sabato 15 gennaio 2011

Harry&Hermione


Capitolo 3: Lily&James Potter


“Harry, devi spiegarmi molte cose” disse Hermione appena arrivarono a Grimmauld Place.
“Va bene Hermione... Ti spiegherò tutto... sediamoci sul divano... avremo molte cose di cui parlare...” disse Harry.
Dopo che Hermione aveva fatto un thè molto forte e tutti si furono seduti, Harry iniziò a raccontare.
“È tutto molto confuso Hermione, perchè neanch'io sono riuscito a capire alcune cose. Quello che so, e che posso dirti, é che io e te siamo invulnerabili alle maledizioni senza perdono di Voldemort.”
“Cosa?! Come è possibile?!” chiese Hermione, sbalordita.
“Hai presente quando mi sono gettato sulla maledizione cruciatus?”
“Si, Harry”
“Quella maledizione su di me non ha avuto alcun effetto, anche se io ho fatto finta di soffrire per non farlo capire a lui... ma in quel momento io ho capito che lui non poteva toccarmi... che non poteva farmi del male...”
“E così” disse Hermione “Quando lui mi ha lanciato l'Avada tu ti sei lanciato senza problemi perchè sapevi che non ti avrebbe fatto niente...”
“No Hermione, mi sono lanciato senza problemi perchè volevo salvarti... perchè non volevo che lui ti facesse del male” rispose il giovane mago sorridendo alla sua ragazza che arrossì, imbarazzata ma anche lusingata.

“Tale padre tale figlio” disse James, sorridendo orgoglioso
“Anch'io avrei fatto lo stesso per tua madre Harry... ma tu hai fatto molto di più...”
“Cosa vuol dire, Harry?” chiese Hermione, che lanciò uno sguardo interrogativo su di lui.
“Vuol dire che quando io mi sono “sacrificato” per te, ti ho resa invulnerabile... ora lui non può più farti del male... grazie al mio sangue che scorre anche nelle sue vene...” le disse Harry.
Sapere quel che lui aveva fatto per lei lasciò Hermione senza parole: lui aveva sacrificato una parte di se stesso per lei, per averla sempre al suo fianco e per far si che non le venisse più fatto del male... Il fatto che lui sapeva che non sarebbe morto non cambiava nulla.

Lo guardò negli occhi, cercando le parole giuste per esprimere i suoi sentimenti in quel momento, ma l'emozione era troppo forte che non riuscì quasi a parlare, riuscì solo a dire: “Grazie, Harry... quello che hai appena fatto per me è davvero meraviglioso”.
“È stato un gesto spontaneo Hermione, anche se non avessi saputo che non sarei morto mi sarei buttato lo stesso... Ma ora sono più tranquillo, perchè so che il nostro amore ci proteggerà entrambi dal nostro nemico... e con te al mio fianco riuscirò a sconfiggerlo!” le disse sorridendo, per poi stringerla a se.
Hermione era colma di gioia, non solo il suo ragazzo non era morto, ma era tornato facendo in modo che nulla potesse, d'ora in avanti, ostacolare il loro amore.

Lily e James, guardando i due ragazzi così felici insieme, sorrisero compiaciuti.
Harry si rivolse a loro:
“Però non riesco a capire il vostro ritorno” disse il giovane mago ai suoi genitori.
“Tu sei l'eroe che è destinato a distruggere Voldemort. Quando tu ti sei sacrificato per amore di Hermione, si è creato qualcosa di unico.” iniziò a spiegare James.
“Il tuo sacrificio è stato simile al mio” intervenne Lily, che aggiunse: “solo che dentro di te scorreva già il mio sacrificio per te... quando tu hai pensato di essere morto, si era creato una specie di passaggio, che ci ha permesso di tornare indietro.”
“Ma come è possibile?” intervenne Hermione, anche se un po' a disagio.
“Non ho mai sentito niente del genere... come può un sacrificio, seppure magnifico, riportare indietro i morti?”
“Io penso di capire adesso Hermione” disse Harry, colpito da un pensiero.
“Non si è mai sentito niente del genere perchè un caso come il mio non si è mai avverato..."

"Quando io sono stato colpito dall'anatema che uccide non sono morto, nè la prima nè la seconda volta... tutt'e due le volte grazie al sacrificio dei miei genitori... questo è qualcosa che il mondo della magia non ha mai visto... qualcosa di unico...”.
Poi, guardando il padre, aggiunse: “È stato questo legame a permettervi di tornare indietro vero? È come se io fossi venuto a prendervi... per ricompensarvi del sacrificio che voi avete fatto per me!”
“Si Harry, è così... e io non avrei saputo spiegarlo meglio.”
“Ma è una cosa definitiva?”chiese Hermione che, visto lo sguardo di Harry, aggiunse: “Voglio dire... potrebbe essere che... che siate stati rimandati per aiutare Harry a sconfiggere il suo nemico... ma poi cosa accadrà?”
“Non lo sappiamo Hermione” rispose James.
“Non sappiamo se è una cosa temporanea o definitiva.”
“Ma una cosa la sappiamo” aggiunse James che insieme a Lily guardava ora il figlio “Vogliamo recuperare il tempo che abbiamo perso con nostro figlio.”

Così passarono il resto del pomeriggio a parlare.
Harry ed Hermione aggiornarono Lily e James su tutto quello che era successo in quei 16 anni, raccontarono tutte le loro avventure e disavventure.

Loro ascoltarono attentamente e, quando i due ragazzi finirono di raccontare, James disse:
“Harry, secondo me la prima cosa che dovete fare è cercare Ron”
“Cosa?!” disse Harry, che solo a sentire il suo nome era diventato nervoso.
“Ha ragione Harry” disse Hermione.
“Come puoi dire una cosa del genere Hermione? Lui ci ha lasciati soli, ci ha abbandonati nel momento in cui avevamo bisogno, abbiamo rischiato che ci uccidessero fuori da quella tenda.... tutto perchè era geloso di noi... si è comportato come un bambino, e non abbiamo bisogno di bambini per combattere Voldemort!” esclamò Harry, che si stava innervosendo.
“Tu non avresti fatto lo stesso se io avessi scelto Ron? Non te ne saresti andato se avessi saputo che io preferivo lui a te?” rispose a tono la ragazza.
“No Hermione, io sarei rimasto, perchè ti avrei preferita felice tra le braccia di Ron, piuttosto che uccisa da un mangiamorte perchè io non ero lì ad aiutarvi!!” urlò il ragazzo, ormai visibilmente arrabbiato.
Uno strano silenzio seguì quelle parole, che lasciarono di stucco tanto Hermione quanto i suoi genitori, e ora nessuno sapeva più cosa dire.
La prima a riprendersi fu Hermione, che cercò di accarezzargli il viso, ma lui le scansò la mano e, senza dire una parola, si alzò e andò nella camera che era stata del suo padrino.
Non sapeva bene nemmeno lui perchè aveva reagito in quel modo. Forse era ancora arrabbiato per il modo in cui li aveva abbandonati, forse era convinto che se fosse tornato i sentimenti di Hermione verso di lui sarebbero cambiati...

Hermione stava per seguirlo, quando Lily intervenne, dicendole di lasciarlo stare.
“Penso di sapere cosa ha provato sentendoti dire che lo rivuoi tra di voi” le disse “E se ho ragione è meglio lasciarlo riflettere da solo... se è come tuo padre tra un po' si accorgerà di aver sbagliato e scenderà da solo...”
“Non lo farà” rispose James
“Ho capito anch'io cosa ha provato, ma penso che aspetterà che Hermione vada da lui per spiegarsi da soli... comunque è meglio lasciarlo tranquillizzare, perchè parlargli adesso sarebbe inutile.”
“Avete ragione” disse sorridendo Hermione.
“Si vede che siete i suoi genitori... ha preso tanto da voi... anch'io comunque so esattamente cosa gli è passato per la testa, ma se ho ragione mi sentirà, perchè vuol dire che non ha fiducia in me!”
James la guardò sorridendo e le disse:
“Ogni tanto mi sembri Lily da giovane... bene bene, il nostro Harry ha trovato la ragazza perfetta per lui... bella, intelligente e con un carattere ancora più forte del suo!”
Hermione sorrise imbarazzata ai commenti di James e Lily se ne accorse, perchè rimproverò il marito: “James sei sempre il solito! Non vedi che la metti in imbarazzo?”
“Che c'è? Ho solo detto che Hermione mi sembra la ragazza giusta per Harry!”
Lily lo guardò male, ma subito dopo i due si misero a ridere.
Hermione li guardò sorridendo, perchè gli ricordavano lei e Harry quando si mettevano a ridere dopo che lei lo rimproverava per qualcosa. Quei pensieri la fecero rabbuiare, perchè pensava ad Harry ora chiuso da solo in una delle stanze. “Devo andare a parlargli, non posso saperlo così triste e solo mentre io sono qui a scherzare con i suoi genitori.

Lily si accorse che l'espressione di Hermione era cambiata, e sembrò capire a cosa stava pensando, perchè le disse:
“Vai da lui... penso che ora si sia calmato... Noi intanto troveremo qualcosa da fare.
Lei e James si capirono con uno sguardo.
Hermione, senza dire niente si alzò ed andò a cercare il suo ragazzo.
“Sarà di sicuro nella camera di Sirius” Pensò mentre saliva le scale.

Harry intanto aveva iniziato a sentirsi in colpa.
“Sono uno stupido” si disse “Mi sono comportato malissimo, sia con Hermione che con i miei genitori... cosa mi è preso? Non sono nemmeno degno di essere il figlio di James e Lily Potter se mi comporto in questo modo... E quel che è peggio è che hanno ragione, Ron è stato il mio primo vero amico... era sempre rimasto al mio fianco... Ho bisogno anche di lui in questa guerra”
“Non sempre” disse un'altra voce dentro di lui “Nei momenti più difficili era sempre Hermione ad esserti a fianco non Ron...”. Questi pensieri gli fecero venire le lacrime agli occhi.

Mentre era afflitto da queste riflessioni, si sentì osservato. Alzò lo sguardo e vide Hermione, appoggiata allo stipite della porta, che lo guardava con le braccia conserte.
Lei era arrivata lì senza farsi sentire e, appena lo vide con le lacrime agli occhi gli si strinse il cuore, ma allo stesso tempo non poteva non essere arrabbiata con lui per il suo atteggiamento, così rimase lì a fissarlo, aspettando che fosse lui a parlare.

I due si guardarono per un tempo infinito poi Harry, a testa bassa, disse solo: “Scusami”.
“Si può sapere cosa ti è preso per andar via in quel modo?” chiese freddamente Hermione.
“Io... non lo so Hermione... sono stato uno scemo...” disse Harry, in colpa.
“Si, lo sei stato” rispose Hermione, per nulla intenerita dal quel tono sommesso.
“E so anche cosa hai pensato: tu credi che, se tornasse Ron, noi non potremmo più vivere il nostro amore, vero? O ancora peggio che io potrei scegliere lui invece che te!?”.
Lui alzò lo sguardo su di lei, ma lo riabbassò subito, non l'aveva mai guardato in quel modo: aveva uno sguardo di fuoco, se i suoi occhi avrebbero potuto fargli del male, in quel momento lo avrebbero fatto.
“Si Hermione... perdonami” disse lui sempre più agitato. Era così umiliante a volte che lei riuscisse a capirlo così bene... non c'era quasi niente che lui riusciva a nasconderle.
“Perdonarti?!” esclamò Hermione, fuori di se.
“Non ti ho dimostrato abbastanza il mio amore per te? Tu mi avevi abbandonata qui, scappando di notte, lasciandomi solo una maledetta lettera... credi che se io non ti amassi veramente sarei venuta ad aiutarti?! Credi che ti avrei accompagnato in quella casa dove sapevo che avrei rischiato di morire?!” urlò lei.

Quelle parole fecero scattare una reazione d'orgoglio dentro di lui, che si alzò per fronteggiarla, guardandola in un modo che la fece impaurire e calmare allo stesso tempo.
“In quanto a prove d'amore, Hermione, penso di avertene date molte anch'io. Se ti avevo lasciata qui era soltanto perchè non avrei sopportato che ti fosse successo qualcosa per colpa mia, non perchè non ti amavo.
In secondo luogo si, tu saresti venuta a salvarmi anche se non mi amavi, perchè anche se non mi amavi mi volevi bene come a un fratello, eravamo migliori amici, e avresti rischiato la tua vita per la mia in ogni caso... e avresti fatto lo stesso anche per Ron.”

Le sue parole ebbero uno strano effetto su Hermione che guardò stupita Harry e gli disse, quasi in lacrime:
“Da come parli sembra che tu non sia convinto che io ti amo, Harry”
Lui si soprese a vederla in lacrime e a sentire quella frase... Non era quello che lui voleva dire.
“No Hermione, cosa dici? Tu mi hai fatto delle domande alle quali io ho risposto sinceramente... non volevo mettere assolutamente in dubbio il tuo amore nei miei confronti!”
“E allora perchè hai paura di un eventuale ritorno di Ron? Non ti fidi di me?” chiese la giovane strega, guardandolo negli occhi.
“Sono stato uno stupido Hermione, a pensare una cosa del genere... Ma io ho sempre avuto paura che tra te e Ron potesse esserci qualcosa... guarda l'anno scorso... tu eri gelosa di Lavanda, quando Ron è stato avvelenato sei stata la prima ad arrivare in infermeria, con la paura sul viso... E adesso che entrambi sappiamo finalemte quello che proviamo l'uno per l'altra, non voglio che niente ti porti via da me... mi capisci?”
“Harry, ma cosa ti viene in mente? Io e Ron? È vero, l'anno scorso provavo qualcosa per lui, ma è stata una cosa passeggera Harry... e in più tu ti eri innamorato di Ginny... stavo iniziando a perdere le speranze di poterti amare... Ma, Harry, Ron è comunque importante per me, e sono sicura che lo è anche per te... Dobbiamo almeno scoprire se è al sicuro... perchè so che se gli accadrebbe qualcosa non te lo perdoneresti mai... Non è necessario che stia qui con noi, ma voglio sapere se sta bene...” disse Hermione, che ormai guardava Harry con dolcezza, del tutto tranquilizzata.
Harry la prese tra le sue braccia e le sussurrò: “Va bene Hermione, ti prometto che ti aiuterò a trovarlo e, nel caso, a portarlo al sicuro.”
“Grazie Harry... ora ti senti meglio?” gli chiese poi sorridendo
“Si... e perdonami... non avrei dovuto comportarmi in quel modo... dovrò anche chiedere scusa ai miei...”

In quel momento si sentì un buon profumo salire dalla cucina.
“Sembra che i tuoi hanno trovato qualcosa da fare” disse Hermione allegra; poi guardò Harry, che gli sembrò strano, quasi impaurito. Allora gli chiese: “Harry, cosa c'è?”
“È strano Hermione... il fatto che loro siano tornati... sono felice di riaverli con me, ma allo stesso tempo mi fa strano... questa sarà la prima cena che mangerò preparata da loro...”
Hermione lo guardò teneramente e gli disse: “Harry, posso capire quello che stai provando in questo momento, ma pensa questo: ora potrai vivere tutte quelle esperienze con i tuoi genitori, esperienze che non hai potuto conoscere per colpa di Voldemort... cerca di sfruttare al meglio questa seconda occasione e vedrai che sarai molto felice...”
“Ah, Hermione.... cosa farei se non ci fossi tu?” chiese Harry
“Vivresti malissimo, è ovvio... te ne staresti in casa senza sapere cosa fare e dove andare, perchè senza di me non sai muovere un passo...” rispose la ragazza ridendo.
“Hai ragione” osservò il ragazzo, ridendo a sua volta.
Poi la tirò a se, le diede un veloce bacio sulle labbra, le prese la mano e disse: “Scendiamo a cena, Signorina Granger?
“Buona idea, Signor Potter”

Nel frattempo in cucina, mentre preparavano la cena, i signori Potter discutevano sulle cose che i due ragazzi avevano raccontato loro.
“C'è solo una cosa che mi lascia perplesso... La morte di Silente.” disse James.
“Perchè?” chiese Lily, allibita.
“Beh, innanzitutto noi eravamo nel Regno dei Morti e non l'abbiamo visto arrivare... ma è un'altra la cosa che mi lascia stupito... si è lasciato uccidere con troppa facilità... è vero che aveva una mano ferita, ma un grande mago come lui poteva trovare facilmente una cura...”
“Cosa hai intenzione di fare James?”
“Voglio scoprire se ho ragione... all'insaputa dei ragazzi però... Non voglio alimentare false speranze... può darsi che sia solo una mia folle idea.”

“Lily, cosa ne pensi di Harry ed Hermione?” chiese poi James alla moglie.
“Che mi ricordano tanto me e te... Harry ha preso tanto da te, sia fisicamente che caratterialmente... Penso che Hermione sia attratta dalla sua istintività, dal suo senso di giustizia, oltre che dal suo fascino... Sono state quelle doti a farmi innamorare di te da giovane” gli disse Lily sorridendo.
“Hai ragione, ma Harry ha preso anche da te: la sua umiltà, la sua personalità nel sapere sempre quello che bisogna fare, il suo saper perdonare e capire gli altri, la sua razionalità... Quelle erano le tue virtù che mi hanno fatto cambiare quando ti ho conosciuta...”
“Hermione ti somiglia molto, ha le tue stesse qualità, oltre che essere una bella ragazza... non avrei potuto immaginare una ragazza migliore per lui e sono contento di poterla conoscere” aggiunse.
“Hai ragione, mi somiglia molto, e anch'io sono felice che Harry abbia trovato una brava ragazza che gli stia vicino e che lo ami come lei.” disse Lily.

In quel momento si voltarono e videro entrare Harry ed Hermione mano nella mano, con i volti radiosi, e furono felici.
Si sedettero a mangiare e, una volta finito, Harry disse:
“Papà, abbiamo deciso di andare a cercare Ron”
“Bene Harry, voi andate e cercate Ron, mentre io e tua madre cercheremo di contattare i membri dell'Ordine.”
“Perchè non venite con noi? Potreste conoscere anche Ron!” chiese Hermione.
“No Hermione, dovete essere voi a trovarlo, e dovrete chiarirvi... ci sarà tempo per noi per conoscere Ron... e in più non vogliamo starvi troppo tra i piedi... avete una vostra vita da vivere, finchè siamo qui staremo assieme, ma per certe cose è meglio separarsi...”
Harry stava per ribattere, ma James intervenne.
“Non ti preoccupare Harry, nessuno potrà farci del male, perchè siamo già morti... e poi sappiamo badare a noi stessi”.

Hermione guardò i genitori di Harry che lo guardavano, e vide lui che non si stancava mai di guardare loro. In quel momento sorrise e, sentendosi di troppo, disse: “Io vado a farmi una doccia... oggi ne abbiamo passate tante, e ne ho proprio bisogno”. Harry la guardò, ringraziandola con lo sguardo, lei gli sorrise e disse: “A dopo”.

Quando Hermione se ne andò, James con un gesto della bacchetta pulì e sistemò la cucina, dopodichè disse: “Perchè non andiamo sul divano? Staremo più comodi”.
Harry e Lily accettarono, e dopo un'attimo Harry si ritrovò seduto sul divano tra i suoi genitori che lo coccolavano. Harry si sentì felice come non era mai stato in vita sua.
Nemmeno tra le braccia di Hermione si era sentito così amato e protetto.
Sentì tutto l'amore che i suoi genitori provavano per lui e che non avevano potuto dargli in tutti quegli anni e, sopraffatto dall'emozione iniziò a piangere dalla gioia.
Hermione, che li stava osservando dalle scale, sorrise contenta: lei sapeva quanto Harry avesse sofferto per la perdita dei suoi genitori, diverse volte aveva dovuto consolarlo quando il pensiero che loro non c'erano più lo svegliava di notte facendolo stare male. Mentre saliva per andare a fare la doccia, ripensò alle notti che lo trovava in Sala Comune a riflettere o a piangere.
Tra le tante ne ricordò una in particolare, subito dopo la morte di Sirius:

Quella notte lei si era svegliata di soprassalto. Aveva fatto un'incubo, ricordando quello che era successo nell'ufficio misteri. Sapendo che non si sarebbe più riaddormentata, decise di andare nella Sala Comune, a prendere qualcosa da bere e per guardare le stelle, sperando che la facessero calmare.

Quando uscì dal suo dormitorio, vide di non essere la sola ad essere sveglia: sul divano davanti al camino c'era Harry.
Nel vederlo lì, solo e triste, le si strinse il cuore. Nonostante ciò, suo malgrado, sorrise. Era sicura che lo avrebbe trovato lì, e sapeva anche il motivo per cui era sveglio.

Lui, nel frattempo, aveva sentito che stava arrivando qualcuno e in cuor suo sapeva, e sperava, che fosse Hermione. Così, quando si girò e si trovò davanti proprio lei, la ragazza che amava segretamente da tanti anni, non aspettò che gli dicesse qualcosa, ma le si avvicinò, e senza una parola la abbracciò, scoppiando in lacrime. Lei, sorpresa da quell'abbraccio cercò di consolarlo, abbracciandolo forte anche lei e facendogli sentire tutto l'affetto che provava per lui, di fargli capire che lei era lì e che, come sempre, lo avrebbe ascoltato e sostenuto.
Lui poco a poco si calmò, lasciando andare la ragazza, che lo guardava preoccupata. Si sedettero sul divano davanti al fuoco, come avevano fatto tante volte e lei lasciò che lui si sfogasse, che liberasse tutta la rabbia e la frustazione che aveva dentro di se. E lei lo consolò, come solo lei sapeva fare, perchè solo lei conosceva le debolezze del prescelto e solo lei sapeva come tranquillizzarlo nei suoi peggiori momenti.

Alla fine Harry le chiese:
“Come fai Hermione? Ogni volta che io non sto bene tu arrivi a consolarmi... come ci riesci?”
“Ti conosco bene Harry, lo sento quando non stai bene... quando hai bisogno di me... e non mi pesa affatto starti vicino, perchè ti voglio bene come a un fratello.” Rispose sorridendo la ragazza.
“Anch'io Hermione, e non smetterò mai di ringraziarti per tutto quello che fai per me.” disse il giovane mago che, dopo averle dato un dolce bacio sulla fronte andò a dormire, lasciandola lì, confusa ed emozionata.

Quando Harry riuscì a ricontrollarsi disse ai suoi genitori: “Mi siete mancati così tanto che adesso mi sembra un sogno avervi qui.”
“Lo sappiamo Harry” disse suo padre.
“Ci dispiace di aver passato così poco tempo con te negli anni più difficili e importanti della tua vita, ma posso dirti una cosa: io e tua madre siamo fieri di te, nonostante tutto quello che hai passato sei cresciuto proprio come noi avremmo voluto, trovando dei buoni amici e una splendida ragazza. In più ti prometto che ci rifaremo di tutto il tempo perduto.”
Harry sorrise e disse: “Lo so, e ne sono felice”.
Mentre chiaccheravano, Hermione arrivò tra loro. Indossava una vestaglia blu chiaro da ragazza, che lasciò Harry senza fiato, anche se nessuno, a parte Hermione, se ne accorse. Lei sorrise ad Harry e chiese: “Posso unirmi a voi?”
“Che domande Hermione, certo che puoi” disse Lily allegra.
"Comunque noi non restiamo a lungo, domani ci aspetta una giornataccia... Non so ancora come reagiranno gli altri quando sapranno che siamo vivi...”.
Lily e James rimasero ancora 10 minuti con i due ragazzi, dopodichè augurarono la buona notte e andarono a dormire.
Harry ed Hermione rimasero così soli, abbracciati sul divano davanti al camino, ed erano felici.

Ad un certo punto Harry disse: “Sai Hermione, è tutto così confuso... fino a due giorni fa io ero da solo nella tenda dove ci eravamo nascosti per un mese, con i rimorsi per averti abbandonata qui e senza nemmeno aver avuto il coraggio di dirti quello che provo per te... E ora invece sono qui, abbracciato e coccolato dalla donna che amo, e ancora meglio con i miei genitori di nuovo al mio fianco... mi sento da un lato l'uomo più felice e fortunato del mondo, mentre dall'altro lato è come se stessi vivendo un sogno che non riesco a comprendere...”

Hermione lo guardò, uno sguardo pieno di amore e tenerezza e, accarezzandogli il viso, rispose: “Quando mi hai abbandonata qui mi sono sentita morire, perchè pensavo che non ti avrei più rivisto, e che non avremmo mai potuto vivere il nostro amore. Ma ho capito una cosa da questa esperienza: il nostro amore sopravvivrà a tutto, anche al nostro nemico, perchè è un'amore puro, che supera anche la morte... come quello tra te e i tuoi genitori... e io sono felice di esserti accanto nel momento più bello della tua vita... della nostra vita...”

A quelle parole, il giovane mago fu investito da una felicità inimmaginabile e, preso il viso della sua ragazza tra le mani, la baciò con passione, tutta la passione e l'amore che provava per lei. Lei rispose al bacio, e in quel momento si sentì come in paradiso.
Quando si separarono erano tutt'e due rossi in viso e visibilmente emozionati.

“Che ne dici di rimanere sul divano a dormire questa notte Harry? Come ai vecchi tempi, quando ci addormentavamo davanti al camino della sala comune? Non me la sento di dormire da sola... l'ultima volta mi hai abbandonata, e non voglio che succeda ancora” disse Hermione sorridendo.
“Non so che dire Hermione...” rispose lui a testa bassa, ma la ragazza notò uno sguardo divertito: si era vendicato del fatto che lei gli aveva rinfacciato il suo abbandono.
“Di solo di si, Harry” gli sussurrò all'orecchio.

“Va bene Hermione, se ti fa sentire più tranquilla dormirò con te stanotte, ma non temere, non me ne andrò più via... non ci sarà più niente che potrà allontanarmi da te... amore mio.” Le ultime parole gliele sussurrò all'orecchio, facendola rabbrividire: non l'aveva mai chiamata così, e la cosa non le dispiaceva affatto.

Lei si addormentò subito, con la testa appoggiata sul suo petto, cullata dal ritmo del cuore del giovane mago, che batteva forte per lei. Lui la circondò con le sue braccia, come a volerla proteggere da ogni pericolo, appoggiò la testa sulla sua spalla e, mentre la guardava dormire felice tra le sue braccia, si addormentò serenamente per la prima volta da mesi.

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