sabato 15 gennaio 2011

Harry&Hermione


Capitolo 3: Lily&James Potter


“Harry, devi spiegarmi molte cose” disse Hermione appena arrivarono a Grimmauld Place.
“Va bene Hermione... Ti spiegherò tutto... sediamoci sul divano... avremo molte cose di cui parlare...” disse Harry.
Dopo che Hermione aveva fatto un thè molto forte e tutti si furono seduti, Harry iniziò a raccontare.
“È tutto molto confuso Hermione, perchè neanch'io sono riuscito a capire alcune cose. Quello che so, e che posso dirti, é che io e te siamo invulnerabili alle maledizioni senza perdono di Voldemort.”
“Cosa?! Come è possibile?!” chiese Hermione, sbalordita.
“Hai presente quando mi sono gettato sulla maledizione cruciatus?”
“Si, Harry”
“Quella maledizione su di me non ha avuto alcun effetto, anche se io ho fatto finta di soffrire per non farlo capire a lui... ma in quel momento io ho capito che lui non poteva toccarmi... che non poteva farmi del male...”
“E così” disse Hermione “Quando lui mi ha lanciato l'Avada tu ti sei lanciato senza problemi perchè sapevi che non ti avrebbe fatto niente...”
“No Hermione, mi sono lanciato senza problemi perchè volevo salvarti... perchè non volevo che lui ti facesse del male” rispose il giovane mago sorridendo alla sua ragazza che arrossì, imbarazzata ma anche lusingata.

“Tale padre tale figlio” disse James, sorridendo orgoglioso
“Anch'io avrei fatto lo stesso per tua madre Harry... ma tu hai fatto molto di più...”
“Cosa vuol dire, Harry?” chiese Hermione, che lanciò uno sguardo interrogativo su di lui.
“Vuol dire che quando io mi sono “sacrificato” per te, ti ho resa invulnerabile... ora lui non può più farti del male... grazie al mio sangue che scorre anche nelle sue vene...” le disse Harry.
Sapere quel che lui aveva fatto per lei lasciò Hermione senza parole: lui aveva sacrificato una parte di se stesso per lei, per averla sempre al suo fianco e per far si che non le venisse più fatto del male... Il fatto che lui sapeva che non sarebbe morto non cambiava nulla.

Lo guardò negli occhi, cercando le parole giuste per esprimere i suoi sentimenti in quel momento, ma l'emozione era troppo forte che non riuscì quasi a parlare, riuscì solo a dire: “Grazie, Harry... quello che hai appena fatto per me è davvero meraviglioso”.
“È stato un gesto spontaneo Hermione, anche se non avessi saputo che non sarei morto mi sarei buttato lo stesso... Ma ora sono più tranquillo, perchè so che il nostro amore ci proteggerà entrambi dal nostro nemico... e con te al mio fianco riuscirò a sconfiggerlo!” le disse sorridendo, per poi stringerla a se.
Hermione era colma di gioia, non solo il suo ragazzo non era morto, ma era tornato facendo in modo che nulla potesse, d'ora in avanti, ostacolare il loro amore.

Lily e James, guardando i due ragazzi così felici insieme, sorrisero compiaciuti.
Harry si rivolse a loro:
“Però non riesco a capire il vostro ritorno” disse il giovane mago ai suoi genitori.
“Tu sei l'eroe che è destinato a distruggere Voldemort. Quando tu ti sei sacrificato per amore di Hermione, si è creato qualcosa di unico.” iniziò a spiegare James.
“Il tuo sacrificio è stato simile al mio” intervenne Lily, che aggiunse: “solo che dentro di te scorreva già il mio sacrificio per te... quando tu hai pensato di essere morto, si era creato una specie di passaggio, che ci ha permesso di tornare indietro.”
“Ma come è possibile?” intervenne Hermione, anche se un po' a disagio.
“Non ho mai sentito niente del genere... come può un sacrificio, seppure magnifico, riportare indietro i morti?”
“Io penso di capire adesso Hermione” disse Harry, colpito da un pensiero.
“Non si è mai sentito niente del genere perchè un caso come il mio non si è mai avverato..."

"Quando io sono stato colpito dall'anatema che uccide non sono morto, nè la prima nè la seconda volta... tutt'e due le volte grazie al sacrificio dei miei genitori... questo è qualcosa che il mondo della magia non ha mai visto... qualcosa di unico...”.
Poi, guardando il padre, aggiunse: “È stato questo legame a permettervi di tornare indietro vero? È come se io fossi venuto a prendervi... per ricompensarvi del sacrificio che voi avete fatto per me!”
“Si Harry, è così... e io non avrei saputo spiegarlo meglio.”
“Ma è una cosa definitiva?”chiese Hermione che, visto lo sguardo di Harry, aggiunse: “Voglio dire... potrebbe essere che... che siate stati rimandati per aiutare Harry a sconfiggere il suo nemico... ma poi cosa accadrà?”
“Non lo sappiamo Hermione” rispose James.
“Non sappiamo se è una cosa temporanea o definitiva.”
“Ma una cosa la sappiamo” aggiunse James che insieme a Lily guardava ora il figlio “Vogliamo recuperare il tempo che abbiamo perso con nostro figlio.”

Così passarono il resto del pomeriggio a parlare.
Harry ed Hermione aggiornarono Lily e James su tutto quello che era successo in quei 16 anni, raccontarono tutte le loro avventure e disavventure.

Loro ascoltarono attentamente e, quando i due ragazzi finirono di raccontare, James disse:
“Harry, secondo me la prima cosa che dovete fare è cercare Ron”
“Cosa?!” disse Harry, che solo a sentire il suo nome era diventato nervoso.
“Ha ragione Harry” disse Hermione.
“Come puoi dire una cosa del genere Hermione? Lui ci ha lasciati soli, ci ha abbandonati nel momento in cui avevamo bisogno, abbiamo rischiato che ci uccidessero fuori da quella tenda.... tutto perchè era geloso di noi... si è comportato come un bambino, e non abbiamo bisogno di bambini per combattere Voldemort!” esclamò Harry, che si stava innervosendo.
“Tu non avresti fatto lo stesso se io avessi scelto Ron? Non te ne saresti andato se avessi saputo che io preferivo lui a te?” rispose a tono la ragazza.
“No Hermione, io sarei rimasto, perchè ti avrei preferita felice tra le braccia di Ron, piuttosto che uccisa da un mangiamorte perchè io non ero lì ad aiutarvi!!” urlò il ragazzo, ormai visibilmente arrabbiato.
Uno strano silenzio seguì quelle parole, che lasciarono di stucco tanto Hermione quanto i suoi genitori, e ora nessuno sapeva più cosa dire.
La prima a riprendersi fu Hermione, che cercò di accarezzargli il viso, ma lui le scansò la mano e, senza dire una parola, si alzò e andò nella camera che era stata del suo padrino.
Non sapeva bene nemmeno lui perchè aveva reagito in quel modo. Forse era ancora arrabbiato per il modo in cui li aveva abbandonati, forse era convinto che se fosse tornato i sentimenti di Hermione verso di lui sarebbero cambiati...

Hermione stava per seguirlo, quando Lily intervenne, dicendole di lasciarlo stare.
“Penso di sapere cosa ha provato sentendoti dire che lo rivuoi tra di voi” le disse “E se ho ragione è meglio lasciarlo riflettere da solo... se è come tuo padre tra un po' si accorgerà di aver sbagliato e scenderà da solo...”
“Non lo farà” rispose James
“Ho capito anch'io cosa ha provato, ma penso che aspetterà che Hermione vada da lui per spiegarsi da soli... comunque è meglio lasciarlo tranquillizzare, perchè parlargli adesso sarebbe inutile.”
“Avete ragione” disse sorridendo Hermione.
“Si vede che siete i suoi genitori... ha preso tanto da voi... anch'io comunque so esattamente cosa gli è passato per la testa, ma se ho ragione mi sentirà, perchè vuol dire che non ha fiducia in me!”
James la guardò sorridendo e le disse:
“Ogni tanto mi sembri Lily da giovane... bene bene, il nostro Harry ha trovato la ragazza perfetta per lui... bella, intelligente e con un carattere ancora più forte del suo!”
Hermione sorrise imbarazzata ai commenti di James e Lily se ne accorse, perchè rimproverò il marito: “James sei sempre il solito! Non vedi che la metti in imbarazzo?”
“Che c'è? Ho solo detto che Hermione mi sembra la ragazza giusta per Harry!”
Lily lo guardò male, ma subito dopo i due si misero a ridere.
Hermione li guardò sorridendo, perchè gli ricordavano lei e Harry quando si mettevano a ridere dopo che lei lo rimproverava per qualcosa. Quei pensieri la fecero rabbuiare, perchè pensava ad Harry ora chiuso da solo in una delle stanze. “Devo andare a parlargli, non posso saperlo così triste e solo mentre io sono qui a scherzare con i suoi genitori.

Lily si accorse che l'espressione di Hermione era cambiata, e sembrò capire a cosa stava pensando, perchè le disse:
“Vai da lui... penso che ora si sia calmato... Noi intanto troveremo qualcosa da fare.
Lei e James si capirono con uno sguardo.
Hermione, senza dire niente si alzò ed andò a cercare il suo ragazzo.
“Sarà di sicuro nella camera di Sirius” Pensò mentre saliva le scale.

Harry intanto aveva iniziato a sentirsi in colpa.
“Sono uno stupido” si disse “Mi sono comportato malissimo, sia con Hermione che con i miei genitori... cosa mi è preso? Non sono nemmeno degno di essere il figlio di James e Lily Potter se mi comporto in questo modo... E quel che è peggio è che hanno ragione, Ron è stato il mio primo vero amico... era sempre rimasto al mio fianco... Ho bisogno anche di lui in questa guerra”
“Non sempre” disse un'altra voce dentro di lui “Nei momenti più difficili era sempre Hermione ad esserti a fianco non Ron...”. Questi pensieri gli fecero venire le lacrime agli occhi.

Mentre era afflitto da queste riflessioni, si sentì osservato. Alzò lo sguardo e vide Hermione, appoggiata allo stipite della porta, che lo guardava con le braccia conserte.
Lei era arrivata lì senza farsi sentire e, appena lo vide con le lacrime agli occhi gli si strinse il cuore, ma allo stesso tempo non poteva non essere arrabbiata con lui per il suo atteggiamento, così rimase lì a fissarlo, aspettando che fosse lui a parlare.

I due si guardarono per un tempo infinito poi Harry, a testa bassa, disse solo: “Scusami”.
“Si può sapere cosa ti è preso per andar via in quel modo?” chiese freddamente Hermione.
“Io... non lo so Hermione... sono stato uno scemo...” disse Harry, in colpa.
“Si, lo sei stato” rispose Hermione, per nulla intenerita dal quel tono sommesso.
“E so anche cosa hai pensato: tu credi che, se tornasse Ron, noi non potremmo più vivere il nostro amore, vero? O ancora peggio che io potrei scegliere lui invece che te!?”.
Lui alzò lo sguardo su di lei, ma lo riabbassò subito, non l'aveva mai guardato in quel modo: aveva uno sguardo di fuoco, se i suoi occhi avrebbero potuto fargli del male, in quel momento lo avrebbero fatto.
“Si Hermione... perdonami” disse lui sempre più agitato. Era così umiliante a volte che lei riuscisse a capirlo così bene... non c'era quasi niente che lui riusciva a nasconderle.
“Perdonarti?!” esclamò Hermione, fuori di se.
“Non ti ho dimostrato abbastanza il mio amore per te? Tu mi avevi abbandonata qui, scappando di notte, lasciandomi solo una maledetta lettera... credi che se io non ti amassi veramente sarei venuta ad aiutarti?! Credi che ti avrei accompagnato in quella casa dove sapevo che avrei rischiato di morire?!” urlò lei.

Quelle parole fecero scattare una reazione d'orgoglio dentro di lui, che si alzò per fronteggiarla, guardandola in un modo che la fece impaurire e calmare allo stesso tempo.
“In quanto a prove d'amore, Hermione, penso di avertene date molte anch'io. Se ti avevo lasciata qui era soltanto perchè non avrei sopportato che ti fosse successo qualcosa per colpa mia, non perchè non ti amavo.
In secondo luogo si, tu saresti venuta a salvarmi anche se non mi amavi, perchè anche se non mi amavi mi volevi bene come a un fratello, eravamo migliori amici, e avresti rischiato la tua vita per la mia in ogni caso... e avresti fatto lo stesso anche per Ron.”

Le sue parole ebbero uno strano effetto su Hermione che guardò stupita Harry e gli disse, quasi in lacrime:
“Da come parli sembra che tu non sia convinto che io ti amo, Harry”
Lui si soprese a vederla in lacrime e a sentire quella frase... Non era quello che lui voleva dire.
“No Hermione, cosa dici? Tu mi hai fatto delle domande alle quali io ho risposto sinceramente... non volevo mettere assolutamente in dubbio il tuo amore nei miei confronti!”
“E allora perchè hai paura di un eventuale ritorno di Ron? Non ti fidi di me?” chiese la giovane strega, guardandolo negli occhi.
“Sono stato uno stupido Hermione, a pensare una cosa del genere... Ma io ho sempre avuto paura che tra te e Ron potesse esserci qualcosa... guarda l'anno scorso... tu eri gelosa di Lavanda, quando Ron è stato avvelenato sei stata la prima ad arrivare in infermeria, con la paura sul viso... E adesso che entrambi sappiamo finalemte quello che proviamo l'uno per l'altra, non voglio che niente ti porti via da me... mi capisci?”
“Harry, ma cosa ti viene in mente? Io e Ron? È vero, l'anno scorso provavo qualcosa per lui, ma è stata una cosa passeggera Harry... e in più tu ti eri innamorato di Ginny... stavo iniziando a perdere le speranze di poterti amare... Ma, Harry, Ron è comunque importante per me, e sono sicura che lo è anche per te... Dobbiamo almeno scoprire se è al sicuro... perchè so che se gli accadrebbe qualcosa non te lo perdoneresti mai... Non è necessario che stia qui con noi, ma voglio sapere se sta bene...” disse Hermione, che ormai guardava Harry con dolcezza, del tutto tranquilizzata.
Harry la prese tra le sue braccia e le sussurrò: “Va bene Hermione, ti prometto che ti aiuterò a trovarlo e, nel caso, a portarlo al sicuro.”
“Grazie Harry... ora ti senti meglio?” gli chiese poi sorridendo
“Si... e perdonami... non avrei dovuto comportarmi in quel modo... dovrò anche chiedere scusa ai miei...”

In quel momento si sentì un buon profumo salire dalla cucina.
“Sembra che i tuoi hanno trovato qualcosa da fare” disse Hermione allegra; poi guardò Harry, che gli sembrò strano, quasi impaurito. Allora gli chiese: “Harry, cosa c'è?”
“È strano Hermione... il fatto che loro siano tornati... sono felice di riaverli con me, ma allo stesso tempo mi fa strano... questa sarà la prima cena che mangerò preparata da loro...”
Hermione lo guardò teneramente e gli disse: “Harry, posso capire quello che stai provando in questo momento, ma pensa questo: ora potrai vivere tutte quelle esperienze con i tuoi genitori, esperienze che non hai potuto conoscere per colpa di Voldemort... cerca di sfruttare al meglio questa seconda occasione e vedrai che sarai molto felice...”
“Ah, Hermione.... cosa farei se non ci fossi tu?” chiese Harry
“Vivresti malissimo, è ovvio... te ne staresti in casa senza sapere cosa fare e dove andare, perchè senza di me non sai muovere un passo...” rispose la ragazza ridendo.
“Hai ragione” osservò il ragazzo, ridendo a sua volta.
Poi la tirò a se, le diede un veloce bacio sulle labbra, le prese la mano e disse: “Scendiamo a cena, Signorina Granger?
“Buona idea, Signor Potter”

Nel frattempo in cucina, mentre preparavano la cena, i signori Potter discutevano sulle cose che i due ragazzi avevano raccontato loro.
“C'è solo una cosa che mi lascia perplesso... La morte di Silente.” disse James.
“Perchè?” chiese Lily, allibita.
“Beh, innanzitutto noi eravamo nel Regno dei Morti e non l'abbiamo visto arrivare... ma è un'altra la cosa che mi lascia stupito... si è lasciato uccidere con troppa facilità... è vero che aveva una mano ferita, ma un grande mago come lui poteva trovare facilmente una cura...”
“Cosa hai intenzione di fare James?”
“Voglio scoprire se ho ragione... all'insaputa dei ragazzi però... Non voglio alimentare false speranze... può darsi che sia solo una mia folle idea.”

“Lily, cosa ne pensi di Harry ed Hermione?” chiese poi James alla moglie.
“Che mi ricordano tanto me e te... Harry ha preso tanto da te, sia fisicamente che caratterialmente... Penso che Hermione sia attratta dalla sua istintività, dal suo senso di giustizia, oltre che dal suo fascino... Sono state quelle doti a farmi innamorare di te da giovane” gli disse Lily sorridendo.
“Hai ragione, ma Harry ha preso anche da te: la sua umiltà, la sua personalità nel sapere sempre quello che bisogna fare, il suo saper perdonare e capire gli altri, la sua razionalità... Quelle erano le tue virtù che mi hanno fatto cambiare quando ti ho conosciuta...”
“Hermione ti somiglia molto, ha le tue stesse qualità, oltre che essere una bella ragazza... non avrei potuto immaginare una ragazza migliore per lui e sono contento di poterla conoscere” aggiunse.
“Hai ragione, mi somiglia molto, e anch'io sono felice che Harry abbia trovato una brava ragazza che gli stia vicino e che lo ami come lei.” disse Lily.

In quel momento si voltarono e videro entrare Harry ed Hermione mano nella mano, con i volti radiosi, e furono felici.
Si sedettero a mangiare e, una volta finito, Harry disse:
“Papà, abbiamo deciso di andare a cercare Ron”
“Bene Harry, voi andate e cercate Ron, mentre io e tua madre cercheremo di contattare i membri dell'Ordine.”
“Perchè non venite con noi? Potreste conoscere anche Ron!” chiese Hermione.
“No Hermione, dovete essere voi a trovarlo, e dovrete chiarirvi... ci sarà tempo per noi per conoscere Ron... e in più non vogliamo starvi troppo tra i piedi... avete una vostra vita da vivere, finchè siamo qui staremo assieme, ma per certe cose è meglio separarsi...”
Harry stava per ribattere, ma James intervenne.
“Non ti preoccupare Harry, nessuno potrà farci del male, perchè siamo già morti... e poi sappiamo badare a noi stessi”.

Hermione guardò i genitori di Harry che lo guardavano, e vide lui che non si stancava mai di guardare loro. In quel momento sorrise e, sentendosi di troppo, disse: “Io vado a farmi una doccia... oggi ne abbiamo passate tante, e ne ho proprio bisogno”. Harry la guardò, ringraziandola con lo sguardo, lei gli sorrise e disse: “A dopo”.

Quando Hermione se ne andò, James con un gesto della bacchetta pulì e sistemò la cucina, dopodichè disse: “Perchè non andiamo sul divano? Staremo più comodi”.
Harry e Lily accettarono, e dopo un'attimo Harry si ritrovò seduto sul divano tra i suoi genitori che lo coccolavano. Harry si sentì felice come non era mai stato in vita sua.
Nemmeno tra le braccia di Hermione si era sentito così amato e protetto.
Sentì tutto l'amore che i suoi genitori provavano per lui e che non avevano potuto dargli in tutti quegli anni e, sopraffatto dall'emozione iniziò a piangere dalla gioia.
Hermione, che li stava osservando dalle scale, sorrise contenta: lei sapeva quanto Harry avesse sofferto per la perdita dei suoi genitori, diverse volte aveva dovuto consolarlo quando il pensiero che loro non c'erano più lo svegliava di notte facendolo stare male. Mentre saliva per andare a fare la doccia, ripensò alle notti che lo trovava in Sala Comune a riflettere o a piangere.
Tra le tante ne ricordò una in particolare, subito dopo la morte di Sirius:

Quella notte lei si era svegliata di soprassalto. Aveva fatto un'incubo, ricordando quello che era successo nell'ufficio misteri. Sapendo che non si sarebbe più riaddormentata, decise di andare nella Sala Comune, a prendere qualcosa da bere e per guardare le stelle, sperando che la facessero calmare.

Quando uscì dal suo dormitorio, vide di non essere la sola ad essere sveglia: sul divano davanti al camino c'era Harry.
Nel vederlo lì, solo e triste, le si strinse il cuore. Nonostante ciò, suo malgrado, sorrise. Era sicura che lo avrebbe trovato lì, e sapeva anche il motivo per cui era sveglio.

Lui, nel frattempo, aveva sentito che stava arrivando qualcuno e in cuor suo sapeva, e sperava, che fosse Hermione. Così, quando si girò e si trovò davanti proprio lei, la ragazza che amava segretamente da tanti anni, non aspettò che gli dicesse qualcosa, ma le si avvicinò, e senza una parola la abbracciò, scoppiando in lacrime. Lei, sorpresa da quell'abbraccio cercò di consolarlo, abbracciandolo forte anche lei e facendogli sentire tutto l'affetto che provava per lui, di fargli capire che lei era lì e che, come sempre, lo avrebbe ascoltato e sostenuto.
Lui poco a poco si calmò, lasciando andare la ragazza, che lo guardava preoccupata. Si sedettero sul divano davanti al fuoco, come avevano fatto tante volte e lei lasciò che lui si sfogasse, che liberasse tutta la rabbia e la frustazione che aveva dentro di se. E lei lo consolò, come solo lei sapeva fare, perchè solo lei conosceva le debolezze del prescelto e solo lei sapeva come tranquillizzarlo nei suoi peggiori momenti.

Alla fine Harry le chiese:
“Come fai Hermione? Ogni volta che io non sto bene tu arrivi a consolarmi... come ci riesci?”
“Ti conosco bene Harry, lo sento quando non stai bene... quando hai bisogno di me... e non mi pesa affatto starti vicino, perchè ti voglio bene come a un fratello.” Rispose sorridendo la ragazza.
“Anch'io Hermione, e non smetterò mai di ringraziarti per tutto quello che fai per me.” disse il giovane mago che, dopo averle dato un dolce bacio sulla fronte andò a dormire, lasciandola lì, confusa ed emozionata.

Quando Harry riuscì a ricontrollarsi disse ai suoi genitori: “Mi siete mancati così tanto che adesso mi sembra un sogno avervi qui.”
“Lo sappiamo Harry” disse suo padre.
“Ci dispiace di aver passato così poco tempo con te negli anni più difficili e importanti della tua vita, ma posso dirti una cosa: io e tua madre siamo fieri di te, nonostante tutto quello che hai passato sei cresciuto proprio come noi avremmo voluto, trovando dei buoni amici e una splendida ragazza. In più ti prometto che ci rifaremo di tutto il tempo perduto.”
Harry sorrise e disse: “Lo so, e ne sono felice”.
Mentre chiaccheravano, Hermione arrivò tra loro. Indossava una vestaglia blu chiaro da ragazza, che lasciò Harry senza fiato, anche se nessuno, a parte Hermione, se ne accorse. Lei sorrise ad Harry e chiese: “Posso unirmi a voi?”
“Che domande Hermione, certo che puoi” disse Lily allegra.
"Comunque noi non restiamo a lungo, domani ci aspetta una giornataccia... Non so ancora come reagiranno gli altri quando sapranno che siamo vivi...”.
Lily e James rimasero ancora 10 minuti con i due ragazzi, dopodichè augurarono la buona notte e andarono a dormire.
Harry ed Hermione rimasero così soli, abbracciati sul divano davanti al camino, ed erano felici.

Ad un certo punto Harry disse: “Sai Hermione, è tutto così confuso... fino a due giorni fa io ero da solo nella tenda dove ci eravamo nascosti per un mese, con i rimorsi per averti abbandonata qui e senza nemmeno aver avuto il coraggio di dirti quello che provo per te... E ora invece sono qui, abbracciato e coccolato dalla donna che amo, e ancora meglio con i miei genitori di nuovo al mio fianco... mi sento da un lato l'uomo più felice e fortunato del mondo, mentre dall'altro lato è come se stessi vivendo un sogno che non riesco a comprendere...”

Hermione lo guardò, uno sguardo pieno di amore e tenerezza e, accarezzandogli il viso, rispose: “Quando mi hai abbandonata qui mi sono sentita morire, perchè pensavo che non ti avrei più rivisto, e che non avremmo mai potuto vivere il nostro amore. Ma ho capito una cosa da questa esperienza: il nostro amore sopravvivrà a tutto, anche al nostro nemico, perchè è un'amore puro, che supera anche la morte... come quello tra te e i tuoi genitori... e io sono felice di esserti accanto nel momento più bello della tua vita... della nostra vita...”

A quelle parole, il giovane mago fu investito da una felicità inimmaginabile e, preso il viso della sua ragazza tra le mani, la baciò con passione, tutta la passione e l'amore che provava per lei. Lei rispose al bacio, e in quel momento si sentì come in paradiso.
Quando si separarono erano tutt'e due rossi in viso e visibilmente emozionati.

“Che ne dici di rimanere sul divano a dormire questa notte Harry? Come ai vecchi tempi, quando ci addormentavamo davanti al camino della sala comune? Non me la sento di dormire da sola... l'ultima volta mi hai abbandonata, e non voglio che succeda ancora” disse Hermione sorridendo.
“Non so che dire Hermione...” rispose lui a testa bassa, ma la ragazza notò uno sguardo divertito: si era vendicato del fatto che lei gli aveva rinfacciato il suo abbandono.
“Di solo di si, Harry” gli sussurrò all'orecchio.

“Va bene Hermione, se ti fa sentire più tranquilla dormirò con te stanotte, ma non temere, non me ne andrò più via... non ci sarà più niente che potrà allontanarmi da te... amore mio.” Le ultime parole gliele sussurrò all'orecchio, facendola rabbrividire: non l'aveva mai chiamata così, e la cosa non le dispiaceva affatto.

Lei si addormentò subito, con la testa appoggiata sul suo petto, cullata dal ritmo del cuore del giovane mago, che batteva forte per lei. Lui la circondò con le sue braccia, come a volerla proteggere da ogni pericolo, appoggiò la testa sulla sua spalla e, mentre la guardava dormire felice tra le sue braccia, si addormentò serenamente per la prima volta da mesi.

domenica 9 gennaio 2011

Harry&Hermione


   Capitolo2: L'incontro

Mentre Hermione usciva da Grimmauld Place, intenta a cercarlo, Harry era nella tenda a riflettere sulla prossima mossa da fare.
Era sicuro che uno degli Horcrux fosse ad Hogwarts, ma pensò che fosse impossibile per lui entrare là da solo.
Così decise che per prima cosa sarebbe andato là dove tutto era iniziato: Godric's Hollow.
Sapeva che sarebbe stato pericoloso, Ron ed Hermione l'avrebbero probabilmente messo in guardia e convinto a desistere.
“Ma ora loro due non ci sono più, quindi devo decidere io” si disse.
“Andrò a Godric's Hollow... per me è cominciato tutto lì e può darsi che trovo delle risposte”
Sentiva la voce di Hermione che gli diceva: “Ma oltre alle risposte potresti trovare la morte, non andare Harry!!” e poi quella di Ron: “Miseriaccia Harry, non vorrai andare sul serio a Godric's Hollow? E se Voldemort ti aspettasse? Sei pazzo?”.
Sorrise e pensò: “Hanno ragione, ma voglio rischiare... voglio vedere la tomba dei miei genitori... scusatemi amici miei... spero almeno che voi siate al sicuro ora...”

Così uscì dalla tenda, che rimpicciolì con un incantesimo per poi metterla in tasca, si mise il mantello dell'invisibilità di suo padre e si smaterializzò.
Quando arrivò al paese era un po' emozionato. Quello era il paese dov'era nato, dove era stato felice con i suoi genitori, anche se per poco. Pensò alla vita che avrebbe potuto fare se Voldemort non avesse distrutto la sua famiglia.
"Avrei potuto avere una sorella o un fratello... avrei potuto invitare i miei amici... avrei potuto presentare Hermione ai miei genitori, sono certo che sarebbero stati fieri di lei... avrei potuto essere amato dalla mia famiglia... Ma non ho potuto vivere tutto questo per colpa di un pazzo come Voldemort... È ora di mettere fine a tutto questo” pensò amaramente. Iniziò poi a cercare il cimitero.

Lo trovò subito e, con una senzazione di vuoto nello stomaco entrò, senza sapere che qualcuno lo stava osservando. Mentre cercava la tomba dei suoi genitori pensava:
“Mi sarebbe piaciuto venire qui con Hermione, sarebbe stato un momento indimenticabile... lei mi è sempre stata vicino nei momenti difficili, e questo lo è...”
Ad un tratto però sentì freddo, e vide che tutto si era oscurato...
“Dissennatori” si disse Harry a denti stretti.
“Maledizione, sanno che sono qui... ma quanti sono?”. Vide infatti che erano almeno 20.
“Forza Harry, pensa a qualcosa di felice” si disse. “Ma a cosa devo pensare? Ron se n'è andato, Hermione l'ho abbandonata a Grimmauld Place... potrei non rivederla più... il suo viso... i suoi occhi...”

Mentre i dissennatori si avvicinavano sentì crescere dentro di se la disperazione; ma il viso, gli occhi e il sorriso di Hermione si fecero più vivi nella sua mente, come anche l'espressione di Ron...”
“I miei amici, il Trio... ecco un ricordo felice” si disse, e pensando intensamente ad un momento felice insieme ai suoi amici, con tutte le energie, urlò: “EXPECTO PATRONUM!!”.
Ma, anche se il suo patronus respinse i primi dissennatori, lui sentì che stava perdendo le energie... stava perdendo il controllo e ad un certo punto cadde in ginocchio, e si sentì finito.
“Hermione” fu il suo pensiero in quel momento “sappi che ti ho sempre amata!”

Ma, proprio quando non potè più resistere, vide una lontra argentea passargli davanti e andare verso i dissennatori, e poi qualcuno gli sussurrò: “Forza Harry, devi resistere...”.
“Dovevo immaginarlo” si disse sorridendo e, rialzandosi a fatica, vide di fianco a se qualcuno che lo proteggeva con sguardo fiero e senza paura. In quel momento, forse più che in altre occasioni, vide che era bellissima, come una Dea... la sua Dea.
“Hermione” si disse.
"Sapevo che saresti adata a cercarmi ma, anche se ancora una volta ti devo la vita, ti avrei preferita al sicuro...".
Poi, focalizzando nella sua mente l'immagine di lei che lo salvava, pensò: “Non devo cedere, devo resistere, per lei” e rifece l'incanto Patronus.

Questa volta però era talmente potente, combinato con quello di Hermione, che i dissennatori scomparvero in un att imo.
Harry era sfinito e cadde, ma si ritrovò tra le braccia di Hermione, che lo sosteneva.
Lui la guardò negli occhi, quegli occhi che ora lo guardavano fieri, ma allo stesso tempo preoccupati per lui, e le disse: “Sapevo che saresti venuta a cercarmi... perdonami... volevo proteggerti”.
Lei gli sorrise dicendogli: “Non ti preoccupare Harry, so che volevi proteggermi e non farmi del male, non lo faresti mai... ma anch'io voglio proteggere te, ci proteggeremo a vicenda... Non puoi combattere questa guerra da solo, anche se sei il prescelto”.
Lui si rialzò, aiutato da lei, e sussurrò alla ragazza: “Come facevi a sapere che ero qui? Come hai fatto a trovarmi?”
“Ti conosco meglio di chiunque altro Harry, sapevo che desideravi venire qui... me lo sentivo... sentivo che avevi bisogno di me... come sempre...”
“Hai ragione Hermione, ho sempre avuto e avrò sempre bisogno di te... Ora più che mai” rispose il mago, guardando verso il centro del cimitero.
Hermione capì come si doveva sentire, perchè lo prese per mano e gli disse “ Coraggio Harry... io ti starò vicino”.

Avanzarono insieme e poco dopo Harry si fermò: aveva trovato la tomba dei suoi genitori.
Fu sopraffatto dall'emozione, non riuscì a trattenere le lacrime, e cadde in ginocchio davanti alla tomba: non riusciva a non pensare che i suoi genitori fossero morti per colpa sua, sacrificati per proteggere il loro bambino che era comunque destinato a morte certa.
Teneva stretta Hermione accanto a se, come per farsi forza, ma dopo un'attimo sentì che doveva andar via, che non sarebbe riuscito a stare lì un minuto di più.
Si alzò, fece apparire dal nulla un mazzo di fiori per loro e si voltò, sempre con Hermione al suo fianco.

Quando uscirono dal cimitero Harry fu colto dal desiderio di vedere la casa in cui avevano vissuto i suoi genitori e lo disse a Hermione.
Lei lo guardò, ed Harry capì dal suo sguardo che avrebbe accettato di accompagnarlo, ma che era anche preoccupata per lui e le disse:
“So che potrebbe essere pericoloso Hermione, ma cerca di capirmi... ho bisogno di vedere la casa dove ho vissuto il mio primo anno di vita, l'unico con i miei genitori... magari posso trovare qualcosa che mi faccia riavvicinare a loro...”
“Ti capisco Harry, e ti seguirò ovunque tu voglia andare, perchè non voglio lasciarti... solo ti prego di fare attenzione”

“Harry” lo chiamò poi la strega, che gli disse: “Prima che cerchiamo la casa dei tuoi genitori, voglio chiederti una cosa”.
“Dimmi” disse Harry ma, guardando Hermione negli occhi, sapeva cosa stava per chiedergli, e non sapeva se era pronto a risponderle.
“È vero quello che mi hai scritto in quella lettera Harry? È vero che mi ami?”
“Hermione io...” cercò di rispondere il ragazzo abbassando gli occhi.
“Harry ti prego, ho bisogno che tu mi dica la verità...!!! Tu non hai idea di come mi sono sentita quando ho visto che tu non c'eri più, e quando ho letto su quella lettera che mi ami ero al settimo cielo, ma allo stesso tempo ti ho odiato, perchè non ti avevo al mio fianco... sono venuta a cercarti anche per questo... nella lettera mi hai scritto che avremmo potuto vivere il nostro amore... ti sto dando la possibilità di farlo... mi ami davvero?”
Lui allora alzò gli occhi, le prese il dolcemente il viso tra le mani e la baciò con passione, tutta la passione che covava in lui da quando si erano visti la prima volta.

Lei all'inizio si stupì per quel bacio improvviso, ma poi si lasciò andare a tutta quella passione, aveva aspettato e desiderato da tanto quel momento.
Poi si separarono e lui le sussurrò dolcemente: “Ti amo Hermione Jane Granger, ti ho sempre amata e ti amerò per sempre”.
Dopo quelle parole, che la fecero arrossire e la colmarono di felicità, fu lei a baciarlo, in modo ancora più passionale. In quel bacio riversò tutta la sua felicità e tutto l'amore che provava per lui, e quando si separò da lui gli disse: “Anch'io ti amo Harry James Potter, e in questo momento sento di essere la ragazza più felice del mondo!”

Lui le sorrise e, sempre tenendola stretta a se, le disse: “Ora andiamo a cercare la casa dei miei genitori”.
“Hermione” le disse poi, mentre passeggiavano tra tutte quelle case così uguali, in attesa di quella che stavano cercando.
“Si Harry, cosa c'è?”
“Non ti ho ancora ringraziata per avermi salvato dai dissennatori, poco fa”
“Harry, è stata la potenza del tuo patronus a salvarci tutti e due... io ti ho solo aiutato... e comunque sai che non mi costa aiutarti, perchè per me la tua vita è più importante persino della mia” rispose la ragazza.
“Lo so, e per me è la stessa cosa, ma tu non capisci... Sono riuscito ad evocare un patronus così potente solo grazie a te... è stata la consapevolezza del tuo amore per me a salvarmi”
Lei a quelle parole si emozionò, facendola arrossire, ma rispose:
“No Harry, è stato l'amore che proviamo l'uno verso l'altra a salvarci, entrambi”
Non fece in tempo a finire la frase, quando entrambi videro la casa che stavano cercando: il piano superiore era esploso, in seguito alla maledizione che rimbalzò su Voldemort, ma per il resto era intera.

Harry era strano, da una parte voleva entrare, sentiva che era importante per lui vedere la casa dove avrebbe potuto vivere felicemente con i suoi genitori. D'altra parte però non poteva fare a meno di pensare che l'attacco dei dissennatori dimostrasse che qualcuno era lì ad aspettarlo ed era preoccupato, più per Hermione che per sè.

Hermione sembrò capire cosa passava nella mente del suo ragazzo, perchè gli prese la mano e gli disse, guardandolo negli occhi:
“Harry, so a cosa stai pensando, so che è pericoloso, ma è stata una mia scelta seguirti e starti vicino... qualunque cosa troveremo, bella o brutta, la affronteremo insieme, come abbiamo sempre fatto...”
“Hai ragione Hermione, e poi penso che con te al mio fianco sarà più facile per me entrare... non so se lo farei sapendo di essere da solo, l'emozine è troppo forte” rispose lui prendendola per mano a sua volta.
E così avanzarono, ma mentre stavano per entrare lui pensò: “Se accade qualcosa a Hermione non me lo perdonerò mai!”. Non sapevano che qualcuno di nascosto li aveva seguiti. Qualcuno che sapeva che Harry prima o poi sarebbe arrivato.


Appena entrarono videro subito che era stata una bella casa, non troppo grande, tipicamente inglese. Harry si guardò intorno, sempre mano nella mano con Hermione, in cerca di qualcosa che poteva ricordargli il passato, ma sapeva che era impossibile: era passato troppo tempo.
Ad un certo punto lo sguardo di Harry fu attirato da qualcosa: era un piccolo libro, sembrava un diario.
Lo aprì emozionato, con le mani che gli tremavano e disse:
“Hermione guarda, è un diario... dalla scrittura direi che era di mio padre... c'è anche una foto con lui”.
Entrambi sorrisero: la foto ritraeva Harry che giocava con il padre, mentre la madre, di fianco, rideva. Harry si sentiva felice... era la prima foto nella quale si vedeva con il padre.

Ma d'un tratto sentì la cicatrice fargli male, come se si stesse spaccando in due, rompendo quell'attimo di felicità.
Harry cadde a terra e urlò ad una preoccupatissima Hermione, inginocchiata accanto a lui:
“Scappa, sta arrivando... Scappa!!!”
“No Harry, non ti lascio, se devo morire lo farò al tuo fianco!” rispose Hermione con tutto il coraggio che aveva e tutto l'amore per lui.
“Maledizione Hermione, ti ho detto di andare... non dovevo nemmeno portarti qui! Vai mettiti in salvo... non sopporterei di vederti morire per colpa mia!!!”

“Ha ragione Potter, lo sai ragazzina?” disse all'improvviso una voce fredda, crudele... una voce che Harry conosceva bene. “Avresti fatto bene a non venire qui, perchè ora morirai, insieme al tuo amato Harry Potter”.
“NO! Tu non le farai del male, uccidi me piuttosto ma lascia stare lei!!” urlò Harry, che intanto si era rialzato e aveva puntato la bacchetta contro di lui che rise, sprezzante, dicendogli: “Ti ucciderò di certo Harry, ma prima voglio dimostrarti quanto sia follia il fatto che l'amore possa salvarti dalla morte, e te lo dimostrerò con la tua ragazza mezzosangue!”
“Crucio” disse poi, puntando la bacchetta contro Hermione, ma Harry si buttò, intercettando l'incantesimo, che stranamente non ebbe alcun effetto su di lui. Allora lui capì, capì che le maledizioni senza perdono di Voldemort su di lui non potevano funzionare, perchè era protetto dal sacrificio di sua madre. Però fece finta di soffrire, in modo che Voldemort non potesse capire... poteva essere un'arma contro di lui.

“Harry, no!!” eslamò Hermione che, puntata la bacchetta contro Voldemort urlò: “Incendium” e dalla sua bacchetta fuoriuscirono delle fiammate simili a fulmini. Voldemort riusci appena in tempo a creare uno scudo che parò l'incantesimo, ma la sua forza fu tale che l'Oscuro Signore fu sbalzato via e cadde a terra. “Expelliarmus” gridò poi Harry, che nel frattempo si era rialzato, ma Voldemort ruiscì a parare l'incantesimo di disarmo e, rialzandosi, disse: “È la prima volta da molto tempo che qualcuno riesce a mettermi in diffidoltà... sei brava ragazzina... avremmo bisogno di gente come te in mezzo a noi, ma questo non vi salverà.”

“Non mi unirò mai a te!!” urlò Hermione “Morirei piuttosto che unirmi a gente come voi” e intanto con lo sguardo si accertò delle condizioni di Harry, che annuì, mettendosi al suo fianco.
Voldemort guardò un'istante quei due ragazzi, che adesso gli erano di fronte con le bacchette puntate su di lui, decisi anche a morire l'uno per l'altra e pensò: “Quei due ragazzi credono davvero che il loro amore li salverà, ma sono degli illusi... hanno coraggio però, sarà più divertente ucciderli”.

Poi, senza alcun preavviso, lanciò la maledizione Imperius su Harry, ordinandogli di uccidere Hermione.
Harry si sentiva vuoto, sentiva la voce di Voldemort che gli diceva di ucciderla, e lui tirò fuori la bacchetta. Ma un'altra voce dentro di sè disse: “No, non voglio ucciderla... io la amo... perchè dovrei ucciderla?” Sentiva il potere della maledizione crescere, come anche la voce di Voldemort nella sua testa, ma lui non voleva, non doveva cedere e ad un tratto urlò: “NO, io non la ucciderò MAI!!”.

Voldemort annullò la Maledzione e disse, con voce bassa e rabbiosa: “No, Potter? Molto bene, allora lo farò io”. “Avada Kedavra!” esclamò subito dopo e Hermione si vide perduta. “NOOO!!!” urlò Harry che, senza pensarci, si gettò sulla traiettoria della maledizione, che lo colpì in pieno rimbalzando poi anche sul corpo di Voldemort, lasciandoli entrambi a terra, morti.
“NOOO, HARRYY!!” urlò Hermione disperata, correndo verso di lui e cercando di svegliarlo: “Non può essere morto, non può... dev'esserci un modo per tornare indietro, dev'esserci... ti prego Harry non lasciarmi, non adesso... non ora che so cosa provi per me...non andare dove non posso seguirti... torna indietro...non posso stare senza di te!!”. Ma in cuor suo sapeva che non c'era più niente da fare... che il suo Harry non sarebbe più tornato. Restò lì, con il corpo di Harry tra le sue braccia, incapace di muoversi, di pensare... Restò sola a piangere sul corpo del suo ragazzo morto.

Harry si svegliò, e per prima cosa vide il volto di Hermione in lacrime chino su di lui. Allora si alzò, cercando di chiamarla e di consolarla. Ma si rese conto che lei non poteva nè vederlo nè sentirlo e, guardando la scena, con il corpo di Voldemort a poca distanza, ricordò cosa era successo e si disse: “Ma io dovrei essere morto, come faccio ad essere qui? Come faccio a vedere questa scena? È come essere di nuovo nel pensatoio di Silente..."
Poi avvertì una presenza dietro di se si voltò e vide due figure che si avvicinavano. Era strano, gli sembrava di conoscerle, ma loro non potevano essere lì... com'era possibile? Quando si avvicinarono capì che erano loro: suo padre e sua madre lo guardavano, sorridendo.
“Mamma, Papà... come è possibile che io riesca a vedervi?” chiese il ragazzo, molto emozionato. “Siamo stati mandati qui per aiutarti a compiere la tua missione” rispose James Potter.
“La mia missione? Io non sono morto vero?”
“No figlio mio, tu non sei morto, tu sei il nemico di Voldemort, l'unico che può sconfiggerlo... Per questo sei stato rimandato indietro anche tu... E poi tu non potevi morire, non contro di lui perchè...”
“Perchè voi vi siete sacrificati per me... come io per Hermione... per cui ora l'ho resa invulnerabile contro di lui, giusto?”
“Giusto Harry” gli disse il padre sorridendo.

“Mi dispiace tanto che voi siate morti... io non avrei voluto...” e avvicinandosi scoprì che poteva toccarli, così li abbracciò, commosso ed emozionato nel sentire ancora il loro affetto, un affetto che non provava più da sedici anni. E si sentì felice.

Finito l'abbraccio, il giovane mago guardò Hermione che ancora piangeva e disse: “Io devo tornare indietro... per lei, per poter vivere il nostro amore... e per distruggere finalmente il mio nemico”. Fece per salutarli quando sua madre disse: “Hai ragione tesoro mio, devi tornare inidetro... ma non da solo.”
“Cosa?!” disse Harry, emozionato ed incredulo allo stesso tempo, e guardò il padre che annuì e disse: “Noi veniamo con te Harry, per aiutarti e proteggerti... la guerra sarà dura e tu avrai bisogno di tutto l'aiuto possibile... e poi abbiamo un conto in sospeso con Voldemort...”
“Ma... come è possibile?”
“Consideralo un dono dall'alto... una ricompensa per tutte le sofferenze che hai subito”
Il ragazzo era incredulo, anche se al settimo cielo, ma disse: “Andiamo?”
I suoi genitori annuirono e, insieme, tornarono nel mondo dei vivi.

Hermione intanto si era alzata, voltandosi verso l'essere che gli aveva portato via il suo ragazzo. Sapeva che non poteva essere morto, perchè gli Horcrux non erano stati distrutti. Lo guardò con odio. Stava per sfogare tutta la rabbia e il dolore che aveva dentro su di lui quando si sentì chiamare. Il suono di quella voce... lei lo conosceva da anni... ma non poteva essere, l'aveva visto morire... aveva appena finito di piangere sul suo corpo morto...

“L'ho sicuramente immaginato” pensò. Ma si sentì chiamare di nuovo, più forte e allora lei si voltò e lo vide: vide il suo ragazzo in piedi che la guardava dolcemente e disse: “Oh Harry”. Poi si precipitò tra le sue braccia piangendo e dicendo: “Credevo che fossi morto, stavo per impazzire, sapendo che non avrei più potuto amarti!” Poi lo guardò negli occhi e disse: “ Come è possibile Harry? Come fai ad essere qui?”

Lui la baciò dolcemente e le disse: “Te lo spiego dopo... C'è un'altra cosa che dovresti sapere... insieme a me è tornato anche qualcun'altro... qualcuno che voglio che tu conosca”.
“Chi Harry?”
“Girati, guarda tu stessa”
Lei si voltò, e vide Lily e James Potter che la guardavano.
Stupefatta, guardò Harry che guardava i suoi genitori pieno di felicità, e sussurrò: “Come fanno loro ad essere qui?”
“Non lo so, ma mi sembra di vivere un sogno” rispose il ragazzo.
Poi, sotto i loro occhi, videro che Voldemort si stava riprendendo.
Loro si guardarono e, senza dire una parola, Harry prese per mano Hermione e i suoi genitori e si smaterializzò, portandoli a Grimmauld Place.

sabato 8 gennaio 2011

Harry&Hermione


Capitolo1: Grimmauld Place

Era passata 1 settimana da quando Harry lasciò Hermione sola a Grimmauld Place, dopo la litigata nella tenda tra Ron e Harry a proposito degli Horcrux.

Harry infatti la lasciò nella notte, mentre lei dormiva, facendole trovare soltanto una lettera nella quale spiegava quello che aveva fatto e perchè, chiedendole di aspettarlo e di rimanere lì, per la sua sicurezza.
Ripensando a quella sera Hermione, seduta sola davanti al fuoco del camino della cucina, aveva le lacrime agli occhi. Ripensò a quei momenti , a quando il trio si ruppe, forse per sempre.

Era un mese che il trio vagava per la Gran Bretagna in cerca degli Horcrux e di un modo per distruggerli, ma fino a quel momento ne avevano trovato uno solo e con grandi sofferenze.
Quella sera, toccava a Ron portare l'Horcrux (avevano deciso che l'avrebbero portato a turno).
L'Horcrux rendeva Ron di mal'umore e gli faceva vivere le sue maggiori paure; una di queste era che Hermione, la ragazza che amava, gli preferisse Harry. Così, quando vide i due che ridevano scherzavano senza di lui, non ne potè più e urlò in faccia ad Harry tutta la sua rabbia e la sua frustazione, per poi sparire lasciando l'Horcrux nella tenda.

La sua scomparsa sconvolse i due ragazzi, anche se segretamente erano felici di essere rimasti soli; infatti Ron aveva ragione: i due si amavano a vicenda, senza però saperlo, avendo entrambi paura di confessarlo. Così rimasero freddi l'uno verso l'altra per i giorni che seguirono.

Ma una sera Harry, che stava facendo la guardia all'ingresso della tenda, sentì alla radio una canzone; lui sapeva che quella canzone piaceva tanto a Hermione, così entrò nella tenda, vedendo che anche lei la stava ascoltando.
I due si guardarono per un momento, e ognuno capì le intenzioni dell'altro, perchè non c'era mai stato bisogno di parole tra loro. Senza nemmeno accorgersi si avvicinarono l'uno all'altra, si strinsero e iniziarono a ballare, guardandosi negli occhi. A Hermione sembrava di sognare; sentire quella stretta, il calore che lui emanava... l'aveva sempre desiderato. Anche Harry era felice, sentiva che avrebbe potuto stare tra le braccia di lei per sempre, e per un attimo si dimenticò di tutto il resto.

Ma qualcosa li riportò bruscamente alla realtà: sentirono delle voci arrivare dall'esterno della tenda e capirono che da un momento all'altro sarebbero stati attaccati. Presero le bacchette e spensero le luci della tenda. Poi sentirono un mangiamorte che urlava.
“ Venite fuori, sappiamo che siete li dentro!”
Hermione guardò Harry che annuì, sapevano cosa fare.
“ Sia come vuoi, Mangiamorte, siamo qui!” e uscirono dalla tenda.
Prima che i Mangiamorte potessero dire o fare qualcosa Hermione schiantò i primi due, mentre Harry disarmò il primo e gettò un Petrificus Totalus sul secondo, che stava per lanciare un Avada Kedavra su Hermione. Senza perdere altro tempo, pensando che potevano arrivarne altri si smaterralizzarono, finendo a Grimmauld Place.


Appena arrivati Hermione si voltò verso Harry, e si accorse che aveva le lacrime agli occhi. Non sopportava di vederlo in quello stato, e sapeva perchè stava piangendo: aveva avuto paura per lei.
Si avvicinò a lui, lo abbracciò e gli sussurrò: “Harry, è finita, siamo al sicuro qui”.
Ma lui la guardò negli occhi: “No Hermione, non è finita, tutto questo non sarà finito finché Voldemort sarà in vita” le disse, e poi aggiunse sussurrando: “Quel mangiamorte stava per ucciderti... non so cosa avrei fatto se tu... se ti avessi persa”. Non poteva nemmeno pensare a cosa sarebbe successo se lei fosse morta.

“Harry io sono qui, non mi hai persa e non mi perderai... mi hai appena salvato la vita e so che continuerai a farlo, perchè io farei lo stesso per te” gli disse guardandolo con dolcezza e gli diede un bacio sulla guancia.
Lui le sorrise e le disse: “Hai ragione Hermione”. Quel bacio l'aveva messo di buon umore.
“Per oggi basta con i brutti pensieri, oggi preparerò io la cena... anche perchè se la preparassi tu non mangerei” disse Harry ridendo.

Vedendolo ridere si rilassò anche lei, che rispose: “Hai ragione Harry, io non so cucinare!”
“Però” aggiunse “non sapevo che tu lo sapessi fare”.
“Infatti non lo sa nessuno, tu sei la prima con la quale condivido questo segreto!”
“Andiamo, ti va di aiutarmi? Potrei insegnarti!” aggiunse.
“Ok Harry, ci sto!” rispose la ragazza con entusiasmo.
Fecero per andare in cucina ma lei lo richiamò: “Harry... grazie” gli sussurrò
“E di cosa?”
“Per avermi salvato la vita, e per come cerchi sempre di farmi felice”
“So che tu avresti fatto lo stesso per me... gli amici servono a questo, giusto?” rispose lui.
“Giusto Harry” disse lei sorridendogli, ma quando lui andò in cucina lei pensò, con le lacrime agli occhi: “Vorrei che lui non mi considerasse solo un'amica... ma forse ha troppa paura di perdermi per confessarmi i suoi sentimenti... maledetto Voldemort, se solo lui non ci fosse Harry ed io potremmo amarci... ne sono sicura...” poi seguì Harry in cucina.

Harry intanto, mentre iniziava a preparare la cena, pensava: “Dio se solo Voldemort non esistesse... quanto mi fa male dover far credere ad Hermione che lei per me è solo la mia migliore amica, quando vorrei dirle davanti a tutti che la amo... e sono sicuro che anche lei prova qualcosa per me... lo vedo nei suoi occhi... Devo distruggere Voldemort... Devo riuscirci... Per lei”.
Vedendo entrare Hermione sorrise.
Insieme si divertirono a preparare la cena, per poi mangiare e parlare fino a tarda sera, come solo loro sapevano fare. Alla fine Hermione, stanca, gli diede la buona notte, dandogli un'altro bacio sulla guancia e dicendogli:
“Grazie per la serata Harry, ci vediamo domani”, andando a letto felice.

Harry la gardò andare a dormire. A quel bacio chiuse gli occhi e si odiò per quello che stava per fare, per quello che sapeva di dover fare e pensò: “No Hermione, non ci vedremo domani... passerà molto tempo forse prima che riusciremo di nuovo a vederci... ma devo tentare, e se ti avessi detto qualcosa tu non mi avresti fatto partire da solo, ma io non posso nascondermi qui in eterno e non posso portarti con me e rischiare di perderti... È l'unica cosa da fare... per noi...”
Così andò a preparare una lettera per Hermione, la lasciò sul tavolo in cucina e se ne andò da quella casa, verso la sua personale battaglia contro Voldemort.

Hermione aveva conservato quella lettera. La rilesse con le lacrime agli occhi, pensando a cosa aveva provato la mattina dopo.

Quella mattina Hermione si svegliò di buon umore, ripensando alla sera prima e si disse: “ Adesso basta, devo trovare il coraggio di dire a Harry quello che provo per lui, non può certo andare peggio di così...”
“Si ora vado a cercarlo... sarà probabilmente in cucina a preparare la colazione” aggiunse poi sorridendo.
Uscì dalla stanza e lo chiamò, ma lui non rispose.
“Magari sta ancora dormendo quel pigrone” si disse ma, arrivata in cucina trovò una lettera.
“Non può essere... non può averlo fatto” pensò. Prese la lettera con mani tremanti e iniziò a leggerla.

“Cara Hermione,
So che quando ti sveglierai e leggerai questa lettera ti arrabbierai molto con me, ma per allora io sarò gia lontano... Mi dispiace di non averti salutata e di essere scappato così, ma sapevo che se ti avessi detto quello che volevo fare, non mi avresti lasciato andare... ma io non potevo portarti con me e permettere che tu rischiassi la vita per colpa mia, anche se so che tu faresti di tutto per me.
Hermione, c'è una cosa che non ti ho mai confessato e mi dispiace che tu lo sappia così, ma io ti amo, ti ho sempre amata, anche quando pensavo che tu fossi solo la mia migliore amica... Solo che non potevo dirtelo, perchè avevo paura di quello che Voldemort avrebbe potuto farti se avesse saputo che ti amo.
Io tornerò Hermione, perchè sono sicuro che il mio amore per te mi aiuterà a sconfiggerlo...
Ti prego di perdonarmi e di aspettarmi a Grimmauld Place, che ho protetto con un Incanto Fidelius per essere certo che ciò che ho di più prezioso al mondo fosse protetto durante la mia assenza... Tornerò Hermione e potremo vivere finalmente il nostro amore, perchè so che anche tu mi ami...

Tuo
Harry

Quando finì di leggere la lettera, Hermione aveva gli occhi rossi e gonfi di lacrime.
“Perchè Harry?! Perchè te ne sei andato? Io ti avrei seguito ovunque, ti avrei sostenuto, ti avrei protetto... Non dovevi lasciarmi qui da sola perchè....perchè anch'io ti amo Harry, hai ragione... e ora che faccio senza sapere dove sei a che cosa potrebbe capitarti?! Io devo stare al tuo fianco!!” esclamò la ragazza.

Mentre rileggeva la lettera si disse: "Io non aspetterò che Harry si lasci uccidere... lo troverò... penso di sapere dov'è andato... e se ho ragione avrà bisogno di me..."

Così, anche lei uscì da Grimmauld Place, l'unico rifugio sicuro. Aveva paura, ma l'unica cosa che le importava era ritrovare il suo Harry....