domenica 9 gennaio 2011

Harry&Hermione


   Capitolo2: L'incontro

Mentre Hermione usciva da Grimmauld Place, intenta a cercarlo, Harry era nella tenda a riflettere sulla prossima mossa da fare.
Era sicuro che uno degli Horcrux fosse ad Hogwarts, ma pensò che fosse impossibile per lui entrare là da solo.
Così decise che per prima cosa sarebbe andato là dove tutto era iniziato: Godric's Hollow.
Sapeva che sarebbe stato pericoloso, Ron ed Hermione l'avrebbero probabilmente messo in guardia e convinto a desistere.
“Ma ora loro due non ci sono più, quindi devo decidere io” si disse.
“Andrò a Godric's Hollow... per me è cominciato tutto lì e può darsi che trovo delle risposte”
Sentiva la voce di Hermione che gli diceva: “Ma oltre alle risposte potresti trovare la morte, non andare Harry!!” e poi quella di Ron: “Miseriaccia Harry, non vorrai andare sul serio a Godric's Hollow? E se Voldemort ti aspettasse? Sei pazzo?”.
Sorrise e pensò: “Hanno ragione, ma voglio rischiare... voglio vedere la tomba dei miei genitori... scusatemi amici miei... spero almeno che voi siate al sicuro ora...”

Così uscì dalla tenda, che rimpicciolì con un incantesimo per poi metterla in tasca, si mise il mantello dell'invisibilità di suo padre e si smaterializzò.
Quando arrivò al paese era un po' emozionato. Quello era il paese dov'era nato, dove era stato felice con i suoi genitori, anche se per poco. Pensò alla vita che avrebbe potuto fare se Voldemort non avesse distrutto la sua famiglia.
"Avrei potuto avere una sorella o un fratello... avrei potuto invitare i miei amici... avrei potuto presentare Hermione ai miei genitori, sono certo che sarebbero stati fieri di lei... avrei potuto essere amato dalla mia famiglia... Ma non ho potuto vivere tutto questo per colpa di un pazzo come Voldemort... È ora di mettere fine a tutto questo” pensò amaramente. Iniziò poi a cercare il cimitero.

Lo trovò subito e, con una senzazione di vuoto nello stomaco entrò, senza sapere che qualcuno lo stava osservando. Mentre cercava la tomba dei suoi genitori pensava:
“Mi sarebbe piaciuto venire qui con Hermione, sarebbe stato un momento indimenticabile... lei mi è sempre stata vicino nei momenti difficili, e questo lo è...”
Ad un tratto però sentì freddo, e vide che tutto si era oscurato...
“Dissennatori” si disse Harry a denti stretti.
“Maledizione, sanno che sono qui... ma quanti sono?”. Vide infatti che erano almeno 20.
“Forza Harry, pensa a qualcosa di felice” si disse. “Ma a cosa devo pensare? Ron se n'è andato, Hermione l'ho abbandonata a Grimmauld Place... potrei non rivederla più... il suo viso... i suoi occhi...”

Mentre i dissennatori si avvicinavano sentì crescere dentro di se la disperazione; ma il viso, gli occhi e il sorriso di Hermione si fecero più vivi nella sua mente, come anche l'espressione di Ron...”
“I miei amici, il Trio... ecco un ricordo felice” si disse, e pensando intensamente ad un momento felice insieme ai suoi amici, con tutte le energie, urlò: “EXPECTO PATRONUM!!”.
Ma, anche se il suo patronus respinse i primi dissennatori, lui sentì che stava perdendo le energie... stava perdendo il controllo e ad un certo punto cadde in ginocchio, e si sentì finito.
“Hermione” fu il suo pensiero in quel momento “sappi che ti ho sempre amata!”

Ma, proprio quando non potè più resistere, vide una lontra argentea passargli davanti e andare verso i dissennatori, e poi qualcuno gli sussurrò: “Forza Harry, devi resistere...”.
“Dovevo immaginarlo” si disse sorridendo e, rialzandosi a fatica, vide di fianco a se qualcuno che lo proteggeva con sguardo fiero e senza paura. In quel momento, forse più che in altre occasioni, vide che era bellissima, come una Dea... la sua Dea.
“Hermione” si disse.
"Sapevo che saresti adata a cercarmi ma, anche se ancora una volta ti devo la vita, ti avrei preferita al sicuro...".
Poi, focalizzando nella sua mente l'immagine di lei che lo salvava, pensò: “Non devo cedere, devo resistere, per lei” e rifece l'incanto Patronus.

Questa volta però era talmente potente, combinato con quello di Hermione, che i dissennatori scomparvero in un att imo.
Harry era sfinito e cadde, ma si ritrovò tra le braccia di Hermione, che lo sosteneva.
Lui la guardò negli occhi, quegli occhi che ora lo guardavano fieri, ma allo stesso tempo preoccupati per lui, e le disse: “Sapevo che saresti venuta a cercarmi... perdonami... volevo proteggerti”.
Lei gli sorrise dicendogli: “Non ti preoccupare Harry, so che volevi proteggermi e non farmi del male, non lo faresti mai... ma anch'io voglio proteggere te, ci proteggeremo a vicenda... Non puoi combattere questa guerra da solo, anche se sei il prescelto”.
Lui si rialzò, aiutato da lei, e sussurrò alla ragazza: “Come facevi a sapere che ero qui? Come hai fatto a trovarmi?”
“Ti conosco meglio di chiunque altro Harry, sapevo che desideravi venire qui... me lo sentivo... sentivo che avevi bisogno di me... come sempre...”
“Hai ragione Hermione, ho sempre avuto e avrò sempre bisogno di te... Ora più che mai” rispose il mago, guardando verso il centro del cimitero.
Hermione capì come si doveva sentire, perchè lo prese per mano e gli disse “ Coraggio Harry... io ti starò vicino”.

Avanzarono insieme e poco dopo Harry si fermò: aveva trovato la tomba dei suoi genitori.
Fu sopraffatto dall'emozione, non riuscì a trattenere le lacrime, e cadde in ginocchio davanti alla tomba: non riusciva a non pensare che i suoi genitori fossero morti per colpa sua, sacrificati per proteggere il loro bambino che era comunque destinato a morte certa.
Teneva stretta Hermione accanto a se, come per farsi forza, ma dopo un'attimo sentì che doveva andar via, che non sarebbe riuscito a stare lì un minuto di più.
Si alzò, fece apparire dal nulla un mazzo di fiori per loro e si voltò, sempre con Hermione al suo fianco.

Quando uscirono dal cimitero Harry fu colto dal desiderio di vedere la casa in cui avevano vissuto i suoi genitori e lo disse a Hermione.
Lei lo guardò, ed Harry capì dal suo sguardo che avrebbe accettato di accompagnarlo, ma che era anche preoccupata per lui e le disse:
“So che potrebbe essere pericoloso Hermione, ma cerca di capirmi... ho bisogno di vedere la casa dove ho vissuto il mio primo anno di vita, l'unico con i miei genitori... magari posso trovare qualcosa che mi faccia riavvicinare a loro...”
“Ti capisco Harry, e ti seguirò ovunque tu voglia andare, perchè non voglio lasciarti... solo ti prego di fare attenzione”

“Harry” lo chiamò poi la strega, che gli disse: “Prima che cerchiamo la casa dei tuoi genitori, voglio chiederti una cosa”.
“Dimmi” disse Harry ma, guardando Hermione negli occhi, sapeva cosa stava per chiedergli, e non sapeva se era pronto a risponderle.
“È vero quello che mi hai scritto in quella lettera Harry? È vero che mi ami?”
“Hermione io...” cercò di rispondere il ragazzo abbassando gli occhi.
“Harry ti prego, ho bisogno che tu mi dica la verità...!!! Tu non hai idea di come mi sono sentita quando ho visto che tu non c'eri più, e quando ho letto su quella lettera che mi ami ero al settimo cielo, ma allo stesso tempo ti ho odiato, perchè non ti avevo al mio fianco... sono venuta a cercarti anche per questo... nella lettera mi hai scritto che avremmo potuto vivere il nostro amore... ti sto dando la possibilità di farlo... mi ami davvero?”
Lui allora alzò gli occhi, le prese il dolcemente il viso tra le mani e la baciò con passione, tutta la passione che covava in lui da quando si erano visti la prima volta.

Lei all'inizio si stupì per quel bacio improvviso, ma poi si lasciò andare a tutta quella passione, aveva aspettato e desiderato da tanto quel momento.
Poi si separarono e lui le sussurrò dolcemente: “Ti amo Hermione Jane Granger, ti ho sempre amata e ti amerò per sempre”.
Dopo quelle parole, che la fecero arrossire e la colmarono di felicità, fu lei a baciarlo, in modo ancora più passionale. In quel bacio riversò tutta la sua felicità e tutto l'amore che provava per lui, e quando si separò da lui gli disse: “Anch'io ti amo Harry James Potter, e in questo momento sento di essere la ragazza più felice del mondo!”

Lui le sorrise e, sempre tenendola stretta a se, le disse: “Ora andiamo a cercare la casa dei miei genitori”.
“Hermione” le disse poi, mentre passeggiavano tra tutte quelle case così uguali, in attesa di quella che stavano cercando.
“Si Harry, cosa c'è?”
“Non ti ho ancora ringraziata per avermi salvato dai dissennatori, poco fa”
“Harry, è stata la potenza del tuo patronus a salvarci tutti e due... io ti ho solo aiutato... e comunque sai che non mi costa aiutarti, perchè per me la tua vita è più importante persino della mia” rispose la ragazza.
“Lo so, e per me è la stessa cosa, ma tu non capisci... Sono riuscito ad evocare un patronus così potente solo grazie a te... è stata la consapevolezza del tuo amore per me a salvarmi”
Lei a quelle parole si emozionò, facendola arrossire, ma rispose:
“No Harry, è stato l'amore che proviamo l'uno verso l'altra a salvarci, entrambi”
Non fece in tempo a finire la frase, quando entrambi videro la casa che stavano cercando: il piano superiore era esploso, in seguito alla maledizione che rimbalzò su Voldemort, ma per il resto era intera.

Harry era strano, da una parte voleva entrare, sentiva che era importante per lui vedere la casa dove avrebbe potuto vivere felicemente con i suoi genitori. D'altra parte però non poteva fare a meno di pensare che l'attacco dei dissennatori dimostrasse che qualcuno era lì ad aspettarlo ed era preoccupato, più per Hermione che per sè.

Hermione sembrò capire cosa passava nella mente del suo ragazzo, perchè gli prese la mano e gli disse, guardandolo negli occhi:
“Harry, so a cosa stai pensando, so che è pericoloso, ma è stata una mia scelta seguirti e starti vicino... qualunque cosa troveremo, bella o brutta, la affronteremo insieme, come abbiamo sempre fatto...”
“Hai ragione Hermione, e poi penso che con te al mio fianco sarà più facile per me entrare... non so se lo farei sapendo di essere da solo, l'emozine è troppo forte” rispose lui prendendola per mano a sua volta.
E così avanzarono, ma mentre stavano per entrare lui pensò: “Se accade qualcosa a Hermione non me lo perdonerò mai!”. Non sapevano che qualcuno di nascosto li aveva seguiti. Qualcuno che sapeva che Harry prima o poi sarebbe arrivato.


Appena entrarono videro subito che era stata una bella casa, non troppo grande, tipicamente inglese. Harry si guardò intorno, sempre mano nella mano con Hermione, in cerca di qualcosa che poteva ricordargli il passato, ma sapeva che era impossibile: era passato troppo tempo.
Ad un certo punto lo sguardo di Harry fu attirato da qualcosa: era un piccolo libro, sembrava un diario.
Lo aprì emozionato, con le mani che gli tremavano e disse:
“Hermione guarda, è un diario... dalla scrittura direi che era di mio padre... c'è anche una foto con lui”.
Entrambi sorrisero: la foto ritraeva Harry che giocava con il padre, mentre la madre, di fianco, rideva. Harry si sentiva felice... era la prima foto nella quale si vedeva con il padre.

Ma d'un tratto sentì la cicatrice fargli male, come se si stesse spaccando in due, rompendo quell'attimo di felicità.
Harry cadde a terra e urlò ad una preoccupatissima Hermione, inginocchiata accanto a lui:
“Scappa, sta arrivando... Scappa!!!”
“No Harry, non ti lascio, se devo morire lo farò al tuo fianco!” rispose Hermione con tutto il coraggio che aveva e tutto l'amore per lui.
“Maledizione Hermione, ti ho detto di andare... non dovevo nemmeno portarti qui! Vai mettiti in salvo... non sopporterei di vederti morire per colpa mia!!!”

“Ha ragione Potter, lo sai ragazzina?” disse all'improvviso una voce fredda, crudele... una voce che Harry conosceva bene. “Avresti fatto bene a non venire qui, perchè ora morirai, insieme al tuo amato Harry Potter”.
“NO! Tu non le farai del male, uccidi me piuttosto ma lascia stare lei!!” urlò Harry, che intanto si era rialzato e aveva puntato la bacchetta contro di lui che rise, sprezzante, dicendogli: “Ti ucciderò di certo Harry, ma prima voglio dimostrarti quanto sia follia il fatto che l'amore possa salvarti dalla morte, e te lo dimostrerò con la tua ragazza mezzosangue!”
“Crucio” disse poi, puntando la bacchetta contro Hermione, ma Harry si buttò, intercettando l'incantesimo, che stranamente non ebbe alcun effetto su di lui. Allora lui capì, capì che le maledizioni senza perdono di Voldemort su di lui non potevano funzionare, perchè era protetto dal sacrificio di sua madre. Però fece finta di soffrire, in modo che Voldemort non potesse capire... poteva essere un'arma contro di lui.

“Harry, no!!” eslamò Hermione che, puntata la bacchetta contro Voldemort urlò: “Incendium” e dalla sua bacchetta fuoriuscirono delle fiammate simili a fulmini. Voldemort riusci appena in tempo a creare uno scudo che parò l'incantesimo, ma la sua forza fu tale che l'Oscuro Signore fu sbalzato via e cadde a terra. “Expelliarmus” gridò poi Harry, che nel frattempo si era rialzato, ma Voldemort ruiscì a parare l'incantesimo di disarmo e, rialzandosi, disse: “È la prima volta da molto tempo che qualcuno riesce a mettermi in diffidoltà... sei brava ragazzina... avremmo bisogno di gente come te in mezzo a noi, ma questo non vi salverà.”

“Non mi unirò mai a te!!” urlò Hermione “Morirei piuttosto che unirmi a gente come voi” e intanto con lo sguardo si accertò delle condizioni di Harry, che annuì, mettendosi al suo fianco.
Voldemort guardò un'istante quei due ragazzi, che adesso gli erano di fronte con le bacchette puntate su di lui, decisi anche a morire l'uno per l'altra e pensò: “Quei due ragazzi credono davvero che il loro amore li salverà, ma sono degli illusi... hanno coraggio però, sarà più divertente ucciderli”.

Poi, senza alcun preavviso, lanciò la maledizione Imperius su Harry, ordinandogli di uccidere Hermione.
Harry si sentiva vuoto, sentiva la voce di Voldemort che gli diceva di ucciderla, e lui tirò fuori la bacchetta. Ma un'altra voce dentro di sè disse: “No, non voglio ucciderla... io la amo... perchè dovrei ucciderla?” Sentiva il potere della maledizione crescere, come anche la voce di Voldemort nella sua testa, ma lui non voleva, non doveva cedere e ad un tratto urlò: “NO, io non la ucciderò MAI!!”.

Voldemort annullò la Maledzione e disse, con voce bassa e rabbiosa: “No, Potter? Molto bene, allora lo farò io”. “Avada Kedavra!” esclamò subito dopo e Hermione si vide perduta. “NOOO!!!” urlò Harry che, senza pensarci, si gettò sulla traiettoria della maledizione, che lo colpì in pieno rimbalzando poi anche sul corpo di Voldemort, lasciandoli entrambi a terra, morti.
“NOOO, HARRYY!!” urlò Hermione disperata, correndo verso di lui e cercando di svegliarlo: “Non può essere morto, non può... dev'esserci un modo per tornare indietro, dev'esserci... ti prego Harry non lasciarmi, non adesso... non ora che so cosa provi per me...non andare dove non posso seguirti... torna indietro...non posso stare senza di te!!”. Ma in cuor suo sapeva che non c'era più niente da fare... che il suo Harry non sarebbe più tornato. Restò lì, con il corpo di Harry tra le sue braccia, incapace di muoversi, di pensare... Restò sola a piangere sul corpo del suo ragazzo morto.

Harry si svegliò, e per prima cosa vide il volto di Hermione in lacrime chino su di lui. Allora si alzò, cercando di chiamarla e di consolarla. Ma si rese conto che lei non poteva nè vederlo nè sentirlo e, guardando la scena, con il corpo di Voldemort a poca distanza, ricordò cosa era successo e si disse: “Ma io dovrei essere morto, come faccio ad essere qui? Come faccio a vedere questa scena? È come essere di nuovo nel pensatoio di Silente..."
Poi avvertì una presenza dietro di se si voltò e vide due figure che si avvicinavano. Era strano, gli sembrava di conoscerle, ma loro non potevano essere lì... com'era possibile? Quando si avvicinarono capì che erano loro: suo padre e sua madre lo guardavano, sorridendo.
“Mamma, Papà... come è possibile che io riesca a vedervi?” chiese il ragazzo, molto emozionato. “Siamo stati mandati qui per aiutarti a compiere la tua missione” rispose James Potter.
“La mia missione? Io non sono morto vero?”
“No figlio mio, tu non sei morto, tu sei il nemico di Voldemort, l'unico che può sconfiggerlo... Per questo sei stato rimandato indietro anche tu... E poi tu non potevi morire, non contro di lui perchè...”
“Perchè voi vi siete sacrificati per me... come io per Hermione... per cui ora l'ho resa invulnerabile contro di lui, giusto?”
“Giusto Harry” gli disse il padre sorridendo.

“Mi dispiace tanto che voi siate morti... io non avrei voluto...” e avvicinandosi scoprì che poteva toccarli, così li abbracciò, commosso ed emozionato nel sentire ancora il loro affetto, un affetto che non provava più da sedici anni. E si sentì felice.

Finito l'abbraccio, il giovane mago guardò Hermione che ancora piangeva e disse: “Io devo tornare indietro... per lei, per poter vivere il nostro amore... e per distruggere finalmente il mio nemico”. Fece per salutarli quando sua madre disse: “Hai ragione tesoro mio, devi tornare inidetro... ma non da solo.”
“Cosa?!” disse Harry, emozionato ed incredulo allo stesso tempo, e guardò il padre che annuì e disse: “Noi veniamo con te Harry, per aiutarti e proteggerti... la guerra sarà dura e tu avrai bisogno di tutto l'aiuto possibile... e poi abbiamo un conto in sospeso con Voldemort...”
“Ma... come è possibile?”
“Consideralo un dono dall'alto... una ricompensa per tutte le sofferenze che hai subito”
Il ragazzo era incredulo, anche se al settimo cielo, ma disse: “Andiamo?”
I suoi genitori annuirono e, insieme, tornarono nel mondo dei vivi.

Hermione intanto si era alzata, voltandosi verso l'essere che gli aveva portato via il suo ragazzo. Sapeva che non poteva essere morto, perchè gli Horcrux non erano stati distrutti. Lo guardò con odio. Stava per sfogare tutta la rabbia e il dolore che aveva dentro su di lui quando si sentì chiamare. Il suono di quella voce... lei lo conosceva da anni... ma non poteva essere, l'aveva visto morire... aveva appena finito di piangere sul suo corpo morto...

“L'ho sicuramente immaginato” pensò. Ma si sentì chiamare di nuovo, più forte e allora lei si voltò e lo vide: vide il suo ragazzo in piedi che la guardava dolcemente e disse: “Oh Harry”. Poi si precipitò tra le sue braccia piangendo e dicendo: “Credevo che fossi morto, stavo per impazzire, sapendo che non avrei più potuto amarti!” Poi lo guardò negli occhi e disse: “ Come è possibile Harry? Come fai ad essere qui?”

Lui la baciò dolcemente e le disse: “Te lo spiego dopo... C'è un'altra cosa che dovresti sapere... insieme a me è tornato anche qualcun'altro... qualcuno che voglio che tu conosca”.
“Chi Harry?”
“Girati, guarda tu stessa”
Lei si voltò, e vide Lily e James Potter che la guardavano.
Stupefatta, guardò Harry che guardava i suoi genitori pieno di felicità, e sussurrò: “Come fanno loro ad essere qui?”
“Non lo so, ma mi sembra di vivere un sogno” rispose il ragazzo.
Poi, sotto i loro occhi, videro che Voldemort si stava riprendendo.
Loro si guardarono e, senza dire una parola, Harry prese per mano Hermione e i suoi genitori e si smaterializzò, portandoli a Grimmauld Place.

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