domenica 20 febbraio 2011

Harry&Hermione


Capitolo sei: La Camera Dei Segreti

Hermione e Ron non chiesero ad Harry dove stavano andando, perchè immaginavano che lui sapesse quello che stava facenodo, però tutti e due erano preoccupati, sia per lui che per loro stessi. Sapevano che lui non si sarebbe fermato davanti a niente, ma loro non avevano lo stesso coraggio e forza di volontà. La più preoccupata era Hermione, la quale temeva che l'impulsività del suo ragazzo lo portasse a farsi male. I pensieri di Ron, dal canto suo erano tutti per Hermione: lui non sapeva che i due (Harry ed Hermione) si erano dichiarati, ed era molto preoccupato per lei. “Se Harry fa in modo che le venga fatto del male lo ammazzo con le mie mani” diceva tra sè e sè.

Harry dal canto suo era nervoso, stava portando Ron ed Hermione nella Camera dei Segreti, ma non sapeva se avesse effettivamente trovato quello che cercava, e poteva essere una trappola... Il senso di colpa iniziava a prendere il sopravvento: “E se stessi rischiando troppo? Se stessi portando tutti i miei amici a combattere e a morire? Non mi perdonerei mai se accadesse qualcosa a qualcuno di loro per colpa mia... ma ormai è tardi... ormai ci sono cose in movimento che non possono essere disfatte... devo continuare, e se il mio piano funziona nessuno si farà del male...”. Arrivarono così al bagno di Mirtilla Malcontenta che, vedendo Harry, sussultò e chiese: “Harry, cosa fai qui?”
Sulle prime Harry pensò di non dirle niente, ma poi gli venne in mente un'idea.
“Mirtilla, tu puoi scendere nelle cucine?”
“Certo, perchè?”
“Devi dire a Dobby di venire qui... puoi farlo?”
“Si, subito” e sparì.
“Harry, che cosa hai in mente? E perchè siamo qui?” chiese Hermione, non sapendo che in quel bagno c'era l'entrata della camera dei segreti. Ron invece aveva capito tutto.
“Harry, se vuoi fare quello che penso sei un genio... “
“Si Ron... nella camera dei segreti ci sono le zanne del basilisco, ma io penso che Voldemort abbia nascosto qui uno dei suoi Horcrux... il Basilisco non c'è più, ma noi siamo gli unici a sapere che questo è l'ingresso della camera dei segreti, e io sono l'unico che sa aprirla... E oltretutto per Voldemort questa Camera ha un significato speciale.”
“Ma Harry, Voldemort sa che tu puoi aprirla... non credi che l'abbia spostato?” chiese Hermione,
“No Hermione, perchè la Camera è stata aperta dopo che lui ha creato e nascosto gli Horcrux, e lui da quel momento non è più entrato, l'avrei visto... e nessun altro sa dei suoi Horcrux.
Hermione rimase sbalordita dalla risposta, e convenne che aveva ragione.

Dopo un attimo, Dobby si materializzò nel bagno.
“Dobby è contento di rivedere Harry Potter!!” squittì Dobby, che si lanciò ad abbracciare il giovane mago.
“E ci sono anche i suoi migliori amici, che onore!” disse inchinandosi.
Hermione sorrise, imitata da Ron, e inchinandosi a sua volta disse: “Anche noi siamo felici di vederti Dobby!”
“Anch'io sono contento di vederti dobby, ma ora ho bisogno di un favore da te... puoi chiedere alla professoressa McGranitt se posso incontrarla nel suo ufficio tra circa mezz'ora? Dille che è urgente, e mi raccomando non farti vedere nè sentire da nessun altro... io ti aspetto qui.”
“Certo Harry Potter Signore... Dobby torna subito Signore.” e, con un profondo inchino, sparì.
I tre ragazzi aspettarono in silenzio, e dopo due minuti Dobby tornò.
“La professoressa dice che sarà lieta di vederti, e che la parola d'ordine è Silente.”
“Grazie Dobby” disse Harry sorridendo.
“È un onore per me servirla Signore, ma ora Dobby deve tornare in cucina.” rispose l'elfo domestico che, dopo un'altro profondo inchino e un sorriso, si smaterializzò.

“Bene, ora entriamo” disse Harry, che subito si volse verso il centro del bagno, dove erano posizionati i rubinetti e, in serpentese, disse loro di aprirsi. Per Harry e Ron fu esattamente come il secondo anno, mentre Hermione rimase titubante quando seppe che doveva buttarsi nel buio tunnel che si era aperto davanti a loro.
Ron si buttò per primo. Dal basso si sentì la sua voce che diceva: “Tutto a posto”.
Hermione guardò Harry come per prendere forza. Lui annuì e le sorrise, incoraggiante, così lei si tuffò, subito seguita dal suo ragazzo.

Quando furono tutti sul fondo del tunnel, Harry avanzò senza esitare e disse ai suoi due amici di seguirlo. Raggiunsero così la “sala” dove Harry aveva afrontato Tom Riddle cinque anni prima. Ron ed Hermione non c'erano stati, e si guardarono intorno disgustati e anche un po' spaventati, convinti che da un momento all' altro qualcosa o qualcuno potesse attaccarli.
“Non dovete temere.. il basilisco non c'è più, e non credo che sia entrato qualcun'altro... avrebbe dovuto parlare serpentese...”
Un po' più tranquilli, Ron ed Hermione seguirono Harry, con le bacchette comunque all'erta. Il ragazzo sembrava cercare qualcosa e infatti, dopo un'attimo esclamò: “Ne ho trovata una, gurdate, le zanne del basilisco con il loro veleno, sono rimaste intatte!! Ora possiamo distruggere il medaglione!!


Harry prese così l'Horcrux dallo zaino, e si preparò a distruggerlo, ma Ron gli si parò davanti.
“Lo faccio io Harry... quell'Horcrux è il principale motivo per cui vi ho abbandonato in quella tenda... Averlo adosso mi faceva diventare nervoso ed inquieto, e non riuscivo più a ragionare... è per questo che ho urlato così quella sera... anche se alcune delle cose che ho detto le pensavo davvero... Tu fai solo in modo di aprirlo ed io lo distruggerò... in questo modo spero di sdebitarmi...
“Ok Ron, come vuoi... ma appena lo apro colpisci... non aspettare, perchè potrebbe aggredirci...”
Dopodichè, in serpentese, ordinò al medaglione di aprirsi.

Appena il medaglione si aprì, tutti e tre furono sbalzati all'indetro da un boato tremendo. La zanna di Basilisco che Ron aveva in mano volò a metri di distanza, e nessuno dei tre riuscì ad alzarsi per recuperarla: erano inchiodati dalla paura.
Il pezzo di anima di Voldemort che era racchiuso nel medaglione era molto più potente di quello del diario, e si preparò ad attaccare... Con enorme sorpresa e terrore di Harry, l'essere non si avventò su di lui o su Ron come si era aspettato, ma su Hermione.
La giovane strega sembrava terrorizzata, mentre Harry e Ron, per effetto delle torture dell'Horcrux, videro le più grandi paure di Hermione:
“NO, non è possibile...” gemeva la ragazza.
“OH si, tutto quello che stai vedendo succederà di sicuro... sono le tue più grandi paure, non è verò? Ci tieni ai tuoi genitori vero? E a tutti i tuoi amici? E soprattutto al ragazzo che ami? Li vedrai tutti morire davanti a te... e sarò io a ucciderli... e poi toccherà a te...” diceva in un sussurro crudele la voce dell'Oscuro Signore...

Hermione urlava e gemeva terrorizzata alla vista dei suoi genitori, Ron e Harry morti, e non aveva la forza per reagire a quella tortura crudele... ad un certo punto soppraffatta dal dolore, svenne. Ron fu il primo a riprendersi, e sentì la rabbia impossessarsi di lui: non avrebbe permesso a nessuno di fare del male a Hermione. Pensando ciò si alzò, cercando la zanna di Basilisco, ma Harry lo anticipò.
Aveva visto la sua Hermione torturata disperata e priva di sensi e quella fu per lui una visione insopportabile, le sue urla lo trapassavano come un dolore fisico. Una furia cieca lo pervase, si rialzò in un attimo e corse a prendere la zanna, l'unica cosa che avrebe potuto porre fine alla tortura di Hermione.

L'Horcrux, troppo preso dalla tortura di Hermione per accorgersi che i due ragazzi erano in piedi e pronti a combattere, si accorse troppo tardi che la sua fine era vicina ma, quando fine Harry avanzare con l'arma della sua distruzione tentò di avventarsi su di lui, che però sorrise, beffardo: “Tu non puoi farmi niente Riddle, non puoi torturarmi perchè io non ho paura di te... io sono più forte di te...” disse lui con voce fredda e distante, che sorprese tutti compreso l'Horcrux. Ron lo osservò stupefatto, comprendendo solo ora quanto coraggio ci fosse nel suo migliore amico, e perchè fosse lui la persona che doveva sconfiggere Voldemort.
“Ma ora mi hai fatto infuriare: hai osato torturare la mia ragazza e la pagherai... ti distruggerò soltanto per esserti avvicinato a lei... Tu non farai mai più del male ne a lei ne a nessuno dei miei amici!!!” Urlò poi il giovane Potter, con tutta la rabbia che aveva dentro, trafiggendo senza pietà l'Horcrux che, con un ultimo urlo crudele si dissolse.
Non appena si dissolse Harry corse da Hermione, che aveva ripreso i sensi ed era in preda ad una terribile an goscia, scossa dai singhiozzi e con il bel viso rigato dalle lacrime e contorto per il terrore.

“Hermione, Hermione sono qui... l'Horcrux é stato distrutto, se n'è andato... è tutto finito...”
disse Harry, prendendo la ragazza tra le sue braccia, cercando di darle conforto e di farle capire che non doveva temere.
“Vai via Harry, lasciami sola!” disse lei che sembrava fuori di sè.
Harry capì e, seppur a malincuore si allontanò da lei, senza sapere cosa fare per calmarla.
Si sentiva inutile, e pervaso da una rabbia incontrollabile: si era promesso che non le sarebbe successo nulla, che non avrebbe sofferto per colpa sua e invece, ancora una volta, vide chiaramente come tutte le persone che gli stavano accanto finivano per morire o soffrire a causa sua. Avrebbe voluto andarsene subito da lì, ma non poteva lasciare Hermione in quello stato. Così, sopraffatto da un senso di impotenza e frustrazione, si appiattì contro una parete e lasciò cadere le lacrime amare che aveva negli occhi

Ron guardava la scena tenendosi a distanza. Il suo sguardò passò dalla sua migliore amica che piangeva e gemeva sul pavimento freddo di quella stanza, al suo migliore amico che sedeva arrabbiato e impotente contro la parete, e capì che durante la sua assenza i due si erano dichiarati. Questo non lo rese felice, ma in fondo, si disse, doveva aspettarselo... Dopotutto lui non poteva competere con Harry per coraggio, istinto e anche per fascino e lui sapeva che queste erano doti che Hermione aprrezava e valorizzava in un ragazzo.
Poi si vergognò di quello che stava facendo:
“Miseriaccia” si disse “Io sono qui a fare il geloso mentre la mia migliore amica è appena stata torturata e piange sconvolta? Non è da me!!”

Si avvicinò al suo migliore amico, mettendogli una mano sulla spalla. Harry alzò gli occhi umidi e vide che lui aveva capito tutto, e che accettava la cosa e gliene fu immensamente grato.
“Harry, ci penso io.... tu sei sconvolto.... non puoi consolare nessuno in quello stato... cerca di calmarti... ci penso io...”
“Non preoccuparti” agguinse, sorridendo allo sguardo dell'amico “Mica te la rubo.... ha scelto te, ma io rimango pur sempre il suo migliore amico no?” Harry gli sorrise debolmente di rimando.

Così Ron si avvicinò ad Hermione. Gli piangeva il cuore a vederla in quello stato.
Si inginocchiò accanto a lei e, delicatamente le mise una mano sulla spalla.
Lei a quel contatto capì che non era Harry, ma Ron che cercava di consolarla.
“Hermione” le disse, dolcemente ma con fermezza “Guardami”
Lei, a quella richiesta così tranquilla, alzò gli occhi velati di lacrime su di lui. Si guardarono per un istante e lei capì, da come la guardava, che il suo sentimento verso di lei era cambiato: non c'era più desiderio nei suoi occhi. In quel momento c'era solo preoccupazione e paura, pura per lei, per quello che aveva appena passato, e in quel momento capì che poteva sfogarsi con lui senza paura, come con un fratello.
“Ho tanta paura Ron... paura che quello che abbiamo appena visto possa succedere... mi sento così stupida... abbiamo preso tutte le misure necessarie... ma sono terrorizzata al pensiero di perdere i miei genitori... o te... o Harry!!” gemette Hermione, singhiozzando sulla spalla di Ron.
“Non sei stupida Hermione... non lo sei mai stata. Sei la migliore strega che io conosca, e anche la più intelligente... senza di te non saremmo nemmeno qui... E poi ti confesserò un segreto: anch'io ho paura tutti i giorni per la mia famiglia, per te, per Harry... ma non dobbiamo permettere alla paura di sopraffarci... noi siamo gli unici che possono mettere fine a tutto questo, e non possiamo farcela senza il tuo aiuto...”
Aveva cercato di usare un tono allegro, per sdrammatizzare e per far capire ad Hermione che il pericolo era passato, e infatti la vide tranquillizzarsi un po'.
“E poi” aggiunse “ Credi che Harry permetterà che qualcuno ti faccia del male? O che faccia del male a chi tieni? Io non penso... e non lo permetterò neanch'io” le disse sorridendo. Hermione sorrise a Ron, e gli disse un debole “Grazie”.
“Sono qui per questo” le disse abbracciandola e dandole un bacio sulla guancia.
“Ora vai da Harry... credo che sia molto traumatizzato pre quello che ti è successo... Ha bisogno di te”. Lei lo guardò incredula, ma lui le sorrise e si allontanò, per poter lasciare Harry ed Hermione da soli.

Harry dal sua angolo vide Hermione rasserenarsi e, anche se era un po' geloso del fatto che ci era riuscito Ron e non lui a farla calmare, non potè fare a meno di essere grato a Ron:
“Avevo proprio bisogno del ritorno di Ron, e anche Hermione... lui ha quel senso dell'umorismo che ci tiene uniti e che ci fa sempre tornare il buonumore” si disse.

Poi vide Ron allontanarsi ed Hermione alzarsi e venire verso di lui, che si alzò.
Quando fu davanti a lui, Hermione lo abbracciò forte, e gli disse:
“Scusami se ti ho allontanato prima, ma non riuscivo a guardare i tuoi occhi e leggere la tua paura per me, mi avrebbe fatto soffrire di più... sono stata una sciocca”.
“Non fa niente Hermione” disse lui stringendola a se.
“Non avrei comunque saputo come aiutarti. Mi sono sentito impotente sapendo che tu stavi soffrendo e non potendo fare niente per poterti confortare... Ma soprattutto mi sentivo male, perchè avevo promesso a me stesso che tu non avresti dovuto soffrire per causa mia, e quando ti ho vista gemere e piangere prima mi si è spezzato il cuore e mi sono soltanto sentito inutile e infuriato... E per un attimo ho temuto di poterti perdere”.
Lei gli sorrise dolcemente, guardando quegli occhi smeraldo, in cui si perdeva ogni volta, così preoccupati per lei, dicendogli:
“Penso di sapere cosa hai provato... ma ti prometto che niente e nessuno potrà mai separarci... sarò sempre al tuo fianco...”
“Lo so, tu mi capisci sempre, e non c'è niente che posso nasconderti... ma ti faccio anch'io una promessa: non lascerò mai più che qualcuno ti faccia del male, o che ti faccia soffrire.”
Detto questo la baciò teneramente. Lei rispose al bacio, e tutto il terrore e l'angoscia che aveva provato prima sparì del tutto.

Si separarono in fretta, consci del fatto che Ron era nelle vicinanze e che si sarebbe sentito a disagio.
Harry iniziò a cercare traccie di un'altro Horcrux.
“C'è un'altro Horcrux qui... riesco a percepirlo... c'è una forza malvagia in azione, che tenta di prendere il sopravvento... non la sentite?”
“No amico, non sento niente” rispose Ron, stupito.
“Neanch'io Harry” sussurrò Hermione, perplessa ma guardinga.
“È come se la stanza stessa voglia che usciamo, come se l'Horcrux ci stesse respingendo perchè non vuole essere trovato...” mentre parlava vide un bagliore, si avvicinò e restò senza fiato.
“Hermione, Ron... venite a vedere!!” esclamò Harry, tutto d'un fiato.
I due amici si avvicinarono a lui, e allora la videro: era una piccola coppa d'oro, con il blasone di tassorosso inciso sopra.
“Come credete che possa prenderla? Dubito di poterla toccare a mani nude... ricordate la mano di Silente?”
“Hai ragione Harry, non credo che ce la farai a toccarlo, ma forse non devi farlo... le zanne di basilisco sono abbastanza lunghe per evitare un contatto diretto con la coppa no?” Disse Hermione.
“Già, è vero... ma questa volta ho paura... insomma, guardate cosa è successo poco fa... non voglio che succeda di nuovo...”.
“Non succederà Harry” disse Ron, serio: “L'Horcrux prima è riuscito a combattere perchè abbiamo dovuto aprirlo per distruggerlo, mentre questa volta non sarà necessario...”
Harry ed Hermione rimasero colpiti dalla risposta di Ron, ma convennero che aveva ragione.
“Questa volta lo farai tu Ron... non ne hai ancora...”
Ma mentre pronunciava quelle parole, sentì la cicatrice bruciare come non aveva mai fatto prima, e pensò che la sua testa si fosse spaccata in due.
Poi sentì una voce nella sua testa:
“Non puoi farlo! Non ti lascerò distruggere un'altro pezzo della mia anima!”
Harry non sapeva da dove arrivava la voce che udiva, ma sentì dentro di sè un senso di malvagità che non aveva mai provato prima...
“Io sono più forte di te... non puoi resistermi... sono una parte di te” continuò quella voce fredda, acuta e crudele che riconobbe come quella di Voldemort.

E mentre quella voce lo torturava, rivide le immagini di tutti gli orrori che aveva passato nella sua vita: la morte dei suoi genitori, tutte le volte che aveva dovuto afrrontare Voldemort da quando era arrivato ad Hogwarts, la morte di Cedric, di Sirius, di Silente...
Poi, improvvisamente, tutto cessò, e lui si ritrovò sulla dura pietra della Camera dei Segreti, sudato e sconvolto, con la cicatrice che ancora bruciava e la testa dolorante.
Vedeva tutto sfocato, perchè cadendo aveva perso gli occhiali, ma percepì accanto a se due figure che, in un lampo di comprensione capì essere Hermione e Ron.
“Cosa mi è successo?” chiese debolmente, mentre Hermione gli dava gli occhiali e lui li indossava, mettendo a fuoco la sua ragazza ed il suo migliore amico.

“Non lo sappiamo Harry, ma ci hai fatto preoccupare un casino... urlavi e gemevi, e noi non riuscivamo a capire perchè... poi abbiamo visto che ti toccavi la cicatrice e abbiamo pensato che fosse Voldemort a torturarti così...” disse Hermione, che era semplicemente sconvolta.
“È finito tutto quando ho trafitto l'Horcrux, Harry” agguinse Ron, anche lui seriamente preoccupato.
“Harry” disse Hermione, in un sussurro terrorizzato: “Harry... non pensi che Lui sappia che stiamo distruggendo gli Horcrux vero? Credi che ci abbia scoperti?”

“No Hermione” rispose Harry, che si stava riprendendo e che stava iniziando a ricordare cosa fosse successo.
Trasse un profondo respiro e continuò: “Penso che la cosa sia ancora più grave: ho sentito come una voce nella mia testa, che mi diceva che non mi avrebbe lasciato più dirtuggere altri Horcrux... Voldemort quando usava la legilimanzia non mi ha mai parlato direttamente, io vedevo i suoi pensieri e lui i miei, ma non potevamo parlare... è stato come quando mi ha posseduto al ministero due anni fa... è stato come se un pezzo di lui fosse dentro di me...” finì, alzano gli occhi sui due ragazzi. Erano entrambi devastati.

“Ma cosa significa Harry? Insomma se lui può possederti significa che ora sa dove sei...” gemette Hermione, spaventata.
“No Hermione... credo ci sia un'altra spiegazione, ma prima di darvela devo esserne sicuro, e se è come penso io... avremo un grosso problema da risolvere” concluse Harry.
“Ma...” iniziò Ron, ma Harry lo interruppe: “Andiamo, usciamo da questo posto, devo vedere la McGranitt... e magari riuscirò a parlare con il ritratto di Silente.” Non ci aveva mai pensato prima, e questa prospettiva era piuttosto confortante: finalmente avrebbe avuto delle risposte.
Ron ed Hermione non risposero, ma Ron fece strada per uscire e Hermione uscendo, prese per mano Harry, facendogli capire che qualunque cosa sarebbe successa sarebbe stata accanto a lui. Usarono il Wingardium Leviosa per risalire il tunnel dal quale erano arrivati.

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