensò. In quel momento, notò sul tavolino davanti al divano una piuma, assieme a un bigliettino: “Segui le piume... avrai una sorpresa... il tuo amore... Harry”. Lei sorrise, divertita, e si disse: “Sa sempre come sorprendermi, chissà cosa avrà in mente”, e iniziò a seguire le piume. Man mano che saliva le scale, iniziò a sentire un profumo di brioche calde e della sua bevanda preferita: caffè.
Così entrò nella stanza, che all'inizio le sembrò vuota, ma sul letto notò un vassoio con la colazione.


Mentre stava per avvicinarsi al letto, sentì due braccia forti, ma allo stesso tempo delicate, che la afferravano da dietro, poi Harry le sussurrò all'orecchio: “Buon giorno amore mio”.
Hermione sorrise a quelle parole, che la fecero sentire bene.
“Ridillo Harry.”
“Ti amo amore mio, ti amerò per tutta la vita” le disse lui, che subito dopo le sfiorò dolcemente il collo con le labbra.
Lei, a quel tocco, sentì un brivido di piacere che percorse tutta la schiena, e chiuse gli occhi. Una parte di lei, quella meno razionale, desiderava che lui continuasse, che la facesse sognare, che andasse fino in fondo per dimostrarle quanto fosse profondo il loro amore, per completarsi.
Ma la parte più seria di lei le disse che era troppo presto, che non si poteva fare.
“Harry, ti prego... cosa fai? Oltretutto i tuoi genitori dormono qui a fianco” gli disse sorridendo. Ma lui, guardandola, capì che l'aveva messa a disagio, nonostante anche lei lo desiderasse.
“Non facevo niente, Hermione... so che ti fa impazzire quando faccio così... e voglio farti diventare pazza di me... come io lo sono di te!” le disse il giovane mago, sorridendo e guardandola in modo molto malizioso. Lei sorrise, arrossendo violentemente.
“E comunque... i miei genitori non ci sono, sono andati via prima che ti svegliassi... mi hanno detto di salutarti... Siamo soli qui...” aggiunse in un sussurro.

Lei evitò di rispondere, imbarazzata, ma invece disse: “Harry ho fame... andiamo a fare colazione, prima che si raffreddi”.
“Come vuoi Hermione” e, sorridendo, la accompagnò al letto.
Qui Hermione notò una cosa che non aveva visto prima: accanto al vassoio c'era un mazzo dei suoi fiori preferiti: rose bianche. Guardò meglio e vide che vi era anche un biglietto; con le mani che le tremavano lo prese e lo lesse: “Alla ragazza migliore che io abbia mai conosciuto, colei che mi ha rubato il cuore e con la quale voglio passare il resto della mia vita... Con tutto il mio amore... Harry”.
Lei si voltò a guardarlo. Lacrime di gioia le rigavano il viso e disse solo: “Oh Harry, non so che dire... sei davvero fantastico.”
“Non devi dire niente Hermione, il tuo viso e la tua espressione dicono tutto... sappi che lo penso davvero” le disse lui prima di prenderla e baciarla con passione.
Dopodichè disse: “Ho fame anch'io, mangiamo?”

Lei acconsentì annuendo, non riusciva ancora a parlare.
I due mangiarono in silenzio, anche se di tanto in tanto si lanciavano sguardi pieni di significati diversi. Era la prima volta che tra loro non riuscivano a parlare, anche se spesso si capivano soltando guardandosi.

Ognuno era immerso nei suoi pensieri: Hermione non riusciva ancora a credere al gesto d'amore che le aveva appena fatto Harry e, anche se lo conosceva e lo amava da sempre, si rese conto solo in quel momento di quanto lui la amasse veramente, e di quanto lei amasse lui. Harry, dal canto suo, pensò di aver esagerato, di aver fatto un gesto troppo grande troppo presto. Finita la colazione, Harry si sdraiò nel letto, sovrapensiero. Non guardava Hermione, ma fissava nel vuoto... sembrava in attesa di qualcosa.
Hermione intanto lo osservava, non l'aveva mai visto in quello stato: di solito il suo sguardo era sempre concentrato su qualcosa, ma in quel momento era perso, sperduto...

Senza nemmeno rendersene conto, fece sparire il vassoio della colazione dal letto, e spostò lo splendido mazzo di rose sul comodino. Dopodiche anche lei si lasciò cadere sul letto. I due si guardarono per un momento. Lei lesse negli occhi di Harry il suo desiderio, il desiderio di amarla proprio in quel momento. Harry invece lesse negli occhi di Hermione il timore di ciò che poteva succedere e capì che era troppo presto.
“Hermione, dobbiamo prepararci... dobbiamo andare a cercare Ron... potresti uscire, per favore? Devo cambiarmi.” le disse, alzandosi improvvisamente dal letto, senza guardarla.
Lei rimase spiazzata da quel comportamento, ma non obbiettò. Uscì dalla stanza senza una parola, e andò a cambiarsi anche lei.

Quando fu pronta, scese in salotto, dove trovò Harry intento a preparare tutto il necessario per il viaggio.
Le diede il suo sacco dicendole: “Ho messo dentro tutto quello che potrebbe servirti: cibo, acqua... ti ho messo dentro anche un paio delle mie felpe, nel caso il tempo cambiasse... L'Horcrux, il mantello dell'invisibilità, la tenda e i libri li ho presi io, insieme ad alcune pozioni che potrebbero tornare utili.”
“Harry...” tentò di dire Hermione.
“Hai già un'idea di dove iniziare a cercare Ron?” chiese il ragazzo, interrompendola, dato che non aveva nessuna intenzione di tornare su quello che era successo poco prima: era rimasto deluso.
“No Harry, nessuna... potrebbe essere andato a casa sua, oppure da Bill e Fleur... O magari è tornato ad Hogwarts...” rispose la strega che, guardando il suo ragazzo negli occhi, capì di averlo ferito, e le dispiaque moltissimo.
“Non ci avevo pensato, ma se è a Hogwarts lo potremmo sapere subito...”
“Come, Harry?”
Ma lui non rispose: stava già tirando fuori dallo zaino un vecchio foglio di pergamena.
“Ma certo la mappa del malandrino!” esclamò Hermione, che aggiunse: “Sei un genio Harry!”
“Di solito sei tu il genio Hermione... lascialo fare a me per una volta” scherzò Harry.
“Giuro solennemente di non avere buone intenzioni” pronunciò poi.
“Vieni Hermione, aiutami a cercarlo”. Lei si avvicinò, ed insieme passarono al setaccio la mappa.
“È lì... guarda Hermione... è nel suo letto... ma sarà impossibile per noi entrare nella scuola, ora che Piton ne è il preside...”
“Beh, almeno sappiamo che sta bene...” disse Hermione con un sospiro di sollievo.

Harry si fermò un'attimo a riflettere e poi, guardando Hermione negli occhi, disse: “Hermione, io devo entrare a Hogwarts... sono sicuro che uno degli Horcrux è lì da qualche parte, e poi... devo chiarirmi con Ron.”
“Harry, potrebbe essere pericoloso... ma se tu vuoi andare, io ti seguirò... hai già un piano?”
“No, ma pensavo di materializzarci nella foresta proibita col mantello dell'invisibilità e vedere com'è la situazione... poi penseremo a come agire”.
“Va bene Harry, ma dobbiamo fare attenzione... probabilmente si aspettano il nostro arrivo, dopo l'arrivo di Ron... ed è molto probabile che abbiamo escogitato qualcosa per darci il benvenuto.”
“Sono d'accordo, ma è l'unica strada che abbiamo per il momento, e in più... Ho bisogno di Ron per questa guerra.”
Lei acconsentì. Si misero dunque il mantello dell'invisibilità, si presero per mano e si smaterializzarono.

Non appena uscito dalla Villa di Bill e Fleur, Ron riflettè sul da farsi. L'unica soluzione possibile per farsi trovare era andare ad Hogwarts.
“Harry ha ancora la mappa del malandrino, e se ho ragione sarà preoccupato di quello che può essermi successo... se vado ad Hogwarts mi vedrà sulla mappa e sarà più tranquillo... e in più potrei avvertire l'ES di stare in guardia... potrebbero anche darci una mano...”

Così decise e, protetto dal suo stato di purosangue, fece ritorno ad Hogwarts. Una volta lì, capì subito che quella non era la scuola che ricordava: le misure di sicurezza erano state triplicate, praticamente non c'era modo di entrare o uscire dalla scuola senza essere visti... Ma anche alcuni insegnanti erano diversi, pronti a torturare e punire senza pietà, sotto gli ordini di Severus Piton. Quella nuova situazione fece pentire il ragazzo di essere tornato, ma ripensò allo scopo per cui era arrivato e si costrinse a resistere.
Andò così nei dormitori di Grifondoro, dove fu accolto come un'eroe dai suoi compagni, che chiesero subito notizie di Harry e di Hermione. Deluse tutti dicendo loro che era scappato, e che quindi non sapeva niente di loro.

Harry ed Hermione si materializzarono nella foresta proibita e avanzarono, ancora protetti dal mantello. Anche loro, come Ron, notarono subito che non sarebbero riusciti ad entrare nel castello, anche se erano invisibili. Davanti ad ogni ingresso c'era un mangiamorte e un dissennatore a fare la guardia, e anche i passaggi segreti erano sorvegliati... Non avevano nessuna chance...
Avanzarono ancora un po', mentre Harry teneva d'occhio la mappa... Lì vide una cosa che gli diede speranza... I grifondoro, assieme ai Corvonero, stavano andando a lezione vicino alla capanna di Hagrid. Le lezioni, per fortuna, non erano sorvegliate.

Allora ad Harry venne in mente un'idea... avrebbe usato i galeoni falsi dell'ES per comunicare di rimanere lì, mentre loro due col mantello si sarebbero uniti a loro, e se qualche cosa andava storto, lui aveva con se dei detonatori abbindolanti e della polvere buio pesto peruviana...e una volta nel castello, sapeva dove nascondersi.
Parlò del piano ad Hermione, che acconsentì, anche se titubante.

Mentre era a lezione, Ron sentì la tasca dei pantaloni che si scaldava... guardò e vide che era il galeone falso, che gli indicava di rimanere lì per la fine della lezione.
“Harry” pensò subito, sorridendo e aggiunse: “Sapevo che saresti arrivato, amico mio”.
Ron non fu l'unico ad accorgersi del galeone; infatti anche Neville, Seamus, Ginny, Cho, Angelina, Katie, Alicia, Calì, Lavanda e Luna se ne accorsero. Guardarono tutti Ron, stupefatti. Lui annuì, e vide che gli altri furono felici, ma non lo fecero vedere.

Harry ed Hermione intanto si avvicinarono alla capanna di Hagrid, così da non far perdere tempo agli altri. Finita la lezione, i due amici si avvicinarono a Ron, dicendo: “Siamo qui”.
“Voi siete matti, ma sono contento di vedervi... o meglio di sentirvi”
“Comunque non potete entrare da qui, è impossibile. Andate alla testa di porco e aspettatemi lì... so io come farvi entrare.”
Detto questo se ne andò, chiamando anche gli altri e spiegandogli cosa stava succedendo.
Harry ed Hermione seguirono gli “ordini di Ron” ed andarono alla testa di porco, aspettando l'amico.

Ad un certo punto, lo videro sbucare da una botola sul pavimento.
Harry fu il primo ad andargli incontro. I due si guardarono.
Ron, visibilmente a disagio, gli disse: “Scusami amico... sono stato uno scemo... non avrei dovuto...”
“Non fa niente Ron, so perchè lo hai fatto e non ti posso biasimare, ma ora ho bisogno di te e ho molte cose da dirti”. E i due migliori amici si riabbracciarono.
Dopodichè fu Hermione ad abbracciarlo: “Mi sei mancato, Ron, e sono felice che tu stia bene.”
“Mi siete mancati anche voi, ma ora che siamo di nuovo uniti, vi aiuterò a sconfiggere il nostro nemico.”
“Ron, mi spieghi come facciamo ad entrare nella scuola?” chiese Harry.
“Questo passaggio porta dritto nella Stanza Delle Necessità, lì gli insegnanti non possono raggiungerci. Venite con me.”

Passarono per un lungo tunnel, da dove raggiunsero insieme la Stanza, nella quale furono accolti come eroi dal resto dell'ES, di cui mancavano soltanto i due Gemelli Weasley e Dean, che era stato catturati dai mangiamorte.
Harry fu contento di rivederli tutti, e decise che era tempo di combattere: Voldemort era stato indebolito ulteriormente, perchè l'Horcrux dentro a Harry era stato annientato, e in più Harry sapeva che avrebbe attaccato velocemente, per cui decise di mettere fine al monopolio di Hogwarts da parte dei mangiamorte.
Ma il suo obbiettivo principale era trovare l'Horcrux che era ancora nascosto ad Hogwarts.

Comunicò quindi la sua decisione a tutto l'ES:
“Ragazzi, due hanni fa abbiamo fondato questo esercito per combattere la Umbridge per Albus Silente. Ora il nostro preside è morto, lasciando il posto proprio al suo assasino. È ora che noi vendichiamo l'uomo di cui il nostro esercito porta il nome!! Dobbiamo sconfiggere Voldemort iniziando ad annientare i suoi servi qui ad Hogwarts!!”
“Hai ragione Harry!!” rispose in un tutt'uno l'ES
“Ecco il piano” proseguì il Capo dell'ES.
“Per distruggere Voldemort, Hermione, Ron ed io dobbiamo trovare una cosa che ci aiuterà ad annienterlo, di cui però non posso parlare con voi. Voi intanto andate nelle vostre case e trovate tutti i ragazzi dal quinto anno in su che vogliono combattere. Cercate però di non dare troppo nell'occhio, non voglio che qualcuno si insospettisca. Quando siete pronti tornate qui senza farvi vedere... a piccoli gruppi... e rimanete qui ad aspettarci... ok?”
“Sei tu il Capo, noi eseguiremo i tuoi ordini... ma non è meglio se vanno solo un paio nelle rispettive case? Così daremo meno nell'occhio... e come facciamo per i nostri insegnanti?” chiese Neville.
“Neville ha ragione Harry, alcuni insegnanti devono essere avvertiti e poi se escono tutti da qui sarà difficile non notarli...” convenne Hermione.

Harry riflettè un secondo, poi rispose: “Avete ragione... Ginny ed io andremo a chiamare gli studenti di grifondoro... voi aspettate qui... quando torniamo Luna andrà con Ron a prendere i Corvonero, dopodichè sarà Hermione ad andare con Justin a prendere i Tassorosso ok?” disse mentre guardava Ron ed Hermione, che annuirono.
Tutti furono d'accordo, così Ginny e Harry uscirono, coperti dal mantello dell'invisibilità e con la mappa del malandrino sott'occhio.
I due avanzarono in silenzio, con le orecchie tese per percepire qualunque rumore che rivelasse la presenza di pericoli. Tuttavia, grazie all'ottima conoscenza che Harry aveva del castello, giunsero alla torre di Grifondoro facilmente, nonstante la tensione. Appena entrato, Harry fu di nuovo salutato come un eroe, ma alcuni gli chiesero come mai fosse lì.
Harry disse agli studenti più grandi (una decina) di salire con lui nel suo dormitorio, dove siegò loro cosa stava accadendo e domandò se volevano unirsi a lui.
Furono subito d'accordo, e partirono con Ginny verso la Stanza delle Necessità. Harry guardò con apprensione la mappa, e si distese soltanto quando vide che tutti erano al sicuro. Dopodichè scese nella sala comune e disse agli studenti più giovani di non uscire per nessun motivo. Dopodichè anche lui tornò nella stanza delle Necessità.

Appena arrivò trovò una sorpresa: Fred e George erano arrivati, assieme ad Oliver Baston, acclamati da tutti.
“Abbiamo sentito i nostri galeoni scaldarsi, dicendoci di arrivare qui, e siamo arrivati appena abbiamo potuto, portando anche rinforzi.”
“Sono contento di vedervi, avremo bisogno di voi...” disse Harry, che poi aggiunse: “spero che avete portato anche una riserva dei vostri prodotti migliori.”
“Ovviamente” risposero in coro i Gemelli.

“Bene, allora cambio di programma, Fred andrà con Luna a prendere i Corvonero, mentre poi George e Justin andranno a prendere i tassorosso. Hermione, Ron ed io, intanto, andremo a cercare quello che dobbiamo trovare e ad avvisare i professori. Il ritrovo è qui tra un'ora... se ci sono problemi comunicate con i galeoni o tramite i fantasmi ok?”
“D'accordo Harry... fate attenzione” disse Neville.
Harry diede a Fred la mappa del malandrino, e aspettò che lui e Luna uscirono.
Poi si avvicinò a Ron ed Hermione, lì coprì col mantello e disse: “Andiamo”.
Hermione e Ron annuirono, così i tre, camminando piano e facendo il mimimo rumore, si avviarono.

sabato 15 gennaio 2011

Harry&Hermione


Capitolo 3: Lily&James Potter


“Harry, devi spiegarmi molte cose” disse Hermione appena arrivarono a Grimmauld Place.
“Va bene Hermione... Ti spiegherò tutto... sediamoci sul divano... avremo molte cose di cui parlare...” disse Harry.
Dopo che Hermione aveva fatto un thè molto forte e tutti si furono seduti, Harry iniziò a raccontare.
“È tutto molto confuso Hermione, perchè neanch'io sono riuscito a capire alcune cose. Quello che so, e che posso dirti, é che io e te siamo invulnerabili alle maledizioni senza perdono di Voldemort.”
“Cosa?! Come è possibile?!” chiese Hermione, sbalordita.
“Hai presente quando mi sono gettato sulla maledizione cruciatus?”
“Si, Harry”
“Quella maledizione su di me non ha avuto alcun effetto, anche se io ho fatto finta di soffrire per non farlo capire a lui... ma in quel momento io ho capito che lui non poteva toccarmi... che non poteva farmi del male...”
“E così” disse Hermione “Quando lui mi ha lanciato l'Avada tu ti sei lanciato senza problemi perchè sapevi che non ti avrebbe fatto niente...”
“No Hermione, mi sono lanciato senza problemi perchè volevo salvarti... perchè non volevo che lui ti facesse del male” rispose il giovane mago sorridendo alla sua ragazza che arrossì, imbarazzata ma anche lusingata.

“Tale padre tale figlio” disse James, sorridendo orgoglioso
“Anch'io avrei fatto lo stesso per tua madre Harry... ma tu hai fatto molto di più...”
“Cosa vuol dire, Harry?” chiese Hermione, che lanciò uno sguardo interrogativo su di lui.
“Vuol dire che quando io mi sono “sacrificato” per te, ti ho resa invulnerabile... ora lui non può più farti del male... grazie al mio sangue che scorre anche nelle sue vene...” le disse Harry.
Sapere quel che lui aveva fatto per lei lasciò Hermione senza parole: lui aveva sacrificato una parte di se stesso per lei, per averla sempre al suo fianco e per far si che non le venisse più fatto del male... Il fatto che lui sapeva che non sarebbe morto non cambiava nulla.

Lo guardò negli occhi, cercando le parole giuste per esprimere i suoi sentimenti in quel momento, ma l'emozione era troppo forte che non riuscì quasi a parlare, riuscì solo a dire: “Grazie, Harry... quello che hai appena fatto per me è davvero meraviglioso”.
“È stato un gesto spontaneo Hermione, anche se non avessi saputo che non sarei morto mi sarei buttato lo stesso... Ma ora sono più tranquillo, perchè so che il nostro amore ci proteggerà entrambi dal nostro nemico... e con te al mio fianco riuscirò a sconfiggerlo!” le disse sorridendo, per poi stringerla a se.
Hermione era colma di gioia, non solo il suo ragazzo non era morto, ma era tornato facendo in modo che nulla potesse, d'ora in avanti, ostacolare il loro amore.

Lily e James, guardando i due ragazzi così felici insieme, sorrisero compiaciuti.
Harry si rivolse a loro:
“Però non riesco a capire il vostro ritorno” disse il giovane mago ai suoi genitori.
“Tu sei l'eroe che è destinato a distruggere Voldemort. Quando tu ti sei sacrificato per amore di Hermione, si è creato qualcosa di unico.” iniziò a spiegare James.
“Il tuo sacrificio è stato simile al mio” intervenne Lily, che aggiunse: “solo che dentro di te scorreva già il mio sacrificio per te... quando tu hai pensato di essere morto, si era creato una specie di passaggio, che ci ha permesso di tornare indietro.”
“Ma come è possibile?” intervenne Hermione, anche se un po' a disagio.
“Non ho mai sentito niente del genere... come può un sacrificio, seppure magnifico, riportare indietro i morti?”
“Io penso di capire adesso Hermione” disse Harry, colpito da un pensiero.
“Non si è mai sentito niente del genere perchè un caso come il mio non si è mai avverato..."

"Quando io sono stato colpito dall'anatema che uccide non sono morto, nè la prima nè la seconda volta... tutt'e due le volte grazie al sacrificio dei miei genitori... questo è qualcosa che il mondo della magia non ha mai visto... qualcosa di unico...”.
Poi, guardando il padre, aggiunse: “È stato questo legame a permettervi di tornare indietro vero? È come se io fossi venuto a prendervi... per ricompensarvi del sacrificio che voi avete fatto per me!”
“Si Harry, è così... e io non avrei saputo spiegarlo meglio.”
“Ma è una cosa definitiva?”chiese Hermione che, visto lo sguardo di Harry, aggiunse: “Voglio dire... potrebbe essere che... che siate stati rimandati per aiutare Harry a sconfiggere il suo nemico... ma poi cosa accadrà?”
“Non lo sappiamo Hermione” rispose James.
“Non sappiamo se è una cosa temporanea o definitiva.”
“Ma una cosa la sappiamo” aggiunse James che insieme a Lily guardava ora il figlio “Vogliamo recuperare il tempo che abbiamo perso con nostro figlio.”

Così passarono il resto del pomeriggio a parlare.
Harry ed Hermione aggiornarono Lily e James su tutto quello che era successo in quei 16 anni, raccontarono tutte le loro avventure e disavventure.

Loro ascoltarono attentamente e, quando i due ragazzi finirono di raccontare, James disse:
“Harry, secondo me la prima cosa che dovete fare è cercare Ron”
“Cosa?!” disse Harry, che solo a sentire il suo nome era diventato nervoso.
“Ha ragione Harry” disse Hermione.
“Come puoi dire una cosa del genere Hermione? Lui ci ha lasciati soli, ci ha abbandonati nel momento in cui avevamo bisogno, abbiamo rischiato che ci uccidessero fuori da quella tenda.... tutto perchè era geloso di noi... si è comportato come un bambino, e non abbiamo bisogno di bambini per combattere Voldemort!” esclamò Harry, che si stava innervosendo.
“Tu non avresti fatto lo stesso se io avessi scelto Ron? Non te ne saresti andato se avessi saputo che io preferivo lui a te?” rispose a tono la ragazza.
“No Hermione, io sarei rimasto, perchè ti avrei preferita felice tra le braccia di Ron, piuttosto che uccisa da un mangiamorte perchè io non ero lì ad aiutarvi!!” urlò il ragazzo, ormai visibilmente arrabbiato.
Uno strano silenzio seguì quelle parole, che lasciarono di stucco tanto Hermione quanto i suoi genitori, e ora nessuno sapeva più cosa dire.
La prima a riprendersi fu Hermione, che cercò di accarezzargli il viso, ma lui le scansò la mano e, senza dire una parola, si alzò e andò nella camera che era stata del suo padrino.
Non sapeva bene nemmeno lui perchè aveva reagito in quel modo. Forse era ancora arrabbiato per il modo in cui li aveva abbandonati, forse era convinto che se fosse tornato i sentimenti di Hermione verso di lui sarebbero cambiati...

Hermione stava per seguirlo, quando Lily intervenne, dicendole di lasciarlo stare.
“Penso di sapere cosa ha provato sentendoti dire che lo rivuoi tra di voi” le disse “E se ho ragione è meglio lasciarlo riflettere da solo... se è come tuo padre tra un po' si accorgerà di aver sbagliato e scenderà da solo...”
“Non lo farà” rispose James
“Ho capito anch'io cosa ha provato, ma penso che aspetterà che Hermione vada da lui per spiegarsi da soli... comunque è meglio lasciarlo tranquillizzare, perchè parlargli adesso sarebbe inutile.”
“Avete ragione” disse sorridendo Hermione.
“Si vede che siete i suoi genitori... ha preso tanto da voi... anch'io comunque so esattamente cosa gli è passato per la testa, ma se ho ragione mi sentirà, perchè vuol dire che non ha fiducia in me!”
James la guardò sorridendo e le disse:
“Ogni tanto mi sembri Lily da giovane... bene bene, il nostro Harry ha trovato la ragazza perfetta per lui... bella, intelligente e con un carattere ancora più forte del suo!”
Hermione sorrise imbarazzata ai commenti di James e Lily se ne accorse, perchè rimproverò il marito: “James sei sempre il solito! Non vedi che la metti in imbarazzo?”
“Che c'è? Ho solo detto che Hermione mi sembra la ragazza giusta per Harry!”
Lily lo guardò male, ma subito dopo i due si misero a ridere.
Hermione li guardò sorridendo, perchè gli ricordavano lei e Harry quando si mettevano a ridere dopo che lei lo rimproverava per qualcosa. Quei pensieri la fecero rabbuiare, perchè pensava ad Harry ora chiuso da solo in una delle stanze. “Devo andare a parlargli, non posso saperlo così triste e solo mentre io sono qui a scherzare con i suoi genitori.

Lily si accorse che l'espressione di Hermione era cambiata, e sembrò capire a cosa stava pensando, perchè le disse:
“Vai da lui... penso che ora si sia calmato... Noi intanto troveremo qualcosa da fare.
Lei e James si capirono con uno sguardo.
Hermione, senza dire niente si alzò ed andò a cercare il suo ragazzo.
“Sarà di sicuro nella camera di Sirius” Pensò mentre saliva le scale.

Harry intanto aveva iniziato a sentirsi in colpa.
“Sono uno stupido” si disse “Mi sono comportato malissimo, sia con Hermione che con i miei genitori... cosa mi è preso? Non sono nemmeno degno di essere il figlio di James e Lily Potter se mi comporto in questo modo... E quel che è peggio è che hanno ragione, Ron è stato il mio primo vero amico... era sempre rimasto al mio fianco... Ho bisogno anche di lui in questa guerra”
“Non sempre” disse un'altra voce dentro di lui “Nei momenti più difficili era sempre Hermione ad esserti a fianco non Ron...”. Questi pensieri gli fecero venire le lacrime agli occhi.

Mentre era afflitto da queste riflessioni, si sentì osservato. Alzò lo sguardo e vide Hermione, appoggiata allo stipite della porta, che lo guardava con le braccia conserte.
Lei era arrivata lì senza farsi sentire e, appena lo vide con le lacrime agli occhi gli si strinse il cuore, ma allo stesso tempo non poteva non essere arrabbiata con lui per il suo atteggiamento, così rimase lì a fissarlo, aspettando che fosse lui a parlare.

I due si guardarono per un tempo infinito poi Harry, a testa bassa, disse solo: “Scusami”.
“Si può sapere cosa ti è preso per andar via in quel modo?” chiese freddamente Hermione.
“Io... non lo so Hermione... sono stato uno scemo...” disse Harry, in colpa.
“Si, lo sei stato” rispose Hermione, per nulla intenerita dal quel tono sommesso.
“E so anche cosa hai pensato: tu credi che, se tornasse Ron, noi non potremmo più vivere il nostro amore, vero? O ancora peggio che io potrei scegliere lui invece che te!?”.
Lui alzò lo sguardo su di lei, ma lo riabbassò subito, non l'aveva mai guardato in quel modo: aveva uno sguardo di fuoco, se i suoi occhi avrebbero potuto fargli del male, in quel momento lo avrebbero fatto.
“Si Hermione... perdonami” disse lui sempre più agitato. Era così umiliante a volte che lei riuscisse a capirlo così bene... non c'era quasi niente che lui riusciva a nasconderle.
“Perdonarti?!” esclamò Hermione, fuori di se.
“Non ti ho dimostrato abbastanza il mio amore per te? Tu mi avevi abbandonata qui, scappando di notte, lasciandomi solo una maledetta lettera... credi che se io non ti amassi veramente sarei venuta ad aiutarti?! Credi che ti avrei accompagnato in quella casa dove sapevo che avrei rischiato di morire?!” urlò lei.

Quelle parole fecero scattare una reazione d'orgoglio dentro di lui, che si alzò per fronteggiarla, guardandola in un modo che la fece impaurire e calmare allo stesso tempo.
“In quanto a prove d'amore, Hermione, penso di avertene date molte anch'io. Se ti avevo lasciata qui era soltanto perchè non avrei sopportato che ti fosse successo qualcosa per colpa mia, non perchè non ti amavo.
In secondo luogo si, tu saresti venuta a salvarmi anche se non mi amavi, perchè anche se non mi amavi mi volevi bene come a un fratello, eravamo migliori amici, e avresti rischiato la tua vita per la mia in ogni caso... e avresti fatto lo stesso anche per Ron.”

Le sue parole ebbero uno strano effetto su Hermione che guardò stupita Harry e gli disse, quasi in lacrime:
“Da come parli sembra che tu non sia convinto che io ti amo, Harry”
Lui si soprese a vederla in lacrime e a sentire quella frase... Non era quello che lui voleva dire.
“No Hermione, cosa dici? Tu mi hai fatto delle domande alle quali io ho risposto sinceramente... non volevo mettere assolutamente in dubbio il tuo amore nei miei confronti!”
“E allora perchè hai paura di un eventuale ritorno di Ron? Non ti fidi di me?” chiese la giovane strega, guardandolo negli occhi.
“Sono stato uno stupido Hermione, a pensare una cosa del genere... Ma io ho sempre avuto paura che tra te e Ron potesse esserci qualcosa... guarda l'anno scorso... tu eri gelosa di Lavanda, quando Ron è stato avvelenato sei stata la prima ad arrivare in infermeria, con la paura sul viso... E adesso che entrambi sappiamo finalemte quello che proviamo l'uno per l'altra, non voglio che niente ti porti via da me... mi capisci?”
“Harry, ma cosa ti viene in mente? Io e Ron? È vero, l'anno scorso provavo qualcosa per lui, ma è stata una cosa passeggera Harry... e in più tu ti eri innamorato di Ginny... stavo iniziando a perdere le speranze di poterti amare... Ma, Harry, Ron è comunque importante per me, e sono sicura che lo è anche per te... Dobbiamo almeno scoprire se è al sicuro... perchè so che se gli accadrebbe qualcosa non te lo perdoneresti mai... Non è necessario che stia qui con noi, ma voglio sapere se sta bene...” disse Hermione, che ormai guardava Harry con dolcezza, del tutto tranquilizzata.
Harry la prese tra le sue braccia e le sussurrò: “Va bene Hermione, ti prometto che ti aiuterò a trovarlo e, nel caso, a portarlo al sicuro.”
“Grazie Harry... ora ti senti meglio?” gli chiese poi sorridendo
“Si... e perdonami... non avrei dovuto comportarmi in quel modo... dovrò anche chiedere scusa ai miei...”

In quel momento si sentì un buon profumo salire dalla cucina.
“Sembra che i tuoi hanno trovato qualcosa da fare” disse Hermione allegra; poi guardò Harry, che gli sembrò strano, quasi impaurito. Allora gli chiese: “Harry, cosa c'è?”
“È strano Hermione... il fatto che loro siano tornati... sono felice di riaverli con me, ma allo stesso tempo mi fa strano... questa sarà la prima cena che mangerò preparata da loro...”
Hermione lo guardò teneramente e gli disse: “Harry, posso capire quello che stai provando in questo momento, ma pensa questo: ora potrai vivere tutte quelle esperienze con i tuoi genitori, esperienze che non hai potuto conoscere per colpa di Voldemort... cerca di sfruttare al meglio questa seconda occasione e vedrai che sarai molto felice...”
“Ah, Hermione.... cosa farei se non ci fossi tu?” chiese Harry
“Vivresti malissimo, è ovvio... te ne staresti in casa senza sapere cosa fare e dove andare, perchè senza di me non sai muovere un passo...” rispose la ragazza ridendo.
“Hai ragione” osservò il ragazzo, ridendo a sua volta.
Poi la tirò a se, le diede un veloce bacio sulle labbra, le prese la mano e disse: “Scendiamo a cena, Signorina Granger?
“Buona idea, Signor Potter”

Nel frattempo in cucina, mentre preparavano la cena, i signori Potter discutevano sulle cose che i due ragazzi avevano raccontato loro.
“C'è solo una cosa che mi lascia perplesso... La morte di Silente.” disse James.
“Perchè?” chiese Lily, allibita.
“Beh, innanzitutto noi eravamo nel Regno dei Morti e non l'abbiamo visto arrivare... ma è un'altra la cosa che mi lascia stupito... si è lasciato uccidere con troppa facilità... è vero che aveva una mano ferita, ma un grande mago come lui poteva trovare facilmente una cura...”
“Cosa hai intenzione di fare James?”
“Voglio scoprire se ho ragione... all'insaputa dei ragazzi però... Non voglio alimentare false speranze... può darsi che sia solo una mia folle idea.”

“Lily, cosa ne pensi di Harry ed Hermione?” chiese poi James alla moglie.
“Che mi ricordano tanto me e te... Harry ha preso tanto da te, sia fisicamente che caratterialmente... Penso che Hermione sia attratta dalla sua istintività, dal suo senso di giustizia, oltre che dal suo fascino... Sono state quelle doti a farmi innamorare di te da giovane” gli disse Lily sorridendo.
“Hai ragione, ma Harry ha preso anche da te: la sua umiltà, la sua personalità nel sapere sempre quello che bisogna fare, il suo saper perdonare e capire gli altri, la sua razionalità... Quelle erano le tue virtù che mi hanno fatto cambiare quando ti ho conosciuta...”
“Hermione ti somiglia molto, ha le tue stesse qualità, oltre che essere una bella ragazza... non avrei potuto immaginare una ragazza migliore per lui e sono contento di poterla conoscere” aggiunse.
“Hai ragione, mi somiglia molto, e anch'io sono felice che Harry abbia trovato una brava ragazza che gli stia vicino e che lo ami come lei.” disse Lily.

In quel momento si voltarono e videro entrare Harry ed Hermione mano nella mano, con i volti radiosi, e furono felici.
Si sedettero a mangiare e, una volta finito, Harry disse:
“Papà, abbiamo deciso di andare a cercare Ron”
“Bene Harry, voi andate e cercate Ron, mentre io e tua madre cercheremo di contattare i membri dell'Ordine.”
“Perchè non venite con noi? Potreste conoscere anche Ron!” chiese Hermione.
“No Hermione, dovete essere voi a trovarlo, e dovrete chiarirvi... ci sarà tempo per noi per conoscere Ron... e in più non vogliamo starvi troppo tra i piedi... avete una vostra vita da vivere, finchè siamo qui staremo assieme, ma per certe cose è meglio separarsi...”
Harry stava per ribattere, ma James intervenne.
“Non ti preoccupare Harry, nessuno potrà farci del male, perchè siamo già morti... e poi sappiamo badare a noi stessi”.

Hermione guardò i genitori di Harry che lo guardavano, e vide lui che non si stancava mai di guardare loro. In quel momento sorrise e, sentendosi di troppo, disse: “Io vado a farmi una doccia... oggi ne abbiamo passate tante, e ne ho proprio bisogno”. Harry la guardò, ringraziandola con lo sguardo, lei gli sorrise e disse: “A dopo”.

Quando Hermione se ne andò, James con un gesto della bacchetta pulì e sistemò la cucina, dopodichè disse: “Perchè non andiamo sul divano? Staremo più comodi”.
Harry e Lily accettarono, e dopo un'attimo Harry si ritrovò seduto sul divano tra i suoi genitori che lo coccolavano. Harry si sentì felice come non era mai stato in vita sua.
Nemmeno tra le braccia di Hermione si era sentito così amato e protetto.
Sentì tutto l'amore che i suoi genitori provavano per lui e che non avevano potuto dargli in tutti quegli anni e, sopraffatto dall'emozione iniziò a piangere dalla gioia.
Hermione, che li stava osservando dalle scale, sorrise contenta: lei sapeva quanto Harry avesse sofferto per la perdita dei suoi genitori, diverse volte aveva dovuto consolarlo quando il pensiero che loro non c'erano più lo svegliava di notte facendolo stare male. Mentre saliva per andare a fare la doccia, ripensò alle notti che lo trovava in Sala Comune a riflettere o a piangere.
Tra le tante ne ricordò una in particolare, subito dopo la morte di Sirius:

Quella notte lei si era svegliata di soprassalto. Aveva fatto un'incubo, ricordando quello che era successo nell'ufficio misteri. Sapendo che non si sarebbe più riaddormentata, decise di andare nella Sala Comune, a prendere qualcosa da bere e per guardare le stelle, sperando che la facessero calmare.

Quando uscì dal suo dormitorio, vide di non essere la sola ad essere sveglia: sul divano davanti al camino c'era Harry.
Nel vederlo lì, solo e triste, le si strinse il cuore. Nonostante ciò, suo malgrado, sorrise. Era sicura che lo avrebbe trovato lì, e sapeva anche il motivo per cui era sveglio.

Lui, nel frattempo, aveva sentito che stava arrivando qualcuno e in cuor suo sapeva, e sperava, che fosse Hermione. Così, quando si girò e si trovò davanti proprio lei, la ragazza che amava segretamente da tanti anni, non aspettò che gli dicesse qualcosa, ma le si avvicinò, e senza una parola la abbracciò, scoppiando in lacrime. Lei, sorpresa da quell'abbraccio cercò di consolarlo, abbracciandolo forte anche lei e facendogli sentire tutto l'affetto che provava per lui, di fargli capire che lei era lì e che, come sempre, lo avrebbe ascoltato e sostenuto.
Lui poco a poco si calmò, lasciando andare la ragazza, che lo guardava preoccupata. Si sedettero sul divano davanti al fuoco, come avevano fatto tante volte e lei lasciò che lui si sfogasse, che liberasse tutta la rabbia e la frustazione che aveva dentro di se. E lei lo consolò, come solo lei sapeva fare, perchè solo lei conosceva le debolezze del prescelto e solo lei sapeva come tranquillizzarlo nei suoi peggiori momenti.

Alla fine Harry le chiese:
“Come fai Hermione? Ogni volta che io non sto bene tu arrivi a consolarmi... come ci riesci?”
“Ti conosco bene Harry, lo sento quando non stai bene... quando hai bisogno di me... e non mi pesa affatto starti vicino, perchè ti voglio bene come a un fratello.” Rispose sorridendo la ragazza.
“Anch'io Hermione, e non smetterò mai di ringraziarti per tutto quello che fai per me.” disse il giovane mago che, dopo averle dato un dolce bacio sulla fronte andò a dormire, lasciandola lì, confusa ed emozionata.

Quando Harry riuscì a ricontrollarsi disse ai suoi genitori: “Mi siete mancati così tanto che adesso mi sembra un sogno avervi qui.”
“Lo sappiamo Harry” disse suo padre.
“Ci dispiace di aver passato così poco tempo con te negli anni più difficili e importanti della tua vita, ma posso dirti una cosa: io e tua madre siamo fieri di te, nonostante tutto quello che hai passato sei cresciuto proprio come noi avremmo voluto, trovando dei buoni amici e una splendida ragazza. In più ti prometto che ci rifaremo di tutto il tempo perduto.”
Harry sorrise e disse: “Lo so, e ne sono felice”.
Mentre chiaccheravano, Hermione arrivò tra loro. Indossava una vestaglia blu chiaro da ragazza, che lasciò Harry senza fiato, anche se nessuno, a parte Hermione, se ne accorse. Lei sorrise ad Harry e chiese: “Posso unirmi a voi?”
“Che domande Hermione, certo che puoi” disse Lily allegra.
"Comunque noi non restiamo a lungo, domani ci aspetta una giornataccia... Non so ancora come reagiranno gli altri quando sapranno che siamo vivi...”.
Lily e James rimasero ancora 10 minuti con i due ragazzi, dopodichè augurarono la buona notte e andarono a dormire.
Harry ed Hermione rimasero così soli, abbracciati sul divano davanti al camino, ed erano felici.

Ad un certo punto Harry disse: “Sai Hermione, è tutto così confuso... fino a due giorni fa io ero da solo nella tenda dove ci eravamo nascosti per un mese, con i rimorsi per averti abbandonata qui e senza nemmeno aver avuto il coraggio di dirti quello che provo per te... E ora invece sono qui, abbracciato e coccolato dalla donna che amo, e ancora meglio con i miei genitori di nuovo al mio fianco... mi sento da un lato l'uomo più felice e fortunato del mondo, mentre dall'altro lato è come se stessi vivendo un sogno che non riesco a comprendere...”

Hermione lo guardò, uno sguardo pieno di amore e tenerezza e, accarezzandogli il viso, rispose: “Quando mi hai abbandonata qui mi sono sentita morire, perchè pensavo che non ti avrei più rivisto, e che non avremmo mai potuto vivere il nostro amore. Ma ho capito una cosa da questa esperienza: il nostro amore sopravvivrà a tutto, anche al nostro nemico, perchè è un'amore puro, che supera anche la morte... come quello tra te e i tuoi genitori... e io sono felice di esserti accanto nel momento più bello della tua vita... della nostra vita...”

A quelle parole, il giovane mago fu investito da una felicità inimmaginabile e, preso il viso della sua ragazza tra le mani, la baciò con passione, tutta la passione e l'amore che provava per lei. Lei rispose al bacio, e in quel momento si sentì come in paradiso.
Quando si separarono erano tutt'e due rossi in viso e visibilmente emozionati.

“Che ne dici di rimanere sul divano a dormire questa notte Harry? Come ai vecchi tempi, quando ci addormentavamo davanti al camino della sala comune? Non me la sento di dormire da sola... l'ultima volta mi hai abbandonata, e non voglio che succeda ancora” disse Hermione sorridendo.
“Non so che dire Hermione...” rispose lui a testa bassa, ma la ragazza notò uno sguardo divertito: si era vendicato del fatto che lei gli aveva rinfacciato il suo abbandono.
“Di solo di si, Harry” gli sussurrò all'orecchio.

“Va bene Hermione, se ti fa sentire più tranquilla dormirò con te stanotte, ma non temere, non me ne andrò più via... non ci sarà più niente che potrà allontanarmi da te... amore mio.” Le ultime parole gliele sussurrò all'orecchio, facendola rabbrividire: non l'aveva mai chiamata così, e la cosa non le dispiaceva affatto.

Lei si addormentò subito, con la testa appoggiata sul suo petto, cullata dal ritmo del cuore del giovane mago, che batteva forte per lei. Lui la circondò con le sue braccia, come a volerla proteggere da ogni pericolo, appoggiò la testa sulla sua spalla e, mentre la guardava dormire felice tra le sue braccia, si addormentò serenamente per la prima volta da mesi.