mercoledì 16 febbraio 2011

Harry&Hermione


Capitolo 4: La stanza delle necessità

Harry ed Hermione non si vedevano ormai da un mese e mezzo. I membri dell'Ordine sapevano che anche Ron era partito con loro, ma era giunta voce che lui si fosse separato dal trio. Le speranze del mondo magico pesavano tutte sulle spalle di un giovane diciassettenne e della sua ragazza.

Mentre Harry ed Hermione dormivano beatamente l'una nelle braccia dell'altro, Ron cercava disperatamente un modo per soffocare il suo dolore.
“Miseriaccia, mi sono comportato come un imbecille senza cervello... Perchè me ne sono andato in quel modo? Avevo giurato di seguire Harry e di aiutarlo fino alla fine di questa maledetta guerra. Invece sono fuggito per gelosia... Devo assolutamente ritrovare i miei due amici, e chiedere loro scusa... Harry non ci avrebbe mai abbandonati, lo so, avrebbe sofferto in silenzio, accontentandosi di vedere Hermione felice... Devo rimediare al mio errore...” si disse, sdraiato sul letto della villa di Bill e Fleur, che l'avevano ospitato.
L'indomani, disse tutto a Bill, che lo lasciò andare, dicedogli soltanto: “Fai attenzione”.

Intanto, a Grimmauld Place, Lily e James furono i primi a svegliarsi e, scendendo le scale per andare in cucina, videro i due ragazzi che dormivano abbracciati. I due si sorrisero, perchè ricordavano momenti simili passati da giovani.
Ma Harry si era svegliato, avendo sentito i suoi genitori scendere le scale. Guardò per un'istante Hermione che dormiva ancora tra le sue braccia e sorrise.
“È così dolce, non posso svegliarla” si disse. Lentamente, facendo attenzione a non svegliarla, si alzò dal divano, appoggiando delicatamente la testa di lei su uno dei cuscini e le rimboccò le coperte. Ebbe un piccolo sussulto quando lei pronunciò il suo nome, ma guardandola capì che stava sognando. La osservò ancora per un istante, sorridendo, dopodichè seguì i suoi genitori in cucina.

“Ciao Tesoro” lo salutò sua madre
“Dormito bene?” aggiunse in tono ironico, sorridendogli.
“Ciao mamma, ciao papà... Si, ho dormito benissimo, la miglior dormita che ho fatto da mesi” rispose il mago, guardando la madre quasi con aria di sfida.
“Ciao figliolo” fu il saluto di James.
“Cosa ne pensate? Voglio dire... di Hermione?” chiese Harry, esitante: era la prima volta che parlava di argomenti del genere con i suoi genitori, e non sapeva bene come comportarsi. Tutt'e due sorrisero, ma fu James a rispondere.
“Harry, Hermione è una ragazza in gamba... È brava, intelligente, simpatica e anche bella. Secondo me è la ragazza giusta per te... Mi ricorda tanto tua madre da giovane...”
“Ha ragione Harry, ma vorrei aggiungere che non devi avere paura di parlare con noi di queste cose... Capisco che sei un po' a disagio, ma noi non ci intrometteremo in queste cose, sei grande ormai e maggiorenne, e sei perfettamente in grado di decidere da solo... Noi siamo qui per consigliarti e aiutarti. E poi si vede chiaramente che siete fatti l'uno per l'altra... come lo eravamo io e James alla tua età” disse Lily.

“Ora Harry, noi faremo una piccola colazione, e poi andremo in cerca dei membri dell'Ordine... so che Silente non ha parlato con nessuno degli Horcrux, ma penso che ora che non c'è più dobbiamo cambiare strategia... con tutto l'Ordine assieme a voi, possiamo sconfiggere Voldemort. Potremmo non vederci per un po', per cui fate attenzione... se posso consigliarvi direi che fareste bene a tornare qui almeno ogni due notti per essere più sicuri...”

“Va bene papà... staremo attenti... non vi preoccupate per noi... anche voi state in guardia.”
Detto questo, i due Potter mangiarono in fretta, salutarono il figlio, raccomandandogli di salutare Hermione da parte loro, e uscirono.

Dopo che furono andati, Harry preparò una sorpresa a Hermione.
Mezz'oretta dopo, la ragazza si svegliò e pensava: “Come ho dormito bene stanotte, sarà che dormire tra le braccia di Harry mi fa star bene, ma era una vita che non dormivo così!”.
Poi però notò che Harry non c'era, e iniziò a preoccuparsi.
“Se l'ha fatto di nuovo questa volta lo vado a cercare e lo ammazzo con le mie mani!” pensò. In quel momento, notò sul tavolino davanti al divano una piuma, assieme a un bigliettino: “Segui le piume... avrai una sorpresa... il tuo amore... Harry”. Lei sorrise, divertita, e si disse: “Sa sempre come sorprendermi, chissà cosa avrà in mente”, e iniziò a seguire le piume. Man mano che saliva le scale, iniziò a sentire un profumo di brioche calde e della sua bevanda preferita: caffè.
Così entrò nella stanza, che all'inizio le sembrò vuota, ma sul letto notò un vassoio con la colazione.


Mentre stava per avvicinarsi al letto, sentì due braccia forti, ma allo stesso tempo delicate, che la afferravano da dietro, poi Harry le sussurrò all'orecchio: “Buon giorno amore mio”.
Hermione sorrise a quelle parole, che la fecero sentire bene.
“Ridillo Harry.”
“Ti amo amore mio, ti amerò per tutta la vita” le disse lui, che subito dopo le sfiorò dolcemente il collo con le labbra.
Lei, a quel tocco, sentì un brivido di piacere che percorse tutta la schiena, e chiuse gli occhi. Una parte di lei, quella meno razionale, desiderava che lui continuasse, che la facesse sognare, che andasse fino in fondo per dimostrarle quanto fosse profondo il loro amore, per completarsi.
Ma la parte più seria di lei le disse che era troppo presto, che non si poteva fare.
“Harry, ti prego... cosa fai? Oltretutto i tuoi genitori dormono qui a fianco” gli disse sorridendo. Ma lui, guardandola, capì che l'aveva messa a disagio, nonostante anche lei lo desiderasse.
“Non facevo niente, Hermione... so che ti fa impazzire quando faccio così... e voglio farti diventare pazza di me... come io lo sono di te!” le disse il giovane mago, sorridendo e guardandola in modo molto malizioso. Lei sorrise, arrossendo violentemente.
“E comunque... i miei genitori non ci sono, sono andati via prima che ti svegliassi... mi hanno detto di salutarti... Siamo soli qui...” aggiunse in un sussurro.

Lei evitò di rispondere, imbarazzata, ma invece disse: “Harry ho fame... andiamo a fare colazione, prima che si raffreddi”.
“Come vuoi Hermione” e, sorridendo, la accompagnò al letto.
Qui Hermione notò una cosa che non aveva visto prima: accanto al vassoio c'era un mazzo dei suoi fiori preferiti: rose bianche. Guardò meglio e vide che vi era anche un biglietto; con le mani che le tremavano lo prese e lo lesse: “Alla ragazza migliore che io abbia mai conosciuto, colei che mi ha rubato il cuore e con la quale voglio passare il resto della mia vita... Con tutto il mio amore... Harry”.
Lei si voltò a guardarlo. Lacrime di gioia le rigavano il viso e disse solo: “Oh Harry, non so che dire... sei davvero fantastico.”
“Non devi dire niente Hermione, il tuo viso e la tua espressione dicono tutto... sappi che lo penso davvero” le disse lui prima di prenderla e baciarla con passione.
Dopodichè disse: “Ho fame anch'io, mangiamo?”

Lei acconsentì annuendo, non riusciva ancora a parlare.
I due mangiarono in silenzio, anche se di tanto in tanto si lanciavano sguardi pieni di significati diversi. Era la prima volta che tra loro non riuscivano a parlare, anche se spesso si capivano soltando guardandosi.

Ognuno era immerso nei suoi pensieri: Hermione non riusciva ancora a credere al gesto d'amore che le aveva appena fatto Harry e, anche se lo conosceva e lo amava da sempre, si rese conto solo in quel momento di quanto lui la amasse veramente, e di quanto lei amasse lui. Harry, dal canto suo, pensò di aver esagerato, di aver fatto un gesto troppo grande troppo presto. Finita la colazione, Harry si sdraiò nel letto, sovrapensiero. Non guardava Hermione, ma fissava nel vuoto... sembrava in attesa di qualcosa.
Hermione intanto lo osservava, non l'aveva mai visto in quello stato: di solito il suo sguardo era sempre concentrato su qualcosa, ma in quel momento era perso, sperduto...

Senza nemmeno rendersene conto, fece sparire il vassoio della colazione dal letto, e spostò lo splendido mazzo di rose sul comodino. Dopodiche anche lei si lasciò cadere sul letto. I due si guardarono per un momento. Lei lesse negli occhi di Harry il suo desiderio, il desiderio di amarla proprio in quel momento. Harry invece lesse negli occhi di Hermione il timore di ciò che poteva succedere e capì che era troppo presto.
“Hermione, dobbiamo prepararci... dobbiamo andare a cercare Ron... potresti uscire, per favore? Devo cambiarmi.” le disse, alzandosi improvvisamente dal letto, senza guardarla.
Lei rimase spiazzata da quel comportamento, ma non obbiettò. Uscì dalla stanza senza una parola, e andò a cambiarsi anche lei.

Quando fu pronta, scese in salotto, dove trovò Harry intento a preparare tutto il necessario per il viaggio.
Le diede il suo sacco dicendole: “Ho messo dentro tutto quello che potrebbe servirti: cibo, acqua... ti ho messo dentro anche un paio delle mie felpe, nel caso il tempo cambiasse... L'Horcrux, il mantello dell'invisibilità, la tenda e i libri li ho presi io, insieme ad alcune pozioni che potrebbero tornare utili.”
“Harry...” tentò di dire Hermione.
“Hai già un'idea di dove iniziare a cercare Ron?” chiese il ragazzo, interrompendola, dato che non aveva nessuna intenzione di tornare su quello che era successo poco prima: era rimasto deluso.
“No Harry, nessuna... potrebbe essere andato a casa sua, oppure da Bill e Fleur... O magari è tornato ad Hogwarts...” rispose la strega che, guardando il suo ragazzo negli occhi, capì di averlo ferito, e le dispiaque moltissimo.
“Non ci avevo pensato, ma se è a Hogwarts lo potremmo sapere subito...”
“Come, Harry?”
Ma lui non rispose: stava già tirando fuori dallo zaino un vecchio foglio di pergamena.
“Ma certo la mappa del malandrino!” esclamò Hermione, che aggiunse: “Sei un genio Harry!”
“Di solito sei tu il genio Hermione... lascialo fare a me per una volta” scherzò Harry.
“Giuro solennemente di non avere buone intenzioni” pronunciò poi.
“Vieni Hermione, aiutami a cercarlo”. Lei si avvicinò, ed insieme passarono al setaccio la mappa.
“È lì... guarda Hermione... è nel suo letto... ma sarà impossibile per noi entrare nella scuola, ora che Piton ne è il preside...”
“Beh, almeno sappiamo che sta bene...” disse Hermione con un sospiro di sollievo.

Harry si fermò un'attimo a riflettere e poi, guardando Hermione negli occhi, disse: “Hermione, io devo entrare a Hogwarts... sono sicuro che uno degli Horcrux è lì da qualche parte, e poi... devo chiarirmi con Ron.”
“Harry, potrebbe essere pericoloso... ma se tu vuoi andare, io ti seguirò... hai già un piano?”
“No, ma pensavo di materializzarci nella foresta proibita col mantello dell'invisibilità e vedere com'è la situazione... poi penseremo a come agire”.
“Va bene Harry, ma dobbiamo fare attenzione... probabilmente si aspettano il nostro arrivo, dopo l'arrivo di Ron... ed è molto probabile che abbiamo escogitato qualcosa per darci il benvenuto.”
“Sono d'accordo, ma è l'unica strada che abbiamo per il momento, e in più... Ho bisogno di Ron per questa guerra.”
Lei acconsentì. Si misero dunque il mantello dell'invisibilità, si presero per mano e si smaterializzarono.

Non appena uscito dalla Villa di Bill e Fleur, Ron riflettè sul da farsi. L'unica soluzione possibile per farsi trovare era andare ad Hogwarts.
“Harry ha ancora la mappa del malandrino, e se ho ragione sarà preoccupato di quello che può essermi successo... se vado ad Hogwarts mi vedrà sulla mappa e sarà più tranquillo... e in più potrei avvertire l'ES di stare in guardia... potrebbero anche darci una mano...”

Così decise e, protetto dal suo stato di purosangue, fece ritorno ad Hogwarts. Una volta lì, capì subito che quella non era la scuola che ricordava: le misure di sicurezza erano state triplicate, praticamente non c'era modo di entrare o uscire dalla scuola senza essere visti... Ma anche alcuni insegnanti erano diversi, pronti a torturare e punire senza pietà, sotto gli ordini di Severus Piton. Quella nuova situazione fece pentire il ragazzo di essere tornato, ma ripensò allo scopo per cui era arrivato e si costrinse a resistere.
Andò così nei dormitori di Grifondoro, dove fu accolto come un'eroe dai suoi compagni, che chiesero subito notizie di Harry e di Hermione. Deluse tutti dicendo loro che era scappato, e che quindi non sapeva niente di loro.

Harry ed Hermione si materializzarono nella foresta proibita e avanzarono, ancora protetti dal mantello. Anche loro, come Ron, notarono subito che non sarebbero riusciti ad entrare nel castello, anche se erano invisibili. Davanti ad ogni ingresso c'era un mangiamorte e un dissennatore a fare la guardia, e anche i passaggi segreti erano sorvegliati... Non avevano nessuna chance...
Avanzarono ancora un po', mentre Harry teneva d'occhio la mappa... Lì vide una cosa che gli diede speranza... I grifondoro, assieme ai Corvonero, stavano andando a lezione vicino alla capanna di Hagrid. Le lezioni, per fortuna, non erano sorvegliate.

Allora ad Harry venne in mente un'idea... avrebbe usato i galeoni falsi dell'ES per comunicare di rimanere lì, mentre loro due col mantello si sarebbero uniti a loro, e se qualche cosa andava storto, lui aveva con se dei detonatori abbindolanti e della polvere buio pesto peruviana...e una volta nel castello, sapeva dove nascondersi.
Parlò del piano ad Hermione, che acconsentì, anche se titubante.

Mentre era a lezione, Ron sentì la tasca dei pantaloni che si scaldava... guardò e vide che era il galeone falso, che gli indicava di rimanere lì per la fine della lezione.
“Harry” pensò subito, sorridendo e aggiunse: “Sapevo che saresti arrivato, amico mio”.
Ron non fu l'unico ad accorgersi del galeone; infatti anche Neville, Seamus, Ginny, Cho, Angelina, Katie, Alicia, Calì, Lavanda e Luna se ne accorsero. Guardarono tutti Ron, stupefatti. Lui annuì, e vide che gli altri furono felici, ma non lo fecero vedere.

Harry ed Hermione intanto si avvicinarono alla capanna di Hagrid, così da non far perdere tempo agli altri. Finita la lezione, i due amici si avvicinarono a Ron, dicendo: “Siamo qui”.
“Voi siete matti, ma sono contento di vedervi... o meglio di sentirvi”
“Comunque non potete entrare da qui, è impossibile. Andate alla testa di porco e aspettatemi lì... so io come farvi entrare.”
Detto questo se ne andò, chiamando anche gli altri e spiegandogli cosa stava succedendo.
Harry ed Hermione seguirono gli “ordini di Ron” ed andarono alla testa di porco, aspettando l'amico.

Ad un certo punto, lo videro sbucare da una botola sul pavimento.
Harry fu il primo ad andargli incontro. I due si guardarono.
Ron, visibilmente a disagio, gli disse: “Scusami amico... sono stato uno scemo... non avrei dovuto...”
“Non fa niente Ron, so perchè lo hai fatto e non ti posso biasimare, ma ora ho bisogno di te e ho molte cose da dirti”. E i due migliori amici si riabbracciarono.
Dopodichè fu Hermione ad abbracciarlo: “Mi sei mancato, Ron, e sono felice che tu stia bene.”
“Mi siete mancati anche voi, ma ora che siamo di nuovo uniti, vi aiuterò a sconfiggere il nostro nemico.”
“Ron, mi spieghi come facciamo ad entrare nella scuola?” chiese Harry.
“Questo passaggio porta dritto nella Stanza Delle Necessità, lì gli insegnanti non possono raggiungerci. Venite con me.”

Passarono per un lungo tunnel, da dove raggiunsero insieme la Stanza, nella quale furono accolti come eroi dal resto dell'ES, di cui mancavano soltanto i due Gemelli Weasley e Dean, che era stato catturati dai mangiamorte.
Harry fu contento di rivederli tutti, e decise che era tempo di combattere: Voldemort era stato indebolito ulteriormente, perchè l'Horcrux dentro a Harry era stato annientato, e in più Harry sapeva che avrebbe attaccato velocemente, per cui decise di mettere fine al monopolio di Hogwarts da parte dei mangiamorte.
Ma il suo obbiettivo principale era trovare l'Horcrux che era ancora nascosto ad Hogwarts.

Comunicò quindi la sua decisione a tutto l'ES:
“Ragazzi, due hanni fa abbiamo fondato questo esercito per combattere la Umbridge per Albus Silente. Ora il nostro preside è morto, lasciando il posto proprio al suo assasino. È ora che noi vendichiamo l'uomo di cui il nostro esercito porta il nome!! Dobbiamo sconfiggere Voldemort iniziando ad annientare i suoi servi qui ad Hogwarts!!”
“Hai ragione Harry!!” rispose in un tutt'uno l'ES
“Ecco il piano” proseguì il Capo dell'ES.
“Per distruggere Voldemort, Hermione, Ron ed io dobbiamo trovare una cosa che ci aiuterà ad annienterlo, di cui però non posso parlare con voi. Voi intanto andate nelle vostre case e trovate tutti i ragazzi dal quinto anno in su che vogliono combattere. Cercate però di non dare troppo nell'occhio, non voglio che qualcuno si insospettisca. Quando siete pronti tornate qui senza farvi vedere... a piccoli gruppi... e rimanete qui ad aspettarci... ok?”
“Sei tu il Capo, noi eseguiremo i tuoi ordini... ma non è meglio se vanno solo un paio nelle rispettive case? Così daremo meno nell'occhio... e come facciamo per i nostri insegnanti?” chiese Neville.
“Neville ha ragione Harry, alcuni insegnanti devono essere avvertiti e poi se escono tutti da qui sarà difficile non notarli...” convenne Hermione.

Harry riflettè un secondo, poi rispose: “Avete ragione... Ginny ed io andremo a chiamare gli studenti di grifondoro... voi aspettate qui... quando torniamo Luna andrà con Ron a prendere i Corvonero, dopodichè sarà Hermione ad andare con Justin a prendere i Tassorosso ok?” disse mentre guardava Ron ed Hermione, che annuirono.
Tutti furono d'accordo, così Ginny e Harry uscirono, coperti dal mantello dell'invisibilità e con la mappa del malandrino sott'occhio.
I due avanzarono in silenzio, con le orecchie tese per percepire qualunque rumore che rivelasse la presenza di pericoli. Tuttavia, grazie all'ottima conoscenza che Harry aveva del castello, giunsero alla torre di Grifondoro facilmente, nonstante la tensione. Appena entrato, Harry fu di nuovo salutato come un eroe, ma alcuni gli chiesero come mai fosse lì.
Harry disse agli studenti più grandi (una decina) di salire con lui nel suo dormitorio, dove siegò loro cosa stava accadendo e domandò se volevano unirsi a lui.
Furono subito d'accordo, e partirono con Ginny verso la Stanza delle Necessità. Harry guardò con apprensione la mappa, e si distese soltanto quando vide che tutti erano al sicuro. Dopodichè scese nella sala comune e disse agli studenti più giovani di non uscire per nessun motivo. Dopodichè anche lui tornò nella stanza delle Necessità.

Appena arrivò trovò una sorpresa: Fred e George erano arrivati, assieme ad Oliver Baston, acclamati da tutti.
“Abbiamo sentito i nostri galeoni scaldarsi, dicendoci di arrivare qui, e siamo arrivati appena abbiamo potuto, portando anche rinforzi.”
“Sono contento di vedervi, avremo bisogno di voi...” disse Harry, che poi aggiunse: “spero che avete portato anche una riserva dei vostri prodotti migliori.”
“Ovviamente” risposero in coro i Gemelli.

“Bene, allora cambio di programma, Fred andrà con Luna a prendere i Corvonero, mentre poi George e Justin andranno a prendere i tassorosso. Hermione, Ron ed io, intanto, andremo a cercare quello che dobbiamo trovare e ad avvisare i professori. Il ritrovo è qui tra un'ora... se ci sono problemi comunicate con i galeoni o tramite i fantasmi ok?”
“D'accordo Harry... fate attenzione” disse Neville.
Harry diede a Fred la mappa del malandrino, e aspettò che lui e Luna uscirono.
Poi si avvicinò a Ron ed Hermione, lì coprì col mantello e disse: “Andiamo”.
Hermione e Ron annuirono, così i tre, camminando piano e facendo il mimimo rumore, si avviarono.

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